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"Ho ucciso una persona..."

Mi portai le gambe al petto, la mia schiena contro la porta della zona sicura. Fissavo il vuoto, cercando ancora di capire dove fossi finita e se quello che stava accadendo era reale.

"Ho ucciso una donna che sarebbe potuta essere mia madre..."

"Ma non lo era" sentii dire, girai la testa verso la mia sinistra, vidi Chishiya camminare verso di me "non biasimarti"

Mi accigliai, come faceva ad essere sempre così... calmo?

"Come fai a stare tranquillo? Sai dove siamo? Come siamo finiti qui?" Erano domande alle quali non sapevo dare risposta, il che non mi capita mai.

"No. Non lo so" i suoi occhi finirono su un bigliettino che aveva tirato fuori dalla tasca "Ci sono tante cose che non capisco ancora" disse concentrandosi su quel pezzo di carta

"Cos'è?" Mi alzai da terra

"Era nella tasca dell'oni... non so cosa sia, almeno per ora"

Guardai il foglietto, tante linee una addossata all'altra, sembravano non avere un senso, ma sapevo nel profondo che un senso ce l'avevano. Tutto ha un senso, anche questo mondo. Almeno credo.

Chishiya rimise il pezzetto di carta nella sua tasca "Cercherò di decifrarlo" disse iniziando a camminare verso l'uscita

"Aspetta!" Tornò a guardarmi "Dove stai andando?"

"Non lo so" ghignò prima di tornare a camminare "Cerca di sopravvivere Saeko" mi disse senza guardarmi, uscendo dalla game arena e sparendo nel buio.

Mi accigliai e guardai il cellulare che dall'inizio del game era rimasto nella tasca dei miei pantaloncini.

"Visto?" lessi

Poco dopo apparirono sullo schermo cinque simboli delle picche, esattamente come il tipo di game che avevamo appena affrontato.
Dopo poco vidi la ragazza arrampicatrice passarmi accanto, anche lei stava uscendo dall'arena.

"Scusami! Tu!" urlai, lei si girò "Cos'è il... visto?"

Camminò verso di me "Sono i giorni che ti restano. Se entro la fine dei cinque giorni non partecipi ad un altro game, vincendo e acquisendo nuovi giorni da vivere, morirai"
Poi fece per andare via, ma la bloccai.
Era come se il mio cervello stesse per esplodere.

"Ti prego..." sentii le lacrime salirmi agli occhi "...non lasciarmi sola. Non ho nessuno nessuno qui... io..." alcune lacrime iniziarono a rigarmi il viso, mi coprii con la manica della felpa.
Odiavo farmi vedere in quello stato, debole, vulnerabile.
Ritrassi le lacrime.

"Il mio ragazzo è morto in questo game. Io non so che fare e tu sembri così sicura di te ed esperta." dissi tutto in un fiato "Posso... stare con te? almeno fino al prossimo game?"

Lei sospirò, mi guardò quasi schifata. "Devi contare solo su te stessa in questo mondo lo sai?" disse, sembrava così decisa.
Io annuii, non me la sentivo di darle torto.
"Bene, allora saprai anche che io farò di tutto per sopravvivere. Di tutto."
Con quella frase mi fece ben capire che se fosse servito, mi avrebbe sacrificata.

"Anch'io. Farò di tutto" risposi, altrettanto decisa.
Lei mi guardò, poi fece un veloce inchino
"Usagi" si presentò.
Io feci lo stesso "Saeko".

_______

"Ho ancora del coniglio da stamattina, ti va?" Chiese Usagi mentre cercava di accendere un fuoco.
La osservai, faceva tutto come se fosse in questo mondo da mesi, anni.
Era così sicura, intraprendente, quasi mi spaventava.
I capelli scuri e molto corti descrivevano la sua personalità, come i vestiti sportivi che aveva, era un'arrampicatrice anche nel mondo reale, si vedeva dall'abbigliamento, dalla marca delle scarpe.

"Non ho molta fame" dissi qualche secondo prima che il mio stomaco iniziasse a brontolare.
Mi guardò con uno strano sguardo, poi rise leggermente "Credo che invece tu ne abbia"

Disse porgendomi un piatto, probabilmente preso da un negozio abbandonato, con del coniglio appena cucinato.
Le sorrisi, ero contenta di non essere sola.

Il mio cervello si fiondò sull'immagine di Kaito, a terra, in quella pozza di sangue, il suo corpo senza vita.
Sentii di aver bisogno di piangere, ma le lacrime avevano il terrore ad uscire.
Da una parte sono libera da una schiavitù che stavo sopportando da quasi un anno, dall'altra mi sento responsabile della morte di qualcuno, mi sento un'assassina.

"Non pensarci troppo" La ragazza dai capelli corti e mori disse addentando della carne "è inutile rimuginare." Mi guardò come se mi capisse, anche se le sue parole mi tagliarono il cuore dal tono, quasi senza emozioni, che aveva assunto.

Portai il mio sguardo sul piatto che aveva preparato Usagi.
Lo assaggiai, era buono, forse avevo effettivamente fame.

"Stanotte puoi dormire con me, domani andremo a prenderti una tenda" Disse montando la sua, era gentile in realtà.
Io annuii.
"Buonanotte Saeko" disse entrando nella tenda.

Ricambiai la buonanotte e rimasi un po' fuori a guardare il cielo stellato. Riuscii a vedere qualche costellazione, e iniziai a sorridere.
Ora andrò a dormire e poi mi sveglierò da questo incubo.
Questo fu il mio pensiero prima di entrare nella tenda di Usagi, mettermi comoda, e cercare di addormentarmi.

shattered || chishiyaWhere stories live. Discover now