capitolo 20

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Non riusciva a capacitarsi di ciò che aveva innescato. Sentiva le dita calde del ragazzo accarezzargli la pelle, con sicurezza, come se  la conoscesse da sempre. Le sue labbra umide si impossessarono delle sue cicatrici con dolcezza e rispetto . Si stringeva a lui con fare possessivo, sentiva i loro cuori battere come tamburi. L'odore aspro ma seducente del ragazzo ora apparteneva a lui, lo inebriava mentre sprofondava il volto nell'incavo del suo collo.
Remus con timidezza cercava di non mostrare il suo volto arrossato e compiaciuto, mentre i loro sospiri sferzavano la loro stessa  pelle. In quel momento si sentiva bene, non c'era cicatrice che bruciasse. Lo voleva, voleva Sirius, voleva le sue stelle, le sue paure, i suoi sogni, le sue lacrime. Capì che se era arrivato ad accettarsi era perché quel ragazzo lo aveva sempre guardato con amore, normalizzando l'immagine riflessa nel suo specchio. Anche se non in profondità, aveva cercato di curare quelle ferite e non poteva che essere grato a quell'anima gentile. Portò la testa all'indietro, guidato dal suo corpo in preda ad un istinto primordiale, Sirius approfitto per lasciare scie di sé lungo di esso. Aveva le mani ferme sui suoi fianchi, le sue dita affondavano su quella morbida superfice, il lupo cercava di giocare con i suoi capelli. Si sentiva il predatore, con la paura di fallire, la voglia di impossessarsi della preda ma la paura di ucciderla. Si abbandonò alle screpolate labbra del suo Lupastro, sorridendo a tratti come bambini. Era grato del coraggio che gli aveva mostrato. I loro corpi avvinghiati erano fermi, sotto le loro cicatrici, lontano dal mondo comune, in un universo completamente loro. Il tremolio delle candele cessò abbandonandosi a una scia di placido fumo.

" Per tutte le lune"
Lo sfregiato si massaggiava gli occhi dolorante, era bloccato in una morsa delicata che gli permise di voltasi verso il suo "rapitore".
Un delicato sorriso scalfì il suo volto prima di dissolverlo in un lieve bacio rivolto al ragazzo accanto a sé. Provò brividi di imbarazzo mista a eccitazione nel ricordare ciò che era successo quella notte, restò a guardare la sua mano che fino a qualche ora prima era stretta a quella del corvino. Non si accorse di star sorridendo.

 
"Buongiorno Moony"

Non si sarebbe mai abituato a quella voce roca. Le mani furono ricongiunte ancora, un caldo bacio fu dedicato a ogni sua nocca, facendolo ridere.
Finirono per abbracciarsi.

"Buongiorno Pad" si abbandonò a quel calore che oramai faceva parte di lui.
Ringraziarono silenziosamente l'incantesimo che gli aveva isolati dal resto della stanza e che bloccava l accesso dall'esterno. Finalmente erano tranquilli...o forse...

" Oohh cazzooooo" Sirius si alzò di scatto mettendosi seduto.

Remus lo segui nel gesto, si coprì bene  e lo guardò, confuso e spaventato...aveva paura che ci stesse ripensando, ma un filo di voce prevalse tra le sue corde vocali.

" Che succede?"

Sirius si tolse le mani dai capelli, percepì l'ansia del ragazzo da come si muoveva sul posto.

"Io....dovevo suonare un pezzo alla festa"

Remus sì fermò all'istante e lo guardò con un'espressione sbalordita. " .....o....Ca....ppffff" fu più forte di lui e scoppiò a ridere.

" ammetto che sentire la tua voce è stato molto meglio..." Lo sfregiato arrossì tutto di un colpo e smise di ridere ammutolendosi imbarazzato.

" l'avevo scritta per te...la canzone... e sarebbe stato un modo per...preparare gli altri....al.."

" posso sentirla ?"

Gli occhi di Sirius si riempirono di stelle, brillarono a quella richiesta che aveva tanto atteso, annuì velocemente. Si allungò, sporgendosi dal letto per afferrare la chitarra che puntualmente ogni sera posizionava nella sua custodia sotto il suo letto, aveva come sviluppato, una sottospecie di gelosia per quel dono. Sentiva i suoi muscoli in tensione, il bruciore piacevole che gli percorreva il bacino, Remus era lì a scrutare ogni tremolio dei suoi muscoli. Con uno scatto riuscì a rimettersi seduto, abbracciava la chitarra, il ragazzo dalle cicatrici si mosse sul posto, era come mosso dall'adrenalina che pensò di aver spento quella stessa sera ma arrivò veloce come un'onda. Il nobile inizio ad accarezzare le delicate corde dello strumento, con una melodia che gli ricordava il vento, si lasciò trascinare via, su quelle corde vedeva danzare un lupo e un cane troppo grande, un gioco di sguardi e di tocchi che le loro anime si erano concesse di dedicarsi.

UNDER YOUR SCARS ( wolfstar)Where stories live. Discover now