8.

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Jimin's pov
-secondo me dovresti smettere di pensarci-mi disse Taehyung mentre sorseggiava il suo caffè.

Avevamo deciso di vederci e di fare colazione insieme.

Era da tanto che non ci vedevamo e mi mancava. Da sempre era stato il mio migliore amico. Ci eravamo conosciuti alle elementari e da allora non ci eravamo più lasciati o almeno finché non ero partito per il Giappone.

-lo so Tae ma non riesco a mettere di farlo. E se fosse lui?-dissi frustrato addentando il mio cornetto.

-chim io ti voglio bene lo sai ma a volte devi essere realista. Come è possibile che era lui? Che legame avrebbe con te o con tuo padre? Siete solo andati a letto una sera tutto qui. Non vedo perché devi tormentarti con questa storia inutilmente-disse chiaro e tondo Tae senza troppi giri di parole.

-ah tu mi dici di essere realista? Veramente? Tu che ami ancora Yoongi alla follia ma che cerchi ogni scusa per stargli lontano? Hai ragione sono solo io quello che si immagina le cose-risposi io a tono sentendomi attaccato.

-adesso Yoongi non centra nulla e poi il suo bacio non l'ho immaginato. E poi parlavamo di te e non di me. Non cambiare discorso come al tuo solito-rispose lui riportandomi a cuccia.

-senti basta, non parliamo più. Adesso vado che ho da fare ancora un sacco di cose per il funerale di domani-dissi alzandomi lasciandogli la mia parte di soldi per la colazione.

-allora a domani Chim-rispose Tae sorridendo lanciandomi un bacio.

-si a domani-risposi io ridendo per poi uscire dal bar.

🍑

-jack si quei fiori vanno bene, hai la mia...-non finii di parlare dato che qualcosa aveva attirato la mia attenzione.

-devo andare jack-dissi velocemente chiudendo la chiamata, iniziando ad andare nella direzione dove ora era rivolta la mia attenzione.

Stavo tornando a casa a piedi volendo fare due passi, ma qualcosa o meglio qualcuno aveva attratto la mia attenzione.

*È lui ne sono sicuro*

Corsi tra la folla per raggiungerlo. Lo vedevo chiaramente, anche se di spalle. Dovevo parlargli.

Corsi cercando di passare tra le persone, non riuscendo però a farlo velocemente.

Ero a un passo da lui ma non riuscivo a fermarlo, finché non si fermò dandomi l'occasione di afferrargli la manica.

Lo voltai velocemente verso di me, pronto a tempestarlo di domande ma dovetti fermarmi quando vidi il suo volto.

Non era lui, ma solo un ragazzo che ora mi guardava in modo confuso.

-scusami....io....non volevo...sembravi una persona che conosco. Scusami ancora-dissi per poi lasciarlo e guardarlo allontanarsi.

Questa storia mi stava sfuggendo di mano. Mi ero messo a rincorrere uno sconosciuto per sapere se fosse venuto alla veglia di mio padre.

Ora che me ne stavo rendendo conto, mi resi conto anche di quanto fossi patetico a rincorrerlo.

 

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