3. Katie Sword

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Dopo essere usciti dalla centrale, l'agente Sword e l'uomo mascherato si erano recati alla fermata dell'autobus più vicina, diretti verso casa di Katie.

L'autobus arrivò in fermata dopo pochi minuti e il conducente aprì le porte davanti.

"Non hai dei soldi per il biglietto, vero? - l'uomo scosse la testa, Katie salì sull'autobus e tirò fuori una banconota ed una tessera – Questi sono per il biglietto del mio amico, mentre questo è il mio abbonamento"

Il conducente porse il biglietto alla ragazza e fece cenno ai due di salire.

Red Helmet seguì Katie sull'autobus guardandosi attorno con circospezione, finché non presero posto.

"A che ora decolla la navetta?"

"Non decolla – spiegò Katie – Si muove sulla terra con delle ruote."

"Che strano – commentò Red Helmet – Quindi su questo pianeta i mezzi di trasporto non volano?"

"No – rifletté – a parte gli aerei, gli elicotteri, insomma mezzi più grandi per raggiungere posti più lontani."

"Mmh – ragionò – Potrebbero applicare lo stesso motore anche a navette come questa, andreste più veloci." Nel frattempo, l'autobus era partito.

"Quindi da dove vieni tu, Vemac.."

"Vamec-22K" specificò subito.

"Vamec giusto, quindi sul tuo pianeta viaggiate solo con mezzi di trasporto volanti?" Gli domandò Katie sempre convinta che dargli corda fosse la scelta giusta.

"Certo! Ci sono navette, navicelle e anche delle scarpe che ti sollevano da terra. Così andare da un posto all'altro è più facile e veloce. Tranne per le persone con il superpotere del volo, ovviamente loro non hanno bisogno di aiuto per volare – Katie annuì incerta - Comunque, su Vamec è tutto completamente diverso da qui: i colori sono diversi e persino gli oggetti, le persone, sembrano meno.. vividi ecco, come se avessero una dimensione in meno."

'Sta descrivendo esattamente le due dimensioni di un fumetto - pensò l'agente Sword – forse è consapevole della sua immaginazione.'

'Orange Lane' annunciò la voce robotica dell'autobus poco prima di arrivare in fermata.

"Dobbiamo scendere qui" lo avvisò Katie, alzandosi e dirigendosi verso la porta centrale seguita dal supereroe.

I due scesero dal mezzo di trasporto e iniziarono a camminare.

"Non è molto lontano da qui, dobbiamo camminare per poco" Red Helmet annuì.

I due camminarono per un paio di minuti in silenzio, mentre l'uomo osservava l'ambiente circostante incuriosito, alla fine Katie si fermò davanti ad un portone.

"Ecco, io abito qui, al quarto piano. Preferisci prendere l'ascensore o le scale?"

"L'ascensore?" Chiese Red Helmet senza capire.

"È come.. – Katie cercò il modo più semplice di spiegarlo - una capsula che si chiude e ti porta su o giù finché non arrivi al tuo piano."

"Wow! Prendiamo l'ascensore" esclamò entusiasta il supereroe.

Katie aprì il portone, arrivarono di fronte all'ascensore e fece premere a Red Helmet il pulsante per chiamarlo. Entrarono e spinse il tasto per il quarto piano, l'uomo aveva mantenuto un'espressione stupita fino all'apertura delle porte.

"Che avventura! Possiamo rifarlo?" Chiese una volta usciti sul pianerottolo.

"Certo, quando avremo l'occasione di uscire, riprenderemo l'ascensore – sembrava di avere a che fare un bambino, pensò Katie – Questa invece è la porta di casa."

Red Helmet - Fuori dai bordiOnde histórias criam vida. Descubra agora