Cap.20

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C'era silenzio, vedevo tutto intorno a me e l'unica cosa che veramente riuscivo a sentire era il tikkettio dell'orologio adagiato accanto alla mia figura ormai troppo magra.
Non sapevo quando avevo iniziato a bere, forse una settimana dopo che Mattia mi aveva lasciato.

Ero chiuso nella mia stanza e sentivo solo il fetore che il mio corpo emanava, forse era da tre settimane che non mi lavavo, non avevo le forze, riuscivo solo a bere e vomitare, era un loop continuo di sofferenza; se lui non fosse rientrato nella mia vita sapevo che sarei arrivato a fare cose di cui sicuramente mi sarei pentito.
Non capivo affatto la sua decisione di chiuderla, pensavo che stesse andando bene, ovviamente c'erano alti e bassi come in ogni coppia, ma ora, l'unica cosa che riuscivo a fare era stringere l'anello che gli avrei dovuto donare nel palmo della mano mentre lacrime calde scendevano lungo le mie guance.

Quelle poche volete che mi specchiavo mi sentivo uno straccio, avevo occhiaie violette, il viso sempre arrossato e delle piccole macchiette sotto gli occhi data dalla troppa acqua salata che ogni giorno mi riduceva uno strazio.
Fatti forza mi dicevo ogni giorno, ma ogni volta questa restava nei meandri della mia mente, un ricordo lontano, cos'era ormai la forza, non me lo ricordavo più, non mi sarei dovuto invaghire così tanto di una persona, non avrei dovuto averci un rapporto così morboso, io dovevo restare nelle mie convinzioni fin a poco tempo fa intoccabili, sentivo solo il dolore.

Alex cercava di aiutarmi, alcune volte mi portava del cibo, mi consolava ma ero così perso.
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Christian si trovava in cucina, i suoi genitori avevano fatto domande, ma il moro cercava sempre di deviarle accontentandoli con una risposta allusiva, puzzava, si sentiva e non cercava di nasconderlo.
Sua sorella non tornava a casa da un bel po', ovvio telefonava ma non era al corrente delle condizioni precarie del fratello, viveva a la sua vita da fidanzata, con un ragazzo che l'amava, era felice, e Christian era felice del fatto che in fondo anche la sorella lo era, quindi aveva deciso di non dirgli nulla, per non rompere la bolla che -a fatica- si era creata.

Anche lui sarebbe stato contento con Mattia affianco, ma questo ultimo aveva deciso di trasportare nel baratro sia il moro che proprio lui stesso.
Perché si, Mattia stava malissimo, non era cambiato molto dal momento in cui la sofferenza che sentiva prima di lasciare il maggiore era la stessa  -se non più amplificata- di quella di prima.

Aveva ripreso a bere -ovviamente- alcune volte si faceva, non cos'è troppo pesanti, non si considerava un tossico e sicuramente non lo sarebbe diventato.
A lezione di danza non ci andava più, il suo maestro aveva telefonato più volte per capire che cosa avesse il suo pupillo, però trovava sempre il telefono staccato, visto che Mattia o ce l'aveva spento, oppure lo faceva squillare finché -automaticamente- partiva la triste e grigia segreteria telefonica.

Pure Luigi era preoccupatissimo, confrontandosi con Alex erano arrivati alla conclusione che la situazione stava sfuggendo di mano sia al biondo che al moro.
Stare lontano non avrebbe aiutato nessuno dei due, ma erano bloccati così tanto nella tristezza che oramai avevano in testa solo il fatto di essere delle nullità, dei pezzi di carne senza uno scopo.
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<<Cristo santo Mattia alzati da quel cazzo di letto e aprì la finestra che sembra ci sia morto qualcuno dentro>> Luigi entrò urlando rimproverando il suo migliore amico.

Mattia di rimando chiuse di nuovo gli occhi seppellendo la testa nel cuscino facendo uscire dalle labbra un verso strozzato.
<<Ci sono morto io qua dentro>> disse al castano girandosi con le lacrime agli occhi.
Come gli faceva rabbia, Luigi era arrivato al massimo della pazienza, erano settimane che andava aventi così, Mattia non capiva che il problema in quel momento era il suo essere così impulsivo, era successo tutto perché aveva preso la decisione sbagliata, ma non sembrava disposto ad ammetterlo, così -arrivato al culmine del suo autocontrollo- diede di matto.

<<Ma perché non capisci Mattia... mi dispiace dirtelo così, ma è solo colpa tua... lui voleva chiederti ufficialmente di essere il suo fidanzato, sei tu che l'hai rifiutato, sei tu che ti eri messo in testa di non poter continuare per delle ragioni che non stanno né in cielo né in terra, sei tu che hai deciso per tutti e due, e ora fai anche la vittima, cazzo svegliati se stai così male, se ti senti così morto vai da lui e scusati, cerca di chiarire sennò si vede che così male non stai perché sennò lotteresti per lui e per te... per voi.
Te lo ripeterò soltanto una volta: alzati lavati vai da lui chiarite, ma se tu non ti svegli non puoi pretendere che lui sia sempre al tuo servizio pronto per servirti>> dopo di che sbattè la porta lasciando un Mattia in lacrime pieno di risentimento.

<<Christian come stai?>> la voce allegra di Alexia si fece spazio nella stanza buia e silenziosa.
<<Bene>> sussurrò schiarendosi la gola aggiungendo <<Tu?>>
<<Chri ti giuro sto una favola, amo così tanto Lorenzo, è un ragazzo così buono mi sta sempre accanto e convivere è stata la scelta più bella che potessimo fare>>
Non riuscì a trattenersi è un singhiozzo uscì al suo controllo.
<<Chri che succede, non mi avevi detto di star bene>> si sentiva nella voce il fatto che fosse preoccupata.
<<Non volevo farti preoccupare, ma non sto bene per nulla, stavo insieme a questo ragazzo e ci siamo lasciati ed è come se avessi perso una parte di me... mi manca così tanto>> disse sconsolato mente goccia più pesanti appannavano la sua vista.
<<Allora fratellino, fatti dire una cosa... so cosa stai passando, so che è bruttissimo, ma se lui non fa qualcosa, se è disposto a rinunciare a voi vuol dire che non ci teneva davvero, se una persona ti ama davvero fa di tutto per te, ogni piccolo gesto, ogni piccola parola vale più di tutte, se questo non è pronto a dartele allora è stato meglio il fatto che vi siate lasciati>>

Il discorso che gli fece la sorella lo fece riflettere, amava così tanto Mattia, ma la riccia aveva ragione, non spettava a lui struggersi così tanto, sarebbe andato aventi, con o senza il biondo.

<<Christian c'è qualcuno alla porta per te>> non gli andava di vedere nessuno, ma la curiosità lo spinse a scendere le scale...

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Angolo autrice
Ciao amici, so che sono sparita, ma non avevo molta ispirazione, mi dispiace, ma punto con le vacanze di natale ad aggiornare più spesso.
Se vi è piaciuto il capitolo commentate e votate.
Al prossimo aggiornamento.
Ciao amici.💋

-ire💕

La bellezza nell'essere diversi Where stories live. Discover now