Capitolo 28

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Amatemi!

Ho scritto questo capitolo ieri, subito dopo aver pubblicato il ventisettesimo. L'ispirazione era stranamente tanta, così l'ho accolta con estremo piacere e ho buttato giù questo ventottesimo capitolo, che forse vi lascerà un po' stupite, specialmente per il finale. Preparatevi perché i prossimi potrebbero essere piuttosto movimentati!

Pian piano stiamo entrando nel vivo della storia e, ben presto, scoprirete - forse - cose che in questo momento non immaginate minimamente, ma non vi svelerò nulla a riguardo.

Ci tengo a ringraziare, come al solito, tutte voi per l'enorme sostegno e mi auguro che il capitolo sia di vostro gradimento!

All the love

Anna

P.s. colore preferito?

Il mio è il blu!

Buona lettura!

14:14

Esultai mentalmente quando lo stridulo rumore della campanella giunse alle mie orecchie mettendo fine, non solo all'ora di matematica, ma anche alla giornata scolastica.

Harry, dopo varie suppliche, mi aveva accompagnata a scuola per la seconda ora e avevo trascorso la mattinata ad ascoltare con poca concentrazione tutte le lezioni. Raggiunsi il mio armadietto dove lasciai i libri che non mi sarebbero serviti il giorno successivo e m'incamminai verso la palestra. I miei passi furono bloccati dalla figura minuta di Celine che, dopo aver schivato la calca degli studenti, si avvicinò a me.

"Celine?" inclinai appena il capo, guardandola.

"Rose, devo parlarti!" esclamò, cercando di riprendere fiato. Probabilmente aveva corso, cosa che mi lasciò alquanto perplessa. Da quando ero arrivata non si era mostrata ben disposta nei miei confronti, eppure aveva qualcosa dirmi e dalla sua espressione sembrava anche importante, quindi misi da parte la diffidenza che accompagnava il mio modo di essere e la spronai a parlare.

"Non adesso, domani a mensa, va bene?" mi chiese speranzosa. Annuii appena e quando la guardai negli occhi, avvertii una sorta di preoccupazione albergare in essi. Forse era spaventata o semplicemente.. affaticata dalla corsa, m'imposi di pensare, scacciando via dalla testa ogni tipo di supposizione errata e del tutto fuori luogo. La conoscevo davvero poco e forse una parte di me l'aveva classificata per ciò che non era, o forse ancora mi stavo semplicemente facendo suggestionare dalle sue parole.

"Bene, allora ci vediamo domani e... stai attenta!" e detto ciò la vidi correre verso l'uscita.

E fu in quel momento che la diffidenza ebbe nuovamente la meglio sui miei sensi. Di cosa doveva parlarmi? E perché dovevo stare attenta?

Mi guardai intorno e ripresi a camminare verso la palestra che, questa volta, raggiunsi senza problemi.

Per tutto l'allenamento rimuginai sulle parole della rossa, beccandomi anche qualche richiamo da parte di Emma.

"Rose, stai bene?" chiese esaminando con cura i lineamenti del mio viso.

Annuii istintivamente e distesi le labbra in un sorriso che sperai sembrasse sincero. Non volevo parlare con lei dei miei problemi o di ciò che mi passava per la testa. Non mi fidavo abbastanza.

"Sei sicura?" domandò, alzando un sopracciglio.

"Ma certo che sì!" affermai, annuendo alle mie stesse parole.

"Va bene, comunque... - riprese a parlare, rivolgendo lo sguardo in direzione delle altre ragazze - io devo andare da mia nonna quindi direi che possiamo terminare l'allenamento!" ci informò tranquilla. Ruotai il corpo verso di lei ed incrociai le braccia sotto al seno, mordicchiandomi l'interno della guancia per poi dirigermi negli spogliatoi dove mi cambiai in fretta e furia.

Hudson RiverWhere stories live. Discover now