9. non metterla in mezzo.

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<vabbuo.
Una domanda.
Ti fidi di lui?>chiese serio guardandola negli occhi.

La ragazza dopo aver guardato Ciro come per riflettere, si rigirò verso Carmine e dopo un breve sospiro gli rispose.

<non lo so.
Forse?!
Si è vero è poco raccomandabile e ho visto che ha tagliato i capelli a Filippo
Però non lo so, alla fine non gli sta facendo fare nulla di pericoloso.
Sarà il tempo a farmi capire se posso fidarmi o meno>

<non abbassare la guardia, o dic p te>disse Carmine andando via lasciandola sola.

La sera a mensa, sotto invito di Ciro, Gaia si era seduta al loro tavolo.
Esattamente di fronte a Ciro che la scrutava attentamente mentre mordeva una mela.

Aveva capito che aveva raccontato tutto al piecoro, ma poco gli interessava.
Se avesse portato spia a Filippo che sarebbe mai potuto succedere?
Assolutamente niente!
Filippo aveva paura di lui, al massimo avrebbe proposto a Ciro di usare lui per gli affari ma di lasciar stare sua sorella, ciò che alla fine lui già faceva.
Erano uguali su questo.

Ad un certo punto si avvicinò Carmine con il suo vassoio.

<qua non ci sta posto per i piecori.
Solo per lupi>eslcamò il giovane Ricci tranquillo bevendo l'acqua.

Gaia si voltò e quando vide Carmine lo guardò interrogativo.
Cosa stava cercando di fare?

<e ij p chest sto cà!> ribatté Carmine.

<ah si?> ringhiò Ciro alzando lo sguardo.
Fece un cenno a Edoardo di alzarsi, e così fece facendo accomodare il Di Salvo.

<ij pecr so nat e pecr vogl rimane> disse sicuro di sé continuando a fissare Ciro negli occhi che lo guardava altrettanto serio.
Ciro abbassò lo sguardo per sputare nel bicchiere, dopodiché lo passo a Carmine rialzando lo sguardo su di lui.

<e allor famm vre!>

Carmine afferrò il bicchiere bevendo tutto ad un sorso, non distogliendo lo sguardo dal suo rivale.

<ij penz ca c vo chiu curagg a essr na pecora miezz e lup, ca lup solament> disse lui pensando di averlo chiuso

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<ij penz ca c vo chiu curagg a essr na pecora miezz e lup, ca lup solament> disse lui pensando di averlo chiuso.
Ma così non fu, Ciro aveva sempre la risposta pronta.

<ma tu lo sai che i lupi se le mangiano le pecore> sospirò lui fiero di sé avvolgendo il braccio sullo schienale della sedia di Tano, che aveva spezzato la forchetta di plastica fiero del suo amico.
Lo aveva chiuso.

<mo lievt a'nanz o cazz>aggiunse tornando serio.
Carmine si alzò uscendo dalla mensa, aveva fatto un po una figura.

<ma che avete in testa tutti quanti?>chiese Gaia confusa.
O erano tutti pazzi o era lei troppo buona, non c'erano altre spiegazioni.

<come vedi, ij n agg fatt nient, si vede che qualcuno si sente in rivalità con me> disse lui con un piccolo sorriso ironico.
Gaia non aveva capito a cosa si riferiva.
Ma Ciro aveva notato come Carmine ultimamente guardava spesso Gaia, come sembrava infastidito quando era vicino a lui.
Forse era solo una sua impressione ma di solito non si sbagliava mai.

Patto col diavolo//Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora