«Ora e per sempre, lascia che sia io.»
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Ad undici anni di distanza, Matilda realizza di essere ancora smarrita nello stesso, maledetto, labirinto.
Dopo essere fuggita dalla famiglia che l'ha costretta a...
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Ero sempre stata dell'opinione che svegliarsi al mattino, col sole che illumina la stanza, fosse il modo migliore per cominciare la giornata. Quella mattina, però, capii che forse il modo migliore per cominciare una giornata non l'avevo mai realmente conosciuto, non fino a quel momento.
Io ed Harry aprimmo gli occhi nello stesso istante, realizzai immediatamente che la sua presenza lì con me, appena sveglia, valesse molto più di ogni mattina soleggiata. E fu strano, fu strano perché avevo quasi dimenticato di essermi addormentata nella sua stessa stanza. E, a giudicare dal suo sguardo, lo aveva dimenticato anche lui. I suoi occhi al mattino erano ancor più belli, ed entrambi ci prendemmo un attimo, mantenendo quel contatto visivo. Esplorandolo, affogandoci.
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«Buongiorno, H.» Sussurrai con voce ancora assonnata, stiracchiandomi appena. Senza neppure rendermi conto del nomignolo sfuggito alle mie labbra.
«H?» ghignò con voce più profonda del solito, io arrossii immediatamente. «Mi piace,» sorrise, «buongiorno, Millie.»
Mi mordicchiai nervosamente una guancia e, distogliendo lo sguardo, mi misi a sedere tra le lenzuola. Dopo essermi concessa qualche istante per svegliare ogni parte del mio cervello, scesi giù dal letto e mi passai una mano tra i capelli – lavati la sera precedente – per dar loro una sistemata.