l'acqua spegne il fuoco

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"Sono un sacco di disastri messi insieme e tu tante cose belle e io non posso mettere in pericolo te che sei l'unica persona che amo più della mia vita... Devi allontanarti da me"

Ha detto che sono tante cose belle.
Mi ama.
Vuole proteggermi.
Mi ama.
Ha detto che sono l'unica persona che ama.
Mi ama.
Mi ama più della sua stessa vita.
Vuole allontanarsi da me.
Mi ama.
"No" alzo lo sguardo dal suo petto ai suoi occhi e lo vedo sbiancare - "tu puoi lasciarmi, ma io no, non te lo permetterò" sta per parlare ma gli metto il dito sulla bocca tacendolo: "hai detto che mi ami e non ti permetterò di allontanarmi ora. Sono al sicuro solo se ho la certezza di avere te nella mia vita. Vuoi proteggermi? Te lo lascio fare ma amami" è un secondo dopo sento le sue labbra sulle mie. Un semplice tocco di labbra umide e bagnate, le mie. Mi asciuga con i pollici le guance rigate dalle lacrime e appoggia la fronte sulla mia. Metto le mani sui suoi fianchi e lo stringo più forte che posso. "Non lasciarmi qualunque cosa accada"

"León" sentiamo la voce di Fede e andiamo dentro casa, lo vediamo appoggiato al bancone della cucina con in mano un biglietto "Fede che cos'è?" chiedo avvicinandomi a lui che mi passa il biglietto così lo leggo a voce alta "ti aspetto alla Rocca Leoncino, porta chi ti pare non ho intenzione di farti nulla.... Per ora" alzo lo sguardo allarmata e preoccupata su Leon che fissa il foglio stringendo i pugni tanto da far diventare le nocche bianche.
Lo guardiamo entrambi aspettandoci una reazione, invece mi prende per mano e mi porta su per le scale poi si gira verso Fede che lo guarda con una espressione di uno che non sta capendo nulla. "Vieni con me stasera?" lui annuisce e dice "dove vai con Violetta?"mi guarda stringendomi più forte la mano e sale le scale "te lo dico quando sei più grande" apriamo la porta ridendo e si butta nel suo letto molto più rilassato di prima.

"Allora cosa volevo fare di così scandaloso da non dirlo a Fede?" mi appoggio al suo petto lui disegna dei cerchi immaginari sul mio collo lasciandomi dei brividi per tutto il corpo. "Nulla volevo solo stare con te" mette una mano dietro la testa e guarda il soffitto finché non parla di nuovo "cantami qualcosa" alzo la testa guardandolo ma non distoglie lo sguardo dell'altro così mi tiro su e mi avvicino al suo orecchio "che cosa vuoi che canti?" - "qualsiasi cosa, basta che canti" si sposta appoggiandosi al mio di petto mentre passo le mani tra i suoi capelli, penso ad una canzone e subito me ne viene una adatta da cantare a lui, mi avvicino al suo orecchio e intono: "baciarti e poi scoprire che l'ossigeno mi arriva dritto al cuore, solo se mi baci te e non sentire eh bisogno più di niente aaala" lo vedo sorridere ad occhi chiusi e allora continuo a canticchiare "non fermare quel tuo modo di riempire le parole, di colori e suoni in grado di cambiare il mondo che non ero in grado di vedere" non fa nulla semplicemente chiude gli occhi ascoltando la mia voce "ed è più dolce la paura se mi tieni in un tuo abbraccio, riesco a sentire il profumo della notte" mi fermo notando che si è addormentato e continuo ad accarezzarlo guardando quanto in realtà sia un bambino. Il mio bambino.

"Fede,Lud siete sicuri di voler venire?" - "Hey ci sono pure io" dice offeso Diego, gli altri alzano gli occhi al cielo e annuiscono finché non parlo io "andiamo?" -Leon si gira verso di me e scoppia a ridere "tu non vieni" sbarro gli occhi e lo guardo male. "Cosa?" prende la giacca infilandosela e dice "ho detto che non vieni, lui vuole te quindi tu te ne starai qui" mi alzo dalla sedia della cucina e gli vado incontro "non ci penso nemmeno a restare qui sola, ha detto che non ci farà nulla oggi vuole solo parlare quindi io vengo che a te piaccia o no" -serra la mascella e stringe i pugni- e poi parla: "Per noi andare non è un pericolo, per te sì quindi te ne stai qui" crede ancora che io sia una bambina viziata che non sa difendersi ma questa volta non gli darò ascolto. "Correrò il rischio vi aspetto in macchina" mi alzo a testa alta davanti ai loro sguardi sbalorditi e vado fuori prendendo il mio giubbotto.
"Prova a fiatare o a dire qualsiasi cosa in sua presenza e giuro che il seguito non sarà piacevole" so che non mi toglierebbe un capello quindi sorrido e mi siedo composta mentre Diego mi dice "ma non ti fa paura?"- ridacchio- "mmh no" "beata te".

