Capitolo Uno

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'A volte mi piace pensare sul perché della vita, anche guardando la cosa più piccola e insignificante mi piace credere che tutto ha un perché dietro, che tutto ha una storia e forse è così, o forse mi ero fatto influenzare troppo dalla lezione di psicologia. Non c'è giorno in cui mi penta di aver scelto quell'indirizzo, amo il fatto di poter studiare la mente degli altri, di poterli capire ma capire anche il meccanismo su come nascondere i miei pensieri dal resto delle persone non che abbia trovato comunque qualcuno abbastanza interessato a cercare di capirmi, sono uno di quei tipi solitari, ho amici o più che altro conoscenti con i quali a volte passo le giornate dopo scuola ma so di essere solitario insomma la mia vita non cambia se sto con loro o meno, non mi piace parlare più di tanto sento come se ogni volta potessi dire la cosa sbagliata.'


Continuai a camminare diretto verso scuola mentre pensavo alle parole che avevo scritto nel tema che dovevamo fare a casa, potevamo scrivere quello che volevamo, era un lavoro d'arte, ci crediate o no. Secondo quella vecchia della nostra professoressa scrivere era un buon metodo per far uscire le emozioni e quindi più tardi fare un dipinto che ci rappresenti, non sono d'accordo, almeno non del tutto.

Mi fermai appena vidi una panchina aprii lo zaino tirai fuori il compito e lo strappai, stavo dando troppe informazioni troppo poco importanti per un compito d'arte, non importa cosa avrei scritto non so disegnare, avrei scritto qualcosa a ultimo minuto, in fondo ero bravo a improvvisare i compiti.


"Di nuovo in ritardo Iero" il professore di matematica mi guardò dall'alto verso il basso come faceva di solito

'lunedì e devo iniziare con questo stronzo' pensai

C'era assolutamente qualcosa che non andava, oh ma certo che c'era qualcosa che non andava, c'era QUALCUNO seduto nel MIO banco, perché sapete dopo due anni di aver avuto qualcosa solo per te lo consideri tuo, e quello era il MIO banco, certo il banco era per due ma non l'avevo mai condiviso con nessuno. Non che potessi fare molto comunque mi avvicinai e mi sedetti.

Il ragazzo seduto accanto a me non mi degnò di uno sguardo e sicuramente non sarei io che gli avrei parlato, non ne avevo alcun interesse.

Più passava il tempo e più lui si sdraiava sul banco, peggio di Patrick Stella.

"Senti io avrei bisogno del mio spazio vitale" gli dissi in tono abbastanza scontroso, non volevo essere maleducato ma la mattina ero piuttosto irritabile.

Non si girò, mi ignorò completamente. "Guarda che sto parlando con te, HEY!"

Solo in quel momento mi guardò, uno sguardo gelido ma cristo aveva degli occhi semplicemente spettacolari, non avevo mai visto degli occhi così..così-

"Pensi che m'importi qualcosa di te e del tuo spazio vitale? O che voglia stare qui seduto con te?" e il premio per mr. simpatia va a... questo coso qua il cui nome ignoro.

Okay non mi piaceva lui, non mi piaceva la matematica, non mi piaceva la scuola e non mi piaceva il fatto che non riusci a ribattere, semplicemente gliela diedi vinta e non idea del perché.


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Allora ehm CIAO.

Prima vera ff ecc ecc, non sono sicura di tutto questo ma comunque la noia delle 2:12 di un venerdì mi divora e questa "storia" per così dire mi ronzava in testa da un po' mi piacerebbe sapere cosa ne pensate o se fa troppo schifo non lo so, mi piacerebbe avere qualche consiglio o qualsiasi cosa se qualche anima buona si prende il tempo per dirmi ciò che pensa di questa cosa.

Grazie e alla prossima

I Promise.Where stories live. Discover now