5. Non voglio storie e non voglio ritardi

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Mi alzai nel momento in cui mio fratello apriva la porta. Mi avvicinai a lui, curiosa di sapere chi stesse bussando con tanta insistenza alle due del mattino. <<Liam? Cosa diamine ci fai qua alle due del mattino?>> sbottò Thommy. <<Thomas, scusami davvero tanto ma devi venire di sotto a vedere una cosa>> disse il ragazzo. Lo guardai confusa, ma nei suoi occhi leggevo solo stupore e paura. Mettemmo entrambi la giacca di fretta e seguimmo Liam giù per le scale del nostro palazzo. Una volta fuori ci condusse nel parcheggio, rimasi senza parole per quello che mi trovai davanti. La nostra macchina era completamente distrutta: i vetri dei finestrini rotti erano sparsi sui sedili, le gomme tagliate la facevano sembrare ancora più bassa e la carrozzeria era ricoperta di graffi. <<cosa cazzo è successo qui?>> chiese Thommy con la voce spezzata. Mi avvicinai lentamente, come se in quel momento sperassi che facendolo la macchina sarebbe magicamente tornata nuova sotto i miei occhi. Feci il giro completo con il fiato mozzato in gola. <<Perchè diamine qualcuno dovrebbe fare un cosa del genere? Viviamo qua da pochissimo, non conosciamo nessun nel vicinato e non diamo fastidio a nessuno. Solo un pazzo potrebbe fare una cosa del genere>>. Guardai mio fratello e nei suoi occhi vidi solo puro terrore e confusione. Chi poteva fare una cosa del genere? Era solo un atto di vandalismo o qualcuno ci aveva presi di mira? Guardai Liam. <<E tu come facevi a saperlo? Non abiti nel nostro vicinato>> gli chiesi, anche se una parte di me sapeva che lui non poteva aver fatto nulla di male. Non sembrava il tipo. <<Stavo tornando da lavoro, abito due strade più avanti. Ho visto una macchina distrutta, dopo aver notato che si trattava di quella di tuo fratello mi sono fermato>> rispose. <<Anne, Liam non può aver fatto nulla di male. Dobbiamo ringraziarlo che sia salito per avvisarci>>. Annuii alle parole di mio fratello. <<Direi che possiamo tornare a casa, non c'è molto che possiamo fare ora. Domani penseremo a come muoverci>> disse Thomas. Salutammo Liam e con la tristezza nel cuore tornammo in casa.

