CAPITOLO 2

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Raven spense il computer, prese la borsa ed uscì dal proprio ufficio. Per tutto il giorno vi era rimasta chiusa dentro per evitare d'incrociare Anya. Si era pentita di averla baciata... no, non era vero! Non si era pentita affatto e ciò aumentava l'imbarazzo del suo gesto. Si era eccitata mentre si baciavano e se non fosse stato per il telefono forse si sarebbero spinte anche oltre. Scosse la testa schiacciando il pulsante di chiamata dell'ascensore. Ma cosa stava pensando?! Anya Forest era un'inguaribile donnaiola che non rispondeva per nulla all'idea romantica che lei aveva in testa e che cercava in una donna! Anya era tipa da sveltine nella toilette, o sesso orale in macchina, mentre lei voleva champagne e fiori, petali di rose su un letto comodo.

"Dio Raven ma a chi vuoi darla a bere?!", pensò mentre l'immagine di Anya che la scopava selvaggiamente sulla sua scrivania le bombardava il cervello.

Pigiò nervosamente il pulsante di chiamata. Ma dove era finito quel maledetto ascensore?! Si era schiantato a terra?! Magari con la fonte del suo stress al suo interno!!

"Prendertela con quel pulsante non farà arrivare prima l'ascensore", purtroppo non era così fortunata.

"Eh no cavolo! Perché era ancora lì?!".

"Oggi hai preso sul serio il tuo lavoro?", disse la bruna. La miglior difesa è l'attacco!

La vide sorridere con la coda dell'occhio.

"Affabile come sempre signorina Reyes!".

"Mi attengo ai fatti. Non ti ho mai vista a quest'ora in ufficio", finalmente giunse l'ascensore ed Anya le fece cenno di entrare per prima.

Una volta dentro entrambe, Anya pigiò il pulsante dei sotterranei.

"Forse sono più brava e veloce di te nello svolgere il mio lavoro", la provocò guardandola.

Raven si ostinava a guardare di fronte a sé.

"Spero tu non sia così veloce in tutto ciò che fai." oh cavolo, ma cosa stava dicendo?!

"Nessuna si è mai lamentata... ma è pur vero che ho sempre avuto la fortuna di scoparmi donne molto calde!".

"Ecco! Me la sono cercata!", pensò mordicchiandosi il labbro inferiore.

"Smettila Raven", l'altra si accigliò guardandola.

"Di fare cosa?".

"Morderti il labbro in quel modo", le porte si aprirono e Raven si fiondò fuori.

I tacchi echeggiavano sul cemento del pavimento del garage quasi del tutto vuoto. Raggiunse la propria auto con passo deciso, fece scattare le serrature quando era ancora ad un paio di metri. Quando mise la mano sulla maniglia della portiera si sentì afferrare e girare, ritrovandosi intrappolata tra la macchina ed il corpo di Anya.

"La tua somiglia ad una fuga", la provocò guardandola negli occhi.

"E la tua ad una molestia!", ribatté con il cuore in gola, ma non certo per la paura! Anya sorrise.

"Anche la tua nel mio ufficio! Cazzo Raven! Non puoi baciarmi in quel modo e sperare che io faccia finta di niente!".

"Volevo solo dimostrarti che non sono fredda come pensi, non era certo un invito a scoparmi!", ma a chi voleva darla a bere?! Di certo non ad una con l'esperienza di Anya.

"Non arriverei a tanto... ma forse un altro bacio posso concedertelo!", ora era lei che faceva parlare l'orgoglio. Raven si sentì ferita.

Certo, lei non era abbastanza per Anya Forest!

"Va a farti fottere Anya! E ora togliti dai piedi!", la spinse lontana da sé, salì in macchina ed andò via sgommando.

Anya guardò la macchina allontanarsi e sospirò dandosi dell'idiota. Come aveva potuto solo pensare di farsi quella pazza acida?!


*****


Raven s'infilò sotto le coperte e fissò le righe di luce create sul soffitto dalle veneziane abbassate. Aveva sbagliato, ora ne era certa! Si era fatta incastrare come una scema dalle continue provocazioni di Anya. Le sue fastidiose allusioni ad una sua presunta freddezza sessuale. L'aveva scossa facendole notare la sua solitudine affettiva, la mancanza di una donna, o più di una, che potesse desiderarla! Si era proprio comportata da figlia di puttana, mortificandola fino nel profondo! E lei aveva reagito stupidamente, baciandola, pensando che con quella provocazione l'avrebbe zittita, e invece le aveva messo una freccia in più nell'arco.

"Stupida Raven!", si rimproverò, ma non era nel suo carattere fargliela passare liscia e avrebbe venduto cara la pelle prima di farsi abbattere! Anya Forest si sarebbe pentita amaramente per come l'aveva trattata!


*****


Per la prima volta dopo mesi Anya non uscì a fare baldoria quel sabato sera. Rimase in casa a guardare film in tv, più o meno impegnati e poi si buttò sul letto addormentandosi sola con un libro vicino. Vuoi vedere che l'apatia è contagiosa e che quella donna gliel'aveva attaccata baciandola?! Si svegliò in piena notte attanagliata da un incubo, o almeno così pensava dato che era sudata e aveva il fiato corto. Poi si rese conto della sua eccitazione in mezzo alle gambe, alzò la testa e guardò in basso.

"Oh merda!", imprecò abbandonando di nuovo la testