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Quando penso a una mia ipotetica morte penso semplicemente che di punto in bianco il mio cuore, in mezzo a una normale quotidianità, smetta di battere. Il mio corpo cade a terra con un grande tonfo all'impatto col pavimento. Ma proprio quando avviene questo impatto che mi immagino come se la mia anima risuonasse all'interno del mio corpo. Spiegato in modo più chiaro, mi immagino come se la mia stessa anima si materializasse nel mio inconscio. Il mio inconscio è un ambiente ben preciso, e tutto nero, non ha fine e non ha inizio. Camminando all'interno di esso però si scorge una luce, quando la si raggiunge mi rendo condo che in quello spazio luminoso si sta svolgendo una scena di un ricordo significativo. Al termine di esso la luce si spegne ma se ne accende un'altra in lontananza, che una volta raggiunta trovi un'altro ricordo e così via. Fin quando non ricostruisco tutta la mia vita a grandi linee. Quando l'ultima luce si spegne, non che l'ultimo ricordo, anche quel poco di vita che rimane dentro il mio corpo lo fa. A ogni ricordo che passa è come se un pezzo della mia anima evaporasse piano piano finché non ne rimane più nessuno. La vedo un po come se con questa morte il mio spirito possa vivere in pace in eterno, come una morte dolce.
Si lo so è una morte sovrannaturale ma mi piace pensare che sia così.
