•1 - Il fratello dell'anno.

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ASH

Odora ancora di nuovo, la mia bellissima Audi bianca che è diventata la mia bambina da appena due mesi.
I sedili nuovi, lisci e i vetri puliti. Non potrei essere più contento.
Osservo il mio riflesso dallo specchietto e sorrido, sistemando il burrocacao con le dita.

Penso di avere ottime occasioni di vincere come fratello maggiore dell'anno, perché nessuno avrebbe la mia pazienza in questo momento.
Nessuno correrebbe per tutta Manhattan in cerca del fratellino che ha, maldestramente, rotto la sua bicicletta nuova perché "l'autista no, darei troppo nell'occhio".
Già, nessuno, tranne il sottoscritto che sta iniziando a far vacillare le sue buone intenzioni.

«Andiamo, Andy - dico, mentre picchietto in modo frenetico le dita sul volante bianco - se non ti sbrighi, ti uccido sul serio.»

"Aspettami nel parcheggio del campo da basket". Ebbene, eccomi qui ma di Andrew non c'è alcuna traccia.
Devo studiare un capitolo intero di storia per domani, ma invece di piangere insieme al mio migliore amico sto aspettando il mio fratellino scansafatiche.
Decido di concedergli altri due minuti, prima di andare a prenderlo per le orecchie e portarlo a casa con la forza.
Due minuti è tutto ciò che mi posso permettere alle sei e quaranta di sera, il giorno prima di un test.

Controllo il cellulare, ma non c'è alcun messaggio che mi faccia capire che può cavarsela da solo.
«Ti adoro Gaga, ma adesso devo uccidere mio fratello» dico, parlando con lo stereo dell'auto dove sta andando "Alice" di Lady Gaga.
Spengo il motore, afferro la giacca e mi affretto a scendere dalla macchina con il sangue che sta iniziando a farsi più caldo nelle mie vene.

Non sono mai stato un tipo paziente e questo è sempre stato il mio punto debole. Beh, c'è chi potrebbe pensare che io mi senta superiore e perfetto ma chi lo dice non mi conosce così bene come crede.
Voglio dire, non possono di certo sapere che sono perfetto sul serio.

Appena vedo un ragazzino avvolto in una giacca di Gucci, riconosco Andy che sta parlando con una ragazzina.
I miei occhi si fermano su di lei e il suo look niente male: treccine viola, eyeliner perfetto, pelle color caramello, rosetto poco più che nude e un bellissimo top nero. Non sembra per niente il tipo di mio fratello.

«Andy, sei pronto?» Gli domando, appena mi fermo. Lui sussulta sorpreso.
«Ash! Perché sei sceso dall'auto?» Chiede, con un disappunto nella sua voce.
Alzo le sopracciglia, «forse perché tu non ti sbrigavi a venire.»
Controlla il suo cellulare e mi guarda, in modo colpevole. «Mi dispiace» dice, sforzando un sorriso.

«Non fa niente, basta che adesso torniamo a casa. Devo finire di studiare.»
Faccio per incamminarmi verso il parcheggio, ma appena vedo che lui non mi sta seguendo mi fermo e lo guardo. «Andy? Andiamo, dai.»
Lui inizia a giocherellare con le sue mani, così sospiro. «Cosa c'è?»
«Volevo chiederti se posso andare a casa di Reina stasera.»
Aggrotto le sopracciglia, confuso. «Reina?»

Indica la ragazza al suo fianco, che è rimasta in silenzio fino ad ora. «Oh, piacere.»
«Ciao» mi dice, con un sorriso.
«Allora posso?» Domanda, in modo speranzoso. Tengo le braccia al petto e mi mordo l'interno della guancia, «non so, mamma e papà ci stanno aspettando...sai quante storie fanno sulla puntualità.»
«Per favore» mi supplica, congiungendo le mani.

«E poi come pensi di arrivarci?» Domando, scuotendo la testa. «Beh, ci porterebbe mio fratello...sta venendo a prendermi.»
Guardo la ragazza, «tuo fratello?»
«Sì, eccolo è lui.»
Mi giro, incontrando lo sguardo di un ragazzo che sta venendo verso di noi con una sigaretta tra le labbra. Oh Gesù.
Onestamente spero che passi avanti e che Reina intenda il ragazzo dietro di lui, ma purtroppo so che non è così visto che sta salutando sua sorella. Stento a crederci.

DANGEROUS PERFECTIONOnde histórias criam vida. Descubra agora