3. Screwed Up

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JEONGGUK

I suoi vispi occhioni mi scrutarono stupidamente, sorpresi e confusi allo stesso tempo.

"C-cosa?" balbettò, sembrò quasi pensare di aver sentito male ma quando mi schiarii la voce, lo vidi riprendere istintivamente fiato. Si issò sulle braccia, alzando il busto e piegando le ginocchia.

Una volta che fu anche lui seduto, io sopra il suo bacino e le sue cosce a cullarmi la schiena, decisi di riformulare.

"Pagherò io la tua nuova casa, basta sceglierla e comprarla o affittarla, mi è indifferente", il castano boccheggiò per qualche secondo, incapace di proferir parola.

"Stai scherzando spero. Non posso neanche permettermi di pagare tutte le spese che coinvolgono una casa" rise amaramente ma io fui rapido nel rassicurarlo.

"Non è un problema. Posso pagare anche quelle; affitto, luce, acqua... Tutto" a quel punto il castano sbuffò, sussultando contro di me.

"E cosa cambierebbe vivere sotto lo stesso tetto dei miei genitori, mh? Apprezzo il fatto che tu voglia aiutarmi, Jeongguk. Però davvero, stai facendo anche troppo per me e non è giusto" annuii.

"Voglio solo darti ciò che meriti. Chiedi e ti sarà dato, per me non è un problema" scosse vigorosamente la testa ma io non mi arresi.

Capivo fosse inutile trasferirsi per essere poi "mantenuto" anche da me ma per qualche assurda ragione, ero tanto segnato dalla sua vita dal voler fare di tutto pur di accontentare anche i suoi voleri più stravaganti e impossibili.

Inoltre, ciò che gli avevo proposto, con forse troppa enfasi, era stato talmente tanto contraddittorio da infuriarlo.

"E poi io non sono tua padre, sono il tuo ragazzo. Tecnicamente non sei dipendente da me ma sei semplicemente il mio partner. Mi è normale aiutarti, affiancarti..." tentai di nuovo, addolcendo lo sguardo, e la reazione di Taehyung fu immediata.

Scoppiò a ridere, le sue guance si tinsero di rossa così come il suo viso brillò più radioso del sole. Lo osservai con minuziosa attenzione, segnando nella mia mente il ricordo di quel viso tanto bello e docile, stranamente.

Quando mi avvolse le braccia attorno al collo, permettendomi di tastare ancora di più la sua pelle nuda, il mio cuore palpitò dallo stupore.

"Ti ringrazio, Gguk. Sei talmente tanto dolce che potrei addirittura accettare la tua proposta ma mi sembra ingiusto farti pagare così tanto solo per un mio capriccio" affermò, la sua voce vellutata e tranquilla mi fece sorridere di rilievo.

Mi appoggiai ai suoi fianchi, avvolgendo la sua vita e cingendolo saldamente.

"Non è un capriccio, Tae-" mi ammutolì un secondo dopo, posando le sue labbra morbide e gonfie dai baci sulle mie.

"Lo è" sussurrò, tornando a sbacciuchiarmi. Non distolsi lo sguardo dal suo viso sempre più vicino, dai suoi occhi serrati protetti dalle ciglia lunghe e ingannevoli, da quell'immancabile sicurezza e sensualità che la sua voce sapeva trasmettere.

"Anche se sei il mio ragazzo, non sei tenuto a fare così tanto... Davvero, Gguk" fu il mio turno di sospirare combattuto.

"Perché non puoi semplicemente accettare e stare zitto?" chiesi, guardandolo con rammarico.

"E perché tu non puoi semplicemente lasciar perdere? Gguk, mi vuoi regalare una casa per quale motivo?" domandò curioso.

"Se proprio ci tieni, potrai restituirmi i soldi più avanti" spiegai senza rispondere alla sua domanda, ma ancora il castano rise divertito.

Rather Die [kooktae]Where stories live. Discover now