3° Capitolo ✧ Il lago

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"Cal, svegliati, pigrone! È ora" disse la viverna, stiracchiando la lunga coda da scorpione.

Caleb aprì gli occhi di malavoglia, il tepore dell'ala di Udy era svanito e un tremito gli penetrò nelle ossa. L'umidità e l'aria frizzante della mattina erano dei compagni davvero fastidiosi.

I due dettero fondo alle ultime provviste e si alzarono in volo, diretti al loro destino.

Il lago era ormai a portata di mano, la sua superficie brillava di guizzanti riflessi argentati.

"É ora, prepariamoci".

"Ma possibile che nessuno attraversi mai questo lago?".

"Nessuno è svitato come noi a quanto pare, visto che ci hanno lasciato le penne in molti in passato".

"Perché non proviamo ad aggirarlo?" propose Cal.

"Perché non si fa aggirare, sarebbe troppo facile" rispose Udy.

Quella risposta lasciò perplesso il ragazzo, ma quando si trovò di fronte a quelle calme acque comprese in un istante.

"Questo non è un lago! È più grande dello smisurato oceano di Vender! Ma siamo matti? Da lontano sembrava molto più piccolo".

"Non abbiamo altra scelta se non attraversarlo. L'incantesimo che lo manovra gli consente di ampliarsi e ritirarsi in un istante. Pensa che nessuno è mai riuscito a misurarne il fondale".

"Ma qualcuno sarà arrivato al castello!".

"Te l'ho detto, Cal, solo gli abitanti a corte possono attraversare il lago senza problemi".

"Ti pareva?".

"Già... nessuno straniero è ben accetto, soprattutto ora che le chimere sono vicine".

"Invece di accogliere e salvare i loro sudditi, si sono trincerati in un castello, bell'atteggiamento!" sbuffò Caleb.

Di lì a poco Udy planò sulle cime degli abeti e raggiunse la riva di quel mare argentato.

"Andiamo?" chiese all'amico.

"Andiamo" rispose Cal, tenendosi saldamente al dorso della creatura.

Il giovane vedeva il grande castello di Dorwolt all'orizzonte, oltre la distesa d'acqua infinita, invitante come un miraggio. Le sue torri d'oro erano imponenti e meravigliose e il corpo centrale, pieno di finestrelle colorate, splendeva come un gioiello.

Ce la devo fare per la mia famiglia, devo salvare il regno.

Non appena la viverna si librò sopra il lago, qualcosa mutò nel suo cuore come in quello del ragazzo.

"Ci siamo, ci ha sentiti. Rimaniamo saldi nel nostro obiettivo. Qualunque cosa accada non lasciare il mio dorso" sussurrò Udy con voce tremula.

***

"Cal, io ti ho sempre odiato, sei solo un ragazzino immaturo e viziato a cui manca la mamma! Le tue battute fanno schifo... ah dimenticavo, ti sono amica per pura pietà!" disse all'improvviso Udy in tono sprezzante.

"Ma che cosa stai dicendo?" esclamò il ragazzo sconvolto.

"Proprio tu dovevi rimanere illeso nella strage al villaggio? C'erano persone molto più degne di questa missione!" proseguì la viverna ancora più velenosa.

"Udy, dimmi che stai scherzando, noi siamo amici da sempre e ora mi stai augurando perfino la morte".

Le acque del lago iniziarono a incresparsi al soffio di un lieve vento e la nebbia calò inaspettata.

"Non scherzo affatto! Tra l'altro odio doverti portare in giro sulla schiena. Non sono la tua schiava".

Caleb era sempre più confuso, poi però gli risuonarono in mente le parole pronunciate dalla viverna prima di perdere la ragione: qualunque cosa accada non lasciare il mio dorso.

E se fosse un'illusione? Questa non può essere la mia Udy.

Così la strinse forte e si accovacciò sulle dure scaglie del suo dorso, sperando che il suo affetto la facesse rinsavire. Lei si voltò e lo guardò intensamente poi, con orrore di Caleb, lo disarcionò.

Il ragazzo non poteva credere a quanto era appena successo, nei suoi occhi rilucevano quelli nera della viverna rimasta a guardarlo cadere giù, inghiottito dalle scure acque del lago.

Udy! Mamma! Papa! Dove siete?

Caleb galleggiava nell'argento, attorniato da pesci di cristallo e alghe luminose. In poco tempo la sua angoscia si placò e si lasciò cullare da quella tiepida corrente. Non sapeva più il motivo per cui si trovava lì, si ricordava vagamente di un compito importante che doveva portare a termine, ma chissà qual era. Le forze lo stavano abbandonando e l'argento stava diventando sempre più vivo, finché non toccò il fondo del lago.

"Cal! Non so nuotare, non posso cercarti, dove sei finito? Perché mi hai abbandonato?".

Udy gridava come una matta sulla superficie del lago, svolazzando come una mosca impazzita. Sperava di vedere l'amico uscire dall'acqua e sorriderle come al suo solito.

Perché mi ha trattata in quel modo? Perché si è gettato in acqua? Di questo passo mi stancherò e affogherò nel lago, ma non riesco a fermarmi.

Il sole baciava gentile il grande specchio argentato,creando riflessi simili a pietre preziose. Udy lo fissava con occhi carichi di lacrime, prendendo consapevolezza che il tempo stava trascorrendo diversamente sopra le sue placide acque. Il suo fiuto e il suo orientamento erano in allarme... non era passato neppure un minuto da quando avevano iniziato la traversata.


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ANGOLO DELL'AUTORE

Che cosa accadrà a Cal e alla povera Udy? Lo scopriremo nel prossimo capitolo! Aspetto i vostri commenti e consigli! Grazie a tutti coloro che lasceranno anche solo una stellina, Mary

L'ultima VivernaWhere stories live. Discover now