La Rocca è un posto tetro, è tutto scuro e ci sono due entrare da due lati, la pietra è come stata ritagliata. È un luogo strano come se avessero fatto un buco in una roccia. Ci sono cinque persone a due metri da noi, Trent è un passo avanti con le mani in tasca e un ghigno sulla faccia. Mi verrebbe da tirargli uno schiaffo per toglierlo, lo farei se solo Leon non credesse di avere una ragazza di porcellana. Dietro di lui tre ragazzi che lo guardano noi e il loro leader evidentemente intimiditi da tutto ciò che potrebbe fargli. E per ultima una ragazza, bionda capelli lunghi truccata anzi molto truccata e molto sicura di sè nelle sue calze nere e i pantaloncini neri borchiati abbinata a una canottiera bianca. Il viso della ragazzo finì su Leon lanciandogli un sorrisetto malizioso che mi fece venir voglia di tirarle i capelli. Sì, sono parecchio violenta stasera. "Leoncino" Trent avanza verso di lui ma Leon lo ferma con lo sguardo e va dritto al punto "Dimmi che cazzo vuoi da me" -continuava a tenere quell'orribile sorrisetto- "ho un accordo" iniziò a parlare lanciandomi uno sguardo e facendomi l"occhiolino, cosa che fece stringere i pugni a Leon. "La mia ragazza contro la tua in una corsa" le nostre bocche si aprirono contemporaneamente senza sapere cosa dire finché Leon non si passò le dita fra i capelli infuriato e si avvicinò a Trent. "Dimmi che prendi per il culo" l'altro fece un chiaro sorriso che ci fece intendere che non stava scherzando. Allora si mise in mezzo Federico "E chi correrà come "ragazza di Leon?" Nessuno lo ascoltò mentre io mi morsi il labbro nervosa. "Ci stai Leoncino?" - "sei un cotto bastardo, vuoi mettere la tua cosiddetta ragazza che guida per professione contro Violetta che nemmeno ha la patente" volevo andare da Leon e abbracciarlo solo per dimenticare tutta questa merda. "No infatti sono così buono che ti lascio un mese per insegnargli ciò che deve imparare" si girò verso di me cercando di leggere qualcosa nella mia espressione di che io annuii. Dovevo farcela. Per me. Per lui. Per noi. "Accetto ma giuro che se le succede qualcosa e la tua puttanella bara io ti troverò e ti toglierò quel sorriso dalla tua faccia sbattendolo su un muro" Trent sembrò non essere spaventato dalle sue minacce. "La mia puttanella? Se non sbaglio Leoncino te la sei fatta pure tu" ed ecco che qualcosa in me si spaccò. Il mio cuore? Forse. Tutte le parole che seguirono dopo furono solo suoni per me perché l'unica cosa che riuscivo a pensare era al fatto che lui fosse andato a letto con quella ragazza. Lei era del suo mondo, io no. Lei era vestita perfettamente per occasioni come il Carcrossed. Lei poteva essere perfetta per lei. Non io. Lei.

Tornammo a casa e Fede stava continuando a chiedere perché dovessi correre io. Cristo non riusciva a fare due più due? Ci sedemmo tutti sul divano e sulle poltrone. Mi abbracciai le ginocchia e non osai alzare lo sguardo perché sapevo avrei trovato lo sguardo di Leon che mi stava osservando preoccupato. Ad un tratto non ce la feci più e una lacrima sfuggì dal mio controllo così corsi di sopra senza dire nulla. Non sopportavo nulla di tutto questo. Ero forte, dura ma dentro mi sentivo stanca. Mi chiusi in camera buttandomi sul letto di Leon abbracciando il suo cuscino così da sentirmi un po' più al sicuro. Non ero arrabbiata con lui, lo ero con me perché non mi sentivo mai abbastanza per lui. Sentii la sua mano spostarmi una ciocca di capelli dal viso ma lo nascosi sprofondando nel materasso cercando di evitare lui "piccola" - "vai giù ti prego, non voglio che tu mi veda così" le sue labbra si appoggiarono dolcemente tra i miei capelli accarezzandoli con una lentezza che non era da lui. "Ti ho già vista piangere e poi tutti piangono" mi diede un po' di coraggio continuando a cullarmi "tu no però" sussurrai accusandolo "oh beh anche io ho pianto, quando ero piccolo avevo un orsacchiotto che portavo sempre con me, si chiamava Sam. È stato il mio primo migliore amico solo che mio padre diceva che sembravo una femminuccia allora me lo prese nella notte e lo fece scomparire. Il giorno dopo lo trovai nella spazzatura tagliato a metà, ho pianto per una settimana" ascoltai la sua storiella triste e alla fine non sapevo se piangere pensando al finale o ridere immaginandomi Leon dormire abbracciato a un peluche. Mi girai lentamente verso di lui che mi sorride accarezzandomi una guancia " perché piangi bimba?" Era l'unica persona a cui avrei sempre voluto dire la verità è così feci "non vorresti una ragazza come lei?" Lui sbarrò gli occhi sorpreso poi mi picchietto un dito sul naso avvicinando il suo viso al mio. Mi diede un semplice bacio e stampo e si allontanò sorridendomi "ti immagini? Io con quella? È troppo alta, troppo truccata e si comporta ascoltando sempre ciò che gli viene detto. Io amo una nana che anche quando piange è stupenda e non mi ascolta mai" scoppio a ridere e mi asciugo le lacrime mettendomi a sedere. "le tue labbra sono morbide da baciare dopo che hai pianto" me le toccai con un dito e sorrisi timidamente. Si alzò in piedi e io misi le caviglie sotto il mio sedere così da essere alla sua altezza e buttarmi tra le sue braccia "stai facendo il romantico" sussurrò sul suo petto, lo senti sorridere e poi mi sussurrò "sì ma deve rimanere tra di noi perché dopo oltre che figo sarei anche romantico e sarei fottutamente perfetto" scoppiai a ridere e lo baciai mandando a fanculo tutte le mie insicurezze.