La mattina dopo non feci suonare la sveglia più di una volta. Al primo squillo balzai in piedi e corsi in cucina. Trovai Thommy intento a mangiare i cereali contro voglia. Mi guardò stranito, ma rimase in silenzio. Durante la colazione come al solito regnò il silenzio. <<Che ci fai sveglia così presto?>> mi chiese appoggiando la tazzina del caffè ormai vuota. <<Alle 8 devo essere in ufficio>> risposi sorridendo. Cecavamo di n parlare di ciò che era successo nella notte, almeno per dieci minuti. Il suo sguardo era un misto tra confusione e gioia, così gli spiegai la mail della sera prima e di come fossi corsa da lui per dirglielo. Si alzò e mi abbracciò, dandomi un bacio sulla testa. Era più alto di me, quindi questa cosa per lui era semplice e per me adorabile. <<La mia principessa Anne sta crescendo>> disse sorridendo. Controllai dove si trovasse l'ufficio in cui sarei dovuta andare e i miei occhi si spalancarono. <<Sono nella strada parallela al tuo ufficio>> dissi con un tono di incredulità. <<Beh meglio no? Possiamo andare e tornare insieme, ci vedremo più spesso>>. Sorrisi a quel pensiero, mi faceva piacere che avrei visto mio fratello anche fuori da casa, ma forse stavo sorridendo anche perché le probabilità di vedere qualcun altro più spesso erano più alte. Andai a prepararmi ed aspettai mio fratello in salotto, per poi dirigerci a lavoro insieme. Insistette per accompagnarmi fino davanti all'ufficio, cosa che io cercai di evitare ma senza risultati. Mi abbracciò davanti al portone del palazzo e mi sussurrò un "buona fortuna" prima di guardarmi entrare. Arrivai davanti alla reception dove c'era un ragazzo, il suo cartellino sul petto diceva "Zayn". <<Buongiorno, ha bisogno?>> mi chiese dolcemente attirando la mia attenzione più di quanto avrebbe dovuto fare. Smettila Anne, non puoi trovare tutti affascinanti. Oppure non sei tu che trovi tutti affascinanti, magari in questa città lo sono davvero. <<Ho un appuntamento con il Sig. Woodstack, sono Anne Bianchi, la nuova stagista>> risposi sorridendo. <<Benvenuta Anne! Ora devi solo darmi i tuoi dati e il tuo documento d'identità, così posso inserire i tuoi dati nel sistema e darti il tuo pass per accedere ad ogni area del palazzo>> rispose Zayn. Dopo aver fatto tutto mi passò il mio badge, mi disse che non era quello definitivo, ma avrei dovuto portare una mia foto per completarlo. Presi il mio pass "provvisorio" e ascoltai Zayn che mi diceva dove sarei dovuta andare. Presi l'ascensore e schiacciai il tasto per il ventesimo piano. Dopo una salita all'apparenza interminabile le porte si aprirono e un corridoio mi si parò davanti. Concentrati Anne, ora devo andare a destra o sinistra? Uscii dall'ascensore e mi guardai attorno, ma entrambi i sensi sembravano uguali. <<Signorina Bianchi, da questa parte!>> urlò un signore dal fondo del corridoio a destra. Mi avviai nella sua direzione, chiedendomi da dove fosse uscito, ma solo a metà corridoio mi accorsi della quantità di porte che erano su entrambe le pareti. Erano dello stesso colore del muro e si camuffavano molto bene. Arrivai davanti all'uomo, era sulla cinquantina all'apparenza, aveva i capelli brizzolati e sul grigio scuro, segno che da giovane doveva aver avuto i capelli scuri. <<Benvenuta tra di noi, signorina Bianchi>> disse sorridendomi e porgendomi la mano. << Sono il signor Woodstack, ma può chiamarmi Aaron>> <<Allora io per lei sono solo Anne>> sorrisi. Entrammo nel suo ufficio e solo una volta dentro mi resi conto di quanta bellezza nascondevamo quelle porte. L'ufficio era ampio e al posto della parete in fondo c'era un'enorme vetrata che dava sulla strada. Rimasi incantata a quella vista. Ci sedemmo al tavolo e Aaron iniziò subito a spiegarmi il mio lavoro. <<Ti occuperai della revisione di alcuni articoli, li rileggerai e correggerai prima di mandarli in stampa per il numero della settimana seguente. Sarai in prova per due mesi. Se si trova bene e, soprattutto, se lavora bene, saremo lieti di assumerla con un contratto a tempo indeterminato>> terminò tutto d'un fiato. Lo guardai sopraffatta da quelle parole. Era un sogno che si poteva realizzare e ora spettava solo a me decidere. Lavorare bene e prendere quest'opportunità, oppure mandare tutto all'aria. Guardai il Sig. Woodstack un po' confusa ma poi gli rivelai uno dei miei sorrisi migliori. Accettai la proposta, così il mio capo si alzò e mi indicò la porta. <<Vieni, ti faccio vedere il tuo ufficio>>. Il mio ufficio? Il mio ufficio! Avrò un ufficio tutto per me!

Lo seguii tra quei corridoi tutti uguali, cercando di memorizzare la strada, ma dopo l'ennesima curva dovetti ammettere a me stessa di essermi persa. Entrammo in una stanza più piccola e tre piani sotto di quella di Woodstack, ma era comunque molto accogliente. C'era una scrivania moderna al centro della stanza con un computer e tutto il necessario per lavorare. Non c'era la grande vetrata che avevo visto prima, ma una finestra comunque abbastanza grande per farmi avere una bellissima vista. <<Sul tavolo le ho già lasciato i primi lavori, me li lasci domani mattina sulla scrivania appena arriva>> disse l'uomo. Non appena se ne fu andato mi sedetti alla mia nuova scrivania e gongolante mi guardai attorno. Sembrava un sogno. Stavo per iniziare a mettermi a lavorare quando il mio cellulare si illuminò. Guardai lo schermo e sorrisi.

Buona fortuna per oggi, fammi sapere poi come va

Come fai a saperlo Harry?

Tuo fratello stamattina in ufficio non riusciva a smettere di raccontarlo a chiunque incontrasse, potrei aver sentito qualcosa

Questa cosa non mi sorprende...

Sto ancora aspettando una tua risposta

A cosa?

Quando sei libera, così possiamo uscire

Sorrisi a quel messaggio e una strana sensazione allo stomaco mi fece sussultare.

Stasera stacco alle 17

Allora passo a prenderti alle 21

Non ti preoccupare, ci possiamo vedere direttamente dove decidiamo di andare

Alle 21 fatti trovare pronta, non voglio storie e non voglio ritardi

A stasera allora

A stasera, piccola Anne

Misi via il telefono e con la testa piena di emozioni iniziai a lavorare.

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Buona sera! Scusate per il ritardo di un giorno, ma purtroppo mi sono ritrovata sommersa di impegni.
Macchina distrutta, chi potrebbe essere stato? È un po' presto per avanzare risposte, la strada è ancora lunga😂
Detto questo, al prossimo capitolo❣️

Missing Pages ||H.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora