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Seonghwa vide Hongjoong per la prima volta un pomeriggio di ottobre, proprio nell'ultimo luogo in cui sarebbe voluto essere: alla stazione.

Era un pomeriggio abbastanza mite nonostante l'aria autunnale tipica di ottobre che tirava viziata e provocava quei brividi insopportabili in tutto il corpo. La stazione era gremita di persone ma fortunatamente il binario a cui stava aspettando il treno non era ancora troppo affollato. Guardò il proprio orologio, erano appena le una. Certo che non lo è, sono arrivato venti minuti prima pensò. Si sedette sulla panchina e, con le cuffie nelle orecchie, canticchiò la canzone che stava ascoltando in modo distratto. Open Road era il titolo della canzone, senza dubbio una delle sue preferite.

Guardò il tabellone.

BUSAN - 1. 23 p.m.
Yongin - Cheongju - Gumi - Daegu

La sua fermata era l'ultima prima del capolinea. Era già stanco solo al pensiero. Tra tutti i posti che c'erano, il tirocinio dovevano per forza metterglielo a Daegu? A due ore di treno da Seoul? Certo, non aveva problemi ad andare in auto ma tra traffico, parcheggio e strade a ZTL, non voleva di certo rischiare un ritardo o, peggio, una multa. Non conosceva Daegu, quindi preferiva essere prudente. Il treno era la scelta migliore anche se non ne era affatto contento.

Alzò il capo per un momento quando sentì un vento che gli scompigliò i capelli, provocandogli un leggero solletico sulla fronte. Il treno era arrivato ed erano le una e venticinque. Chiuse gli occhi e li strizzò lievemente nel sentire quel fastidioso fischio provocato dalle ruote sulle rotaie non appena il treno si fermò. Dio mio, che odio. Si alzò, con una mano teneva la cinghia della borsa, con l'altra invece il cellulare e infine salì. Prese posto al finestrino, di fronte aveva un altro posto che però era ancora vuoto. Guardando fuori, la stazione era spoglia, di un grigio cupo e le persone che camminavano in modo anonimo, come se fossero tutti dei robottini. I fischietti dei vari controllori che, appunto, controllavano il viavai che si creava tra la salita e la scesa dal treno.

Che palle gli venne da pensare.

"Treno in partenza, si pregano i gentili passeggeri di non azionare le porte, grazie." aveva parlato la voce all'altoparlante. Dopo ciò, Seonghwa sentì il mezzo muoversi molto lentamente e, ancora con lo sguardo verso il finestrino e le cuffie nelle orecchie, notò qualcosa di strano in mezzo a quella folla.

Era un ragazzino dallo stile parricolare, azzardò a pensare che fosse quasi eccentrico. Aveva una capigliatura di un azzurro acceso, portava una salopette larga di jeans e un maglione dall'aria pesante, tutto colorato. Aveva uno zaino giallo sulle spalle e correva accanto al treno. Seonghwa lo guardò per un lungo istante, finché il treno non lasciò la stazione e il ragazzino si fermò proprio al limite del marciapiede, guardando scoraggiato il mezzo allontanarsi. Per un attimo, sembrò che i loro sguardi si fossero incrociati.

Impossibile. Pensò Seonghwa.

Fece spallucce, chiuse gli occhi e posò la testa contro il sedile, ripensando a quel ragazzino dai capelli azzurri e dovette ammettere che, nella sua più totale eccentricità, era priprio carino.

Ma non pensava minimamente al fatto che quel ragazzino gli avrebbe, letteralmente, ribaltato e migliorato l'esistenza.

Train {Seongjoong}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora