quattro

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Era ormai mattina, mi svegliai nel mio letto senza sapere come. L'ultima cosa che mi ricordavo era di essermi addormentato nel furgone di Hoseok, continuavo a chiedermi chi mi avesse portato fino in camera mia.
Il silenzio regnava per tutta casa.
Mi alzai dal letto e presi qualcosa di pulito per poi andare in bagno a farmi una doccia calda.
Forse non dovevo iscrivermi alle gare, non mi sentivo ancora pronto a vedere Ken.
Pensavo di averla superata, ma l'attacco di panico è stata la prova che mi sbagliavo. Avendo vinto la gara di ieri sera, la sua attenzione è di nuovo su di me.
Il "nuovo arrivato che ha battuto il campione in gara del momento".
Cercai di non pensarci e uscii dalla doccia. Mi cambiai ed scesi al piano sotto incontrando mio padre.
"Buongiorno" dissi, rispose solamente "Buongiorno Jimin" tornando sui suoi passi e andando verso la cucina.
Provai a seguirlo cercando di avere anche solo una minimo conversazione, vedendomi in cucina con lui però continuò ad ignorarmi.
"Ti sei divertito ieri in moto, conosco i miei polli. So perfettamente che Taehyung frequenta il tuo circolo vizioso. Alla fine ci sei riuscito. Hai fatto entrare l'ultimo e unico figlio che reputavo sano"disse amaramente
"Ah vedo che hai trovato un'altra colpa da addossarmi. Io non c'entro niente, quando me ne sono andato ha fatto tutto lui, perché devi darmi tutta la cazzo di colpa!" dissi sbottando
"perché caso strano frequenta proprio il circolo che frequentavi tu, poi questa passione per la moto, la tua fottuta iscrizione alle belle arti per una stupida moda, quando avresti potuto ereditare la gestione della mia azienda. Reputavo sano Taehyung, ha sempre dato ascolto alle mie idee, e si è pure iscritto ad economia aziendale, tra poco prenderà lui le redini della società mentre tu...tu non avrai mai manco un cazzo di centesimo della mia eredità"
"fai come cazzo ti pare, non me ne frega un cazzo della tua azienda di famiglia. Non ho mai sopportato l'azienda Kim. Proprio per questo ho preso il cognome di mamma. Sono grato che Taehyung non abbia preso il tuo carattere di merda" dissi per poi andare verso la mia camera e prendere la tuta della moto.
Tempo di cambiarmi e ci ero gia sopra sfrecciando per strada.
Quanto cazzo non sopportavo mio padre e la sua stupida ideologia vecchio stampo, mi dava letteralmente il voltastomaco.
Non sapevo precisamente dove andare, vagavo per le strade di Seoul mezze vuote della domenica mattina.
Forse l'unico posto dove potevo andare ora era casa di Yoongi, l'unico dei miei amici che riusciva a rilassarmi e a farmi stare bene.
Così cambiai rotta dirigendomi verso il suo quartiere, non molto distante dal centro.
Ben presto ero sotto casa sua, nel frattempo pregavo che non mi uccidesse per averlo svegliato prima del solito.
"Chi cazzo è che mi rompe i coglioni la domenica mattina?" Risuonò la sua voce dal citofono
"Yoongi sono io, Jimin" dissi ridendo appena.
"sali." rispose solamente aprendo il portone.
"Che cazzo ci fai qua?" facendomi entrare in casa
"ho litigato con mio padre, ero fuori in moto e non sapevo dove andare. L'unico che mi è venuto in mente sei tu." dissi facendomi strada dentro casa sua.
Non l'avevo ancora vista di persona, viveva da solo da tre anni. Subito dopo aver finito l'università lo avevano assunto come agente immobiliare, me lo aveva raccontato in chiamata quando vivevo ancora in America.
Era un appartamento molto moderno e parecchio grande per essere un monolocale.
"Dai vabbè. Vieni a sederti sul divano così mi parli di quello che ti ha detto tuo padre" disse lui facendomi strada verso il divano
"sa che Tae frequenta il mio vecchio gruppo e mi ha addossato la colpa come sempre, facendomi passare per l'errore più grande della sua vita" dissi sedendomi di fianco a lui
"questa non ci voleva, quando eri ancora qua Tae non frequentava ancora quel circolo, casualmente mi aveva chiesto di portarlo lì una sera, e da quel momento ci è sempre ritornato. Non lo avevo mai lasciato da solo lì dentro"
"lo so Yoongi. Le voci sull'accaduto sono girate poi a scuola, ricordi? Jaemin che era più piccolo di noi quella sera era lì presente, magari lo ha detto a Taehyung o magari è stato qualcun altro"
"Jimin, non ti fasciare la testa ora. Ormai sono anni che Tae frequenta gli Shinigami, non è colpa tua" disse mettendomi una mano sulla gamba
"mh come dici tu. Cambiando discorso, ieri sera, tu sai chi mi ha riportato in camera e chi ha posato la mia moto?" chiesi
"ti ha portato Taehyung in stanza, mentre se ricordo bene io e Jungkook abbiamo sistemato la tua moto" disse
"era ancora innervosito quando era con te?"
"non molto, penso che si sia sfogato con Hoseok mentre dormivi. Ma non saprei Jimin"
Erano ormai le undici, Yoongi era crollato sul divano e a me era arrivata una chiamata da mamma che mi domandava dove fossi finito. Così presi le mie cose e uscii da casa di Yoongi per tornare a casa mia. Dovevo parlare con Taehyung e chiarire questa faccenda.
Avevo nascosto per quattro anni il circolo, fino a quando non ebbi l'incidente.
Taehyung in quei quattro anni ci era già entrato e nostro padre ne era a conoscenza.
Al mio ritorno ad aspettarmi in salotto c'era mia madre insieme a Tae, stavano guardando un film commentando qualche scena.
"sono a casa" dissi salendo le scale, "tolgo la tuta e scendo" aggiunsi sentendo un segno di approvazione da parte di mia madre.
Tempo di posarla ed ero gia sotto in salotto come avevo detto.
"Dove sei stato?" chiese Taehyung
"da Yoongi" dissi sedendomi di fianco a mia madre
"a fare?" chiese ancora Taehyung incuriosito
"nulla di particolare, dopo pranzo dobbiamo parlare" risposi distogliendo lo sguardo dalla televisione per guardare Taehyung.
Lui annuì solamente senza aggiungere altro.
Il pranzo era stato più duro del solito, dopo la conversazione con mio padre e avendolo davanti a me mentre mangiavo faceva solo chiudere ancora di più il mio stomaco per il disgusto che provavo.
"bene, io vado in camera" dissi alzandomi dalla tavola non riuscendo a stare altri minuti in più.
Dopo essere entrato in camera mi raggiunse anche Taehyung chiudendo la porta alle sue spalle.
"di cosa volevi parlarmi?" disse incuriosito
"come cazzo fa nostro padre a sapere che ti sei unito al circolo. Porca troia Taehyung!" dissi alzando leggermente il tono
"che cazzo ne so, avrà qualche spia. Jimin, io non gli ho mai detto niente, sai che non ti ho mai raccontato cazzate" disse
"ah no? Allora perché non sapevo che ti fossi unito al circolo di Ken? Tae dimmi sta cazzo di verità!"
Taehyung era decisamente a disagio e anche preoccupato, glielo si poteva leggere in volto.
"Le voci circolano, lo avevo sentito da qualche tipo quando ero al liceo. All'inizio quando sei andato via nessuno sapeva che cosa ti fosse realmente successo, sapevano solo che ti fossi drogato più del solito facendo così un incidente. Ed era la stessa cosa che sapevo io. Poi un giorno stando fuori sentii di questo circolo e del tuo incidente così Yoongi mi accompagnò e lì conobbi Ken.
Aveva puntato gli occhi su di me, ma come ben sai i miei gusti, aveva ben poco da provarci con me, in più avevo sempre Yoongi attaccato. Pian piano stando lì avevo unito tutti i pezzi, come del perché Jin e Veronica erano andati via dopo la tua partenza.
Papà lo avrà sentito quando andava a scuola per chiedere il tuo trasferimento per l'America.
Jimin, te lo giuro, io non ho mai detto a papà queste cose. Sai che non ti mentirei mai"
"quel figlio di puttana, pure da te doveva andare. Lurido verme. Grazie per avermi detto la verità solo dopo otto anni" dissi infastidito
"Jimin, scusa se non te ne ho parlato prima, avevo paura della tua reazione" disse ancora Taehyung cercando di abbracciarmi
"adesso Ken come si comporta con te?" chiesi
"da quando è arrivato Jungkook in città ha smesso di assillarmi, infatti anche dopo la gara di ieri Ken ha chiamato lui, non me. Non posso cantar ancora vittoria, ma ora sono più tranquillo" rispose.
Ora avevo capito meglio il comportamento di Jungkook dopo la chiaccherata avuta con Ken.
Quel bastardo sarebbe riuscito a perseguitare chiunque, faceva schifo.
Dopo che Taehyung lasciò la mia stanza ne approfittai per iniziare con il programma da studiare. Non volevo rimanere troppo indietro prima dell'inizio delle prove. Fortunatamente controllando i miei appunti della mia vecchia università americana non mi mancavano troppi argomenti. Dovevo semplicemente colmare alcuni vuoti.
Il tempo sopra i libri era passato decisamente in fretta, era già rientrato Taehyung dalla sua uscita con una ragazza, e a momenti sarebbe venuta a chiamarmi mia madre per scendere a mangiare.
Almeno avevo recuperato il vuoto che avevo in filosofia.
A cena l'atmosfera era decisamente molto più tranquilla, mio padre non c'era e potevo trascorrere una cena senza che il cibo mi rimanesse sullo stomaco.
"Allora Taehyung, con chi sei uscito?" chiese nostra madre incuriosita
"è una ragazza mamma, siamo amici" disse Taehyung diventando leggermente rosso
"dai adesso voglio saperne di più" dissi allora ancora piú incuriosito di nostra madre
"si chiama Evelin...Jimin tu l'hai anche conosciuta sabato sera" disse Taehyung ancora rosso
"non pensavo ti interessasse" dissi senza troppi giri di parole
"è carina" disse solamente sorridendo appena
"descrivimela" chiese nostra madre sorridendo alla scena di Taehyung tutto rosso
"alta quanto Jimin, magra, riccia e occhi verdi. Ha anche un bel sorriso" disse Taehyung, "e fa anche la modella quando le capita per pagarsi gli studi" aggiunse
"allora se le cose si faranno serie la voglio conoscere, so perfettamente che hai dei buoni gusti. Per lo meno non ti piacciono quei cessi che piacciono a tuo fratello" disse poi nostra madre facendomi una linguaccia
Prima che potessi ribattere, Taehyung aveva preso parola, lasciandomi col dubbio
"ma sai mamma, secondo me se vedessi un ragazzo che potrebbe star facendo il filo a Jimin, ne rimarresti stupita" disse
"ma chi" chiesi incuriosito
"Jeon Jungkook ovviamente" disse Taehyung ridendo e lasciandomi letteralmente senza parole.
Era vero che Jungkook fosse un bel ragazzo, però che mi facesse il filo, secondo me era un commento un po' troppo affrettato
"mamma mia quanti scoop, adesso voglio anche la sua di descrizione, dai Jimin!" disse nostra madre incitandomi
"Allora, capelli lunghi, mossi, con un piercing al labbro inferiore e un altro al sopracciglio, alto come Tae, ben messo fisicamente e con dei tatuaggi ma non saprei dirti quanti" dissi
"dovrei vederlo prima di giudicare... quindi in qualsiasi caso fammelo vedere Taehyung. Conto su di te, so che Jimin tende a nascondermi i suoi spasimanti" disse poi nostra madre
Roteai gli occhi leggermente infastidito, però era vero, non ho mai fatto conoscere mia madre a nessuno se non ai miei amici più stretti.
"Certo mamma, tanto so che ti piacerà" disse Taehyung ridendo
"hai finito di ridere? scemo" dissi io ridendogli in faccia "sembri proprio un coglione!" dissi ancora guardandolo meglio
"vaffanculo Jimin!" disse poi lui dandomi un pugno sulla spalla.
Era proprio in questi momenti che mi sentivo finalmente a casa. Quando mi sentivo parte di questa famiglia e non dovevo stare sempre fuori a bighellonare.
Mi era mancato il rapporto con mia madre, anche se ero lontano la sentivo ogni giorno, ma ora che sono tornato e avendola così vicina mi sento decisamente meglio. La stessa cosa valeva per Taehyung. Ora che è cresciuto e usciamo insieme, per fortuna o sfortuna, negli stessi posti e frequentando lo stesso giro era ciò che più mi era mancato vivendo con mia zia in america.
La quiete però era cessata, mio padre entrò in casa completamente ubriaco.
Non sapevo nemmeno che si riducesse molto spesso così . Vedendolo per la prima volta in queste condizioni mi fece leggermente impressione.
Entrò in cucina e mi squadrò facendo un sorriso.
"guarda Jimin, tu sei proprio come me. Quando tornavi fatto in casa eri identico a me in questo momento se non peggio, era per quella merda che ti fumavi con quel figlio di puttana!" disse con lo stesso sorriso che aveva prima
"pa' hai rotto il cazzo, devi finirla con quella storia" dissi alzandomi dal tavolo andando di fronte a lui "non me ne frega un cazzo del tuo insignificante pensiero su di me, quindi finiscila di rompermi i coglioni ogni volta che ne hai l'occasione" dissi spingendolo e tornandomene nella mia stanza.
Ero piuttosto innervosito e continuavo a sentire gli insulti di mio padre nei miei confronti, mentre la mamma cercava di calmarlo in qualsiasi modo.
Continuo e continuerò a chiedermi come abbia fatto a sposarsi un uomo così rivoltante.

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