~ Capitolo 23

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La situazione tra Annabeth e Percy era decisamente peggiore rispetto alla settimana precedente, dove quantomeno parlavano. Ora la ragazza gli rispondeva a malapena e sempre con monosillabi.
Non che il ragazzo in effetti la biasimasse, lei era addirittura andata in Inghilterra per vederlo e lui invece che essere gentile e scusarsi semplicemente la aveva trattata malissimo. E anche se Percy aveva avuto la conferma che Annabeth si interessava di lui e voleva essere parte della sua vita, non riusciva a non sentirsi in colpa per ciò che aveva detto e desiderare di rimangiarsi la parola data. Ma ormai era troppo tardi.

Percy nonostante tutto aveva dei doveri a cui adempiere e non poteva certo passare troppi giorni chiuso nella propria stanza, dove comunque passava ogni momento libero. In effetti sarebbe stato più corretto dire che usciva solamente per le riunioni.
Ovviamente tutto a palazzo avevano capito che qualcosa non andava, ma solo i suoi amici sapevano veramente cosa fosse successo. E non avevamo comunque la storia completa visto che ogni volta che cercavano di chiedere spiegazioni a Percy, lui li liquidava semplicemente dicendo di essersi comportato da idiota. A nulla servirono i tentativi di Jason di estorcere qualche informazione in più, visto che sembrava che si vergognasse lui stesso di quel che era successo al punto da non volerne neanche più parlare.

Dall'altra parte del mondo Piper non se la cavava certo meglio rispetto al proprio ragazzo, finalmente ufficiale. Ogni giorno Annabeth andava sul set e le truccatrici si lamentavano delle occhiaie sempre più profonde che le solcavano il viso. E una volta finita la giornata di lavoro a nulla servivano i tentativi della mora di farla uscire di casa, sembrava che Annabeth si volesse stanziare nella sua stanza per sempre.
Ovviamente anche Piper cercava ormai da giorni di capire cosa l'avesse ridotta in quello stato, ma la bionda sembrava irremovibile tanto quando Percy. Anzi addirittura Annabeth si rifiutava di riconoscere che qualcosa non andasse.
"Sto bene Piper, faccio solo fatica a dormire." Era la sua scusa prediletta. Sembrava che ogni volta cercasse di convincere più sé stessa che la propria amica, ma poco importava perché restava comunque impuntata sulla sua decisione di tenere la bocca chiusa.

Addirittura Piper non aveva neanche saputo che il malessere della bionda derivasse proprio da Percy, benché avesse qualche sospetto visto che era in quello stato da quando erano tornate dall'Inghilterra. Aveva avuto le sue conferme durante una telefonata con Jason in effetti.
"Come sta Annabeth?" Le aveva chiesto il ragazzo nel bel mezzo di una conversazione apparentemente normale.
"Perché me lo chiedi scusa? Ti ha detto qualcosa?" Aveva domandato Piper improvvisamente sospettosa. Del resto i due, fortunatamente, non parlavano mai di Annabeth e Percy se non in circostanze in cui si lamentavano di quanto fossero ottusi e negassero a loro stessi il piacere di stare insieme. Ma erano comunque situazioni rare.
"Beh non so se ne sai qualcosa più di me ma dev'essere successo qualcosa la sera che sono rimasti da soli insieme. Percy esce dalla sua stanza solo ed esclusivamente per le riunioni, ha smesso anche di mangiare con la sua famiglia, e si ostina a dire di essere stato un idiota. Ma non mi ha detto altro. Speravo che magari tu sapessi qualcosa in più, a dire il vero sto iniziando a preoccuparmi per lui." Le aveva confessato Jason.
In quel momento tutti i puntini già presenti nella testa di Piper si erano collegati. Del resto era ovvio che fosse successo qualcosa ma non ne aveva avuto la certezza dato che Annabeth si rifiutava di parlare con lei.
Per un attimo aveva sperato che Jason avesse qualche informazione in più, ma sfortunatamente per entrambi erano allo stesso punto: zero. Non potevano aiutare né Annabeth né Percy in alcun modo e sicuramente se avessero proposto un'altra uscita almeno uno dei due avrebbe rifiutato.

La vita però andava avanti e tra una riunione e l'altra Percy non aveva comunque la possibilità di stare da solo. Era infatti sdraiato sul suo letto quando qualcuno bussò alla sua porta. Ebbe quasi l'impulso di ignorarlo e fare finta di non essere lì ma senza dubbio non sarebbe stato credibile e la persona fuori era decisamente insistente.
"Sarà meglio che sia importante." Borbottò tra sé e sé alzandosi per andare ad aprire la porta.
Subito una testa bionda entrò nella sua stanza senza neanche chiedere il permesso e Jason si stravaccò sulla sedia alla scrivania di Percy, girandola verso il letto.
"Prego entra pure, fai come se fosse la tua stanza." Disse il moro con un tono scherzoso, ma che al suo interno nascondeva l'effettivo fastidio, prima di chiudere la porta alle proprie spalle e buttarsi nuovamente sul letto.
"Suvvia fai almeno finta di essere felice di vedermi. Non sono mica qui per farti un clistere o qualcosa del genere." Rispose per le rime il biondo con un sorrisetto sulle labbra.
"Ho una riunione tra poco e speravo di potermi rilassare un po' sai?" Disse Percy.
"Sei appena stato a una riunione e so per certo che la prossima inizia tra un'ora, visto che ci sarà anche mio padre. Sei un pessimo bugiardo." Commentò Jason con una risatina, guadagnandosi un'occhiataccia da Percy, che ora si era seduto sul proprio letto.
"Quindi sei qui per disturbarmi e basta?"
"Sai, nonostante tu sia praticamente chiuso in questa stanza da giorni, è buona norma sapere come stanno i propri migliori amici." Continuò a punzecchiarlo il biondo. "A proposito, da quant'è che non apri le finestre? C'è proprio puzza di chiuso."
"Non che io non apprezzi l'essere preso in giro da te, Jas, ma potresti semplicemente dirmi cosa vuoi?" Chiese a quel punto Percy con un sonoro sospiro.

Royal Highness ~ Percabeth AU Where stories live. Discover now