Non sono perfetto

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Mi asciugo le lacrime e cerco di dimenticare tutto, ma è difficile ho appena detto al ragazzo che amo che lo amo. "Non scappare da me ora" sussurro rivolgendo il mio sguardo sulle mie scarpe che sono molto belle in questo momento. "Non era così che avrei voluto dirtelo, anzi non te lo avrei mai detto forse" aggiungo alzando lo sguardo verso di lui. Quello che mi trovo davanti, la sua espressione mi spaventa terribilmente e così distolgo lo sguardo andandomene verso la macchina.

"Fede siediti davanti" dico cercando di contenere le lacrime, lui lo nota e si sposta senza dire nulla. Anche leon entra in macchina ma ignoro lo sguardo che mi lancia guardando fuori dal finestrino. Sicuramente Lud e Fede si staranno chiedendo cosa succede e per fortuna non ci hanno seguiti perché altrimenti sarei stata etichettata come la ragazza più stupida del pianeta. Anzi lo sono. Innamorata di Leon Vargas. Assurdo.
"Leon? Sai dove vive Vilu?" - "Buonanotte Lud" risponde semplicemente lui lasciando anche Fede con lei. Sono vicini di casa a quanto pare. Lei mi lancia uno sguardo interrogativo ma io le lascio intendere che le spiegherò o forse no.
"Hai detto a tuo padre che stavi da Fran?" mi che all'improvviso destandomi dai miei pensieri. "Si" fredda, corta e distaccata ecco come devo essere con lui. Vedo che prende la strada che porta a casa sua e quindi intuisco che mi tenga per la notte. E sicuramente dovremmo parlare. Sprofondo nel mio sedile spaventata e chiudo gli occhi.

Poco dopo siamo davanti la porta di casa sua e noto che la macchina dei suoi non c'è. Stranamente. I suoi genitori sono sempre in viaggio per affari, mai a casa. Leon non ci va d'accordo perché quel poco di tempo che li vede lo passano a stressarlo e a imporgli certe cose, come le scelte sul futuro. È uno dei motivi per cui corre, lo allontana dai problemi, dallo stress e da me.
Conosco la sua casa, ho passato diversi pomeriggi qui.
Saliamo le scale verso la sua stanza in assoluto silenzio e dentro quando mi apre la porta. È come me la ricordavo le pareti blu, motori e moto in miniatura ovunque e disordinata.
"Vieni qui" si siede sul letto e mi fa segno di mettermi sulla poltrona a fianco al letto e così faccio. Ecco il momento della verità è normale che mi tremano le mani, fa un sorriso sghembo quando lo nota e me le prende tra le sue cercando di calmarmi. Alza lo sguardo su di me e inizia a parlare. "Di che hai paura?" apro la bocca cercando di dire qualcosa ma non so cosa far uscire. Ho paura di tante cose. "Mi dispiace di essere venuta stasera, di averti disobbedito e di averti fatto arrabbiare e anche per il pugno a Trent" lui sorride e intreccia le mie dita con le sue come se fossero nate per essere così. Unite. "Hai fatto male a venire sì, ma non è colpa tua e quel tizio meritava da tanto quel pugno mi serviva solo un'ottima motivazione per darglielo" la sua frase mi fa sorridere e arrossire senza un motivo facendomi abbassare lo sguardo. Non posso sopportare per troppo quei suoi occhi verdi, sono un punto debole. Uno dei tanti. "Ascolta piccola, non so come sia accaduto giuro che provato a tenerti lontana ma più ci provo più ho paura che io ci possa riuscire. Non so cosa voglia dire amare una persona ma ti prometto che appena saprò se ti amo sarai la prima a saperlo okey?" Alzo lo sguardo su di lui e sorrido annuendo. "Non ho la più pallida di idea di come si faccia il fidanzato, non ti porterei mai delle rose anche perché l'unica volta che ne ho prese in mano una mi sono punto. Non faccio complimenti dolci ogni cinque minuti perché potrebbe venirmi il diabete. Non so essere romantico ma non voglio che stai male per colpa mia va bene?" - "ok" dico semplicemente. Lo vedo alzarsi evitando di guardarmi. È nervoso e agitato. Che gli succede ora?
"Leon che ti prende?" gli chiedo avvicinandomi davanti a lui. "Devo rifarti il guardaroba o la mia sanità mentale andrà a farsi fottere" dice serio e io scoppio a ridere andandogli ancora più vicino. "Sono serio Violetta, smettila di ridere e mettiti qualcosa perché le mie immagini in questo momento sono tutto tranne che caste" sorrido e ignoro ciò che dice "carino questo rosso vero? Appena l'ho visto mi ha ispirato anche i pantaloni" lui si siede mettendosi le mani sulla faccia e io scoppio ancora a ridere. Povero Leoncino. Mi metto tra le sue gambe divaricate e tolgo le mani dal suo viso, lui alza lo sguardo per guardarmi e mi sorride. Mi chino su di lui per baciarlo e le sue mani finiscono sui miei fianchi. Le nostre lingue si incrociano e non posso che mettermi a cavalcioni su di lui giocando con i suoi capelli "giochi sporco" sussurra prima di ricominciare a baciarmi con sempre più passione. Mi accarezza con le mani la pelle lasciata scoperto e un suono esce dalla mia bocca, si avvicina alla cerniera del top ma ci gioca soltanto senza slacciarlo. Le mie di mani accarezzano il suo collo mentre le nostre bocche non si riescono a staccare nemmeno per prendere aria. Non riesco a ragionare razionalmente, mi è mancato troppo tutto questo. Lo avvicino dal colletto ancora più a me e slaccio il primo bottone e il secondo.. "Piccola, non dovremmo..." prova a parlare ma lo zittisco con le mie labbra "non dire nulla ti prego" gli sussurro accarezzandogli una guancia e guardandolo negli occhi. Lui sospira e poi parla "aspetta, già pensi che ti chiamo solo per questo e farlo è la peggior dimostrazione del contrario. Non devi nemmeno pensarlo di non essere nessuno per me cioè non vado e non ho bisogno di nessuno se ci sei tu okey?" Quasi mi metto a piangere, non è mai così dolce con me forse le cose che gli ho detto prima devono avergli aperto gli occhi. "Non importa prima ero arrabbiata veramente Leon però promettimi che non starai con Allison io non la reggo" lui ride e mi prende il viso tra le mani dandomi un bacio sul naso, uno sul labbro superiore, uno su quello inferiore e poi sulle guance prima di iniziare a farmi il solletico. "No leon ti prego basta" mi dimeno quando mi prende in braccio e mi butta sul letto, si mette sopra di me con le mani ai lati della mia testa e lo guardo sorridente. Si avvicina a me e mi bacia e sorrido sulle sue labbra continuando a togliere uno dopo l'altro la camicia- "tu passi troppo tempo con Leon Vargas stai diventando una cattiva ragazza" sussurra mentre mi bacia il collo, preme più forte in un punto preciso lì e inarco la schiena. "Io ci passo poco tempo" sussurro mentre continua la sua tortura di baci. Si ferma sullo scollo del top e mi guarda malizioso. "Recupereremo piccola" sorrido e lo bacio ancora prima di levargli del tutto la camicia. La butta ai piedi del letto e ripercorro con lo sguardo il suo petto. Una mano passa per i rilievi degli addominali e sento i suoi muscoli contrarsi al mio tocco. Mi piace fargli questo effetto, è un pensiero che mi fa sorridere.
Si china sul mio collo e mi bacia per poi far scendere la zip del top, inarco la schiena e me lo sfila dall'alto- "avevo detto di odiarlo no?" Sussurro prima di iniziare a lasciare languidi baci dalla spalla fino al braccio, dal ventre e sull'ombelico cosa che mi gemere il suo nome spudoratamente "leon-n" - "mmh"- si slaccia il bottone e io abbasso la zip dei suoi pantaloni togliendoglieli con il suo aiuto. "Impaziente?" Mi prende in giro ma non ho tempo di ribattere che le sue labbra sono sulle mie che mordono e leccano e le mie mani sono tra i suoi capelli che spettino come mi piace fare "due cazzo di ore ci ho messo" dice ringhiando e io scoppio a ridere cercando di togliere i pantaloni "ne varrà la pena" - "su questo non ho dubbi" afferma baciandomi e toccandomi ovunque. Le sue mani su di me sono la cosa più bella di questo pianeta, mi toccano come se conoscessero tutto di me, mi tocca sapendo che sono sua. Solo sua. Io ho solo l'intimo e lui i boxer mentre continuiamo il nostro gioco di baci infuocati. Lentamente mi slaccia il reggiseno e mi sussurra "sei la cosa più bella che io abbia mai visto" si abbassa e bacia l'incavo mentre tortura con una mano l'altro. "Leon-n" alla mia voce supplichevole capisce e lentamente ci infiliamo sotto il lenzuolo: "te lo chiedo l'ultima volta perché dopo non sarò in grado di fermarmi, ne sei sicura" - "si" affermo convinta e in un nano secondo si sfila i boxer. Prima di togliermi i slip tortura i miei seni mentre mi accarezza il ventre e lo sento sfilarmi gli slip con una lentezza assurda...
Mi guarda negli occhi e mi sorride dandomi un bacio sulla fronte mentre entra dentro di me... Fare l'amore con Leon è sempre l'esperienza più bella della mia vita ma farlo sapendo che lo amo è indescrivibile. Parte con leggere spinte per poi aumentare. Lo amo, anche se lui non sa se ama. La mia speranza è che è qui con me e che intendo temermelo stretto e lottare per lui con tutte le mie forze perché se c'è una persona che puoi completarmi e vedere la vera Violetta è Leon Vargas. Quel coglione di cui sono fottutamente innamorata.