Eravamo tutti quanti davanti scuola a chiacchierare, alla fine tutti avevano fatto due più due e avevano capito che io e Leon stiamo ansiamo. La loro reazione era del tutto normale, le uniche frasi uscite dalle loro bocche erano: "Leon Vergas ha una ragazza, i miracoli accadono" oppure urli e salti di Francesca per poi farmi il muso dicendo "sono la tua migliore amica e non mi hai detto nulla stronza" io ero scoppiata a ridere per poi abbracciarla.

"Ragazzi andate io devo fare una cosa" disse Leon ricevendo solo sguardi maliziosi da parte dei ragazzi, ridacchiai e lo osservai mentre alzava gli occhi al cielo - "stavo pensando a una cosa" alzai un sopracciglio "cosa?" mi prese la mano e disse "beh ora che sicuramente sapranno di noi due dato che farai lo corsa possiamo non nasconderci" stavo sognando, non poteva essere vero. "Vuoi dire a tutti di "noi"? Io e te?" Chiesi già eccitata. "Ehm si" gli saltai letteralmente al collo quasi con le lacrime agli occhi dalla felicità. Lo sentii ridere e mi alzó da terra stringendomi a sè ancora di più. Tutti intorno ci guardavano straniti con sguardi interrogativi ma io me ne fregavo altamente. Avrei potuto vivere la mia storia con lui senza segreti o nascondigli e questo voleva dire far capire a una certa Allison che Leon era mio. TUTTO MIO.
"Ti amo tanto" sussurrai in preda alla felicità più assoluta- "anche io piccola, anche io".

"Vilu non puoi arrabbiarti ogni volta che la macchina va indietro invece che avanti" mi disse Leon arrivato quasi all'esasperazione. Ero alla mia prima lezione e i risultati erano solo un paio di infarti del ragazzo accanto a me che stava pregando per la sua macchina o bambina come la chiama lui. "Ti stai scusando con una macchina brutto stronzo? Non c'è bisogno che le fai le coccole, è un auto" lui si girò verso di me e mi puntó il dito contro "attenta a come parli piccola, questa è la MIA auto" sbuffai e uscii fuori. "Oh dal cofano sì che impari a guidare" mi urlo dietro, stavo iniziando imprecare in tutte le lingue del mondo. "Hai rotto i coglioni" gli urlai mentre presi posto sul sedile del passeggero. "Oh beh tu stavi per rompere la mia macchina, non ce la faremo mai cazzo, quella ci sa fare sulle auto e tu vai indietro invece che avanti" se voleva farmi infuriare ci riusciva perfettamente, non solo preferiva la sua stupida macchina a me ma osava nominare quella troia. Ero furiosa e incazzata. Spostai il mio sguardo su di lui e vedevo che stringeva il volante così gli urlai di accostare e lui lo fece sbuffando. "Bene ora che mi sono fermato che pensi di fare?" Mi alzai in dal sedile per mettermi a cavalcioni sulle sue gambe e lui mi guardò sbalordito. "Ora la finisci di parlare di auto e di troie e mi baci altrimenti ti giuro che non ti rivolgo più la parola" non se lo fece ripetere due volte che le sue labbra erano sulle mie. Appassionate, affamate e vogliose. Amavo litigare con lui solo per questo. Mi accendeva e lui solo lui era quel secchio d'acqua pronto a spegnermi.

Il destino li ha separati ora li riunirà?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora