quattordici

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maia si sta facendo la doccia, io sono nel letto che mi fumo una canna.
la sento canticchiare qualche canzone e mi fa sorridere perché è stonata come una campana.
pochi minuti dopo esce e mi raggiunge nel letto, ha solo un accappatoio che le arriva sopra le ginocchia.
<<perché ridi?>> si butta poggiando la testa sul mio petto.
<<dovrei insegnarti a cantare, un giorno vieni in studio>> le accarezzai i capelli.
<<mmh va bene>> mi guardò dal basso.
il suo sguardo passava dalla mia mano alle mie labbra.
<<so già quello che mi vuoi chiedere maia>> feci un tiro e spostai la testa in modo che il fumo non le andasse in faccia.
<<e tu sai già anche la risposta>> la guardai serio.
<<eddai solo un tiro>> unì le mani a mo di preghiera.
<<no maia, assolutamente no>> scossi la testa.
<<che palle che sei>> si alzò ma la presi per il braccio e la feci accomodare sul mio bacino.
<<mossa azzardata aziz>> alzò le soppracciglia.
<<ah si?>> spensi la canna.
<<fin troppo>> le toccai il busto per poi privarla dell'asciugamano.
<<wow>> le guardai il seno e poi la faccia.
cambiai posizione e mi misi a cavalcioni su di lei.
mi tolsi la maglia ed i pantaloni.
le baciai ogni millimetro del suo corpo, ad ogni contatto lei gemeva, sempre più forte.
<<sei bellissima maia>> le succhiai il capezzolo destro.
sbiascicava parole, era in preda all'eccitazione.
giocherellò con l'elastico delle mutande con un sorrisetto malizioso.
<<dai su che aspetti?toglimele>> feci cenno con la testa verso la mia intimità.
infilò la mano e prese in mano la mia lunghezza.
<<ma-maia>> mi colse di sorpresa.
iniziò a fare movimenti sempre più veloci tenendo sempre il contatto visivo con me.
stavo per venire, non volevo assolutamente venire in questa maniera.
mi alzai un pochino e strofinai il glande nella fessura della sua intimità.
<<mmh aziz non fare così>> corrugò la fronte.
<<ti voglio>> io continuavo andando sempre più lento.
<<scopami, forte, adesso>> spinse la mia intimità contro la sua.
sorrisi sghembo ed entrai su di lei violentemente.
<<come sei stretta>> le accarezzai il ventre con il medio e l'anulare.
<<zitto e vai più veloce>> si contorse nella coperte.
aumentai il ritmo, pure il mio corpo era invaso dal piacere.

questa ragazza è peggio della droga, più ne fai uso, piu ne diventi dipendente.

<<mettiti a pecora maia>> la presi per i fianchi e la aiutai a girarsi.
<<ti piego, poi non riuscirai nemmeno a camminare>> ansimai.
<<non fare tanto il gradasso aziz, sai che di solito quella che si stanca sono sempre io>> inarcò la schiena.
<<ah si? dici sul serio maia>> la presi per i capelli e iniziai a spingere più forte che potevo.
<<anche adesso?>> poggiai le mani sui fianchi.
<<non ti darò questa soddisfazione>> si voltò e lo prese in bocca lasciandomi spiazzato.
all'inizio si arrangiò, poi la aiutai spingendo la sua testa contro la mia lunghezza.
era così brava, ho goduto tantissimo.
le venni in bocca, nemmeno mi accorsi.
<<oh scusa piccola, sei stata così brava che non mi sono nemmeno accorto>> la presi per mano e la tirai a me.
<<non preoccuparti>> si pulì con il pollice il labbro inferiore.
<<dai vieni qui>> la strinsi ancora di più a me, non volevo lasciarla andare.
<<mica scappo eh>> sentii che rise.
<<non te lo permetterei nemmeno>> le disegnai il naso con l'indice.
sorrise come una bambina e appoggiò la testa sul mio petto.

••••

<<che cucini amore?>> appoggiai la schiena al bordo della cucina, ero di fianco a lei.
<<sta sera mangiamo delle pizzette tipo>> si grattò la testa.
<<ti aiuto?>> le guardai le labbra.
<<no, però se ti va prendimi il mestolo>> mi sorrise.
mi avviai verso la credenza dove tengo tutti gli oggetti e cianfrusaglie per la cucina.
aprii il cassetto e ce n'erano ben quattro.
<<amore, quale ti serve?>> li misi a ventaglio.
<<secondo a destra>> si voltò e li analizzò socchiudendo gli occhi.
<<questo?>> ne alzai uno a caso.
<<amo, la destra non è quella>> posò il polso sulla fronte ridendo.
<<come mi hai chiamato?>>riposi gli altri ramaioli nel cassetto tenendo fuori solamente quello che le serviva e mi avvicinai a lei sorridendo.
poggiai il mestolo affianco sul ripiano da lavoro, la presi per i fianchi e le baciai il collo.
<<aziz, ti prego va a finire male>> il suo respiro si fece pesante.
<<per non è un brutto finale>> accarezzai i suoi seni.
<<devo cucinare altrimenti qui si brucia tutto>> si voltò e mi spinse via.
<<tu mi distrai sempre e non sono mai capace di fare una cosa fino alla fine>> gesticolò.
<<il mio fascino>> feci finta di portare una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
<<dai scemo>> mi picchiettò il bicipite con il mestolo.
rimasi in silenzio a guardare come si muoveva in cucina, era così delicata ed elegante che potrei essere rimasto a guardarla per ore.

presi il laccetto in alluminio che serve per chiudere il pane bianco e mi misi a giocherellare.
lo modificai in diverse forme, a cuore, a stella, a quadrato.
<<dai amo dammi qui che devo mettere via>> allungò la mano sinistra verso di me non guardandomi.
fatalità in quel esatto momento l'avevo modellata a forma di cerchio.
gli presi la mano e le infilai a mo di anello nell' anulare il laccetto.
io ero serio, lei mi guardò ed alzò il soppracciglio destro.
<<che c'è?>> mi guardò stranita.
le mollai un'occhiata in modo da farle capire le mie intenzioni.
come da immaginarsi lei intuì ciò che volevo comunicarle.
<<tu sei tutto pazzo>> scosse la testa ridendo.
risi grattandomi la testa e mi andai a fumare una sigaretta in terrazzo.

pazzo di te maia, completamente.

zero scuse ora, siamo io e te ancora// keta Where stories live. Discover now