"Non urlare porca merda" sento sbraitare leon, non so nè dove mi trovo nè perché ma sto benissimo. Mi accoccolo di più al suo petto mentre lui annuisce con gli occhi occhi. "Ho capito Fede arrivo" conclude sbuffando. Sento le sue labbra sulla mia fronte e sorrido seneramente "dimmi che è domenica e posso stare qui tutto il giorno" - "sogna piccola sogna" si alza dal letto e io mugolo un no nascondendomi sotto le coperte del tutto. Ho la camicia di Leon addosso, deve avermela messa lui stanotte mentre io sono crollata in un sonno profondo. "Esci da lì e alzati" abbasso di poco il lenzuolo e lo vedo mettersi una maglia bianca a maniche corte per poi infilarsi per jeans. "Smettila di guardarmi e alzati" senza neanche girarsi me lo dice, ma come fa? "Che ne sai tu?" - "So che sono bello da ammirare ma alzati" la personificazione della modestia proprio.
"Sei un rompiscatole" borbotto mentre mi alzo e sbadiglio. Posso tornarmene lì magari con il ragazzo che ho davanti?
"Leon?" - "si?" - "hai quei pantaloni che ho lasciato tempo fa o li hai bruciati" ride e apre l'armadio passandomeli. "Tieni miss sono spiritosa e tu no" - "grazie" sorrido. "Piccolo problema e di maglia che mi metto?" lui mi squadra da capo a piedi e ritorna verso l'armadio. "Tieni" e mi da una busta rossa. "Cos' è" alza gli occhi al cielo e dice "aprila che siamo in ritardo e non fare storie"-" il ragazzo si è alzato con la luna storta" lo prendo in giro avendo indietro solo uno sguardo di chi si è rotto le scatole. Cedo e apro la busta tirando fuori una felpa nera con una scritta bianca davanti: "My little love". Spalanco la bocca e continuo a fissare quella scritta. Alzo lo sguardo su di lui e vedo che sta pensando che dire quindi salto la parte del ringraziamento e gli salto addosso abbracciandolo dal collo trattenendo le lacrime di gioia. "Non commentare" dice lui. Ha questo difetto, ogni volta che fa un gesto carino lo nasconde con la sua stronzaggine. "Panda dovremmo andare sai?" rido ma me ne frego e lo bacio dimostrandogli quanto ho bisogno di lui e quanto gli sono grata. "È il regalo più bello che mi abbiano mai fatto" alza gli occhi al cielo ma poi mi sorride avvicinandosi "dicono tutte così" e mi lascia un bacio a stampo. "Grazie" rispondo semplicemente io.

"Leon dobbiamo andare" mi allontano io cercando di farlo smettere anche se potrei continuare all'infinito. "Non voglio entrare lì dentro" esclama mettendo su un broncio dolcissimo, gli circondo il collo con le braccia e gli do un bacio sulla guancia. Sono seduta sulla sua moto e lui è in piedi che fa di tutto per convincermi a starcene in giro a fare nulla, sono tentata ma è l'ultimo giorno prima del ponte quindi è meglio esserci. "Abbiamo già saltato un'ora, l'ultimo sforzo su" lo convinco scendendo dalla moto, lui sbuffa ma mi segue.

"Vargas, Castillo ci deliziate della vostra presenza?" proprio il prof di latino dovevamo avere alla seconda ora?
"Che ci fate insieme voi due?" chiede. Ma farti i cazzi tuoi mai?
"La mia sveglia non è suonata" invento io al momento "io ho dimenticato di accenderla" dice leon creando i sospetti del prof. Scemo. Sono consapevole del fatto che tutti ci guardano ma li ignoro andando al mio posto.

Sono nel corridoio a parlare con Lud della sera prima raccontandogli con un sorriso enorme di come abbiamo risolto "ed ecco, abbiamo ripreso Violetta Castillo" dice facendomi ridere. Ah è bella la giornata oggi vero?
"Oh ti prego togliti quella faccia da ebete" - "smettila io non ho una faccia da ebete".
"Stronzo numero uno arriva" sussurra e prima che possa rispondergli Leon si avvicina a noi. "Hey posso parlarti?" mi dice con un sorriso, Lud alza gli occhi al cielo e dice "Hey ma ciao Leon, grazie per la considerazione sto bene grazie" scoppio a ridere e Leon alza un sopracciglio guardandola. La bionda se ne va urlando "coppie pff solo ebeti" e rido ancora.
"Che c'è Leon?" mi guarda sorridendo e dice "ho una proposta allettante per te piccola". Toglietemi il sorriso che ho dalla faccia vi prego.
"Quale?"
"Hai presente quella casa che hanno i miei in montagna?" "Si" dico entusiasta.
"Ci passeresti con me i prossimi tre giorni?"

Il destino li ha separati ora li riunirà?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora