1° Capitolo ✧ Uder

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"Caleb, ti prego, fermiamoci, ho bisogno di riposare" disse Uder, le cui ali erano dolenti e intorpidite per il lungo viaggio.

"Non puoi resistere un altro po'? il regno di Dorwolt ormai è molto vicino. Lo dicevo io a papà che sei una gran pappamolle" la stuzzicò il ragazzo.

"Vuoi che ti disarcioni? Perché ci sei vicino!" sbuffò la viverna.

"Quanto sei scontrosa, Udy" sorrise Caleb.

"Dovresti saperlo ormai, visto che siamo cresciuti insieme, ma non scordarti che sono una temibile viverna e se non stai attento scatenerò una tempesta".

Il ragazzo si allungò sul dorso frastagliato dell'animale e sussurrò qualcosa al suo orecchio.

"Ti piacerebbe".

"Non mi provocare, Cal!".

Il cielo si rannuvolò, facendosi nero e minaccioso tutto d'un tratto. Lampi terribili lo illuminavano di tanto in tanto. Poi iniziò la tempesta di Uder.

Due gocce d'acqua.

Le nuvole si dissiparono poco dopo per lasciare posto al tramonto morente.

"Visto?" esclamò Uder soddisfatta.

"Certo... accidenti che tempesta, si salvi chi può" rispose il giovane, ridendo di gusto.

"E va bene, questa la paghi" ribattè la viverna, scendendo in picchiata nel fitto bosco ai confini di Dorwolt.

"Udy! Ci schianteremo! Sei impazzita?".

"Non dirmi che ti tremano le ginocchia, umano dei miei stivali" lo canzonò lei, drizzando le squame della coda, pronta ad assaporare la sua vendetta.

"Dai, rallenta!" gridò il ragazzo.

La leggendaria creatura si fermò a un palmo da terra, lasciando scendere il suo cavaliere in una vasta foresta d'abeti. Caleb era stordito dalla discesa e barcollava come un ubriaco alla quinta pinta di birra.

Uder lo guardava soddisfatta. "Mai far arrabbiare una viverna, caro vecchio Cal".

"Che razza di fanfarona! Certo che potevi scegliere un altro posto per atterrare! Ora dovremo passare la notte nel bosco" rispose lui, toccandosi le tempie per il gran giramento di testa.

"Non avevo molta scelta. Oltre il bosco si trova lo sconfinato lago d'argento che protegge il castello e il borgo reale di Dorwolt. Non sarà facile oltrepassarlo indenni" ribattè lei, fattasi seria di colpo.

"E perché mai?" chiese Caleb stupito.

"Perché non siamo abitanti di Dorwolt, siamo poveri fuggitivi di Edengald e il lago lo sa bene".

"Questo non me lo avevi detto! Abbiamo affrontato le grandi paludi di Sarwen e lo spaventoso deserto di Arabalt; credevo di aver finito con questi luoghi infernali".

I due si stavano facendo largo nel bosco, Uder era in grado di cambiare dimensione in un battito di ciglia, ora era grande più o meno come un cane di media taglia. Con il pungiglione in fondo alla sua coda si faceva spazio tra rami e cespugli e il suo umore era divenuto più nero dei suoi occhi.

"Odio essere piccola! Io sono una creatura maestosa e unica al mondo e invece... guardami!  Sembro il cane da caccia di zio Pentín".

"Non dirlo a me, io sono sempre piccolo" rispose il ragazzo, ripensando con affetto allo zio, caduto sotto l'attacco delle chimere. "Cerchiamo piuttosto un rifugio sicuro in cui passare la notte! Comunque, mi devi ancora spiegare che cosa c'è in questo lago".

"Non ti ricordi le favole che ci leggeva tua mamma sul bellissimo lago d'argento?".

"Sì, più o meno, ma cosa c'entrano? Erano solo storielle".

"Umani... che razza... stupida".

"Ehi! Credevo di averti insegnato un po' di educazione in questi anni".

"Senti chi parla, sei più rozzo di uno scaricatore di porto quando ti ci metti. E comunque no, non erano affatto storie. Molti dei miei fratelli sono morti in quel lago!".

Caleb aveva trovato un piccolo spiazzo in mezzo agli alberi. adatto per trascorrere la notte.

"Che cosa ci aspetta di preciso domani?" chiese Caleb, preoccupato per il fatto che creature forti come le viverne avessero perso la vita in quella dannata pozza d'acqua.

"Dovremo affrontare una delle magie più potenti del nostro mondo".

Caleb guardava l'amica e attendeva con impazienza la risposta.

Quindi Uder proseguì: "Si tratta di una magia antichissima: l'incanto dell'occhio di Hagjba".

"L'occhio di chi?" rispose Caleb, raccogliendo alcuni rami per creare un falò.

"Ragazzo, giuro che mi fai passare la voglia di raccontare. Sono anche brava a creare atmosfera, ma tu spomperesti persino il più grasso dei troll".

"Intanto spara qualche scintilla dal tuo pungiglione che sto morendo di freddo".

Uder sbuffò, poi con un colpo di coda dette fuoco alla legna.

Quindi entrambi si accoccolarono vicino al fuoco. Caleb fece scivolare la borsa giù dalla spalla, la aprì e ne tirò fuori un tozzo di pane che spezzò, passandone metà alla viverna. Poi con la bocca piena chiese: "Allora, che occhio sarebbe?".

Uder alzò lo sguardo al cielo, quel ragazzo era davvero irrecuperabile.

"È l'occhio del saggio Hagjba che giudica i cuori attraverso le illusioni. Un occhio risiede nelle profondità più oscure del lago d'argento, l'altro invece è stato rubato secoli orsono. Dovremo essere molto bravi domani, altrimenti le acque di quel lago ci travolgeranno".

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ANGOLO DELL'AUTORE

Allora che ne pensate della pazza Udy? Ce la faranno a oltrepassare il lago? Aspetto i vostri commenti, grazie a tutti coloro che hanno dato fiducia a Caleb e Udy 😃

L'ultima VivernaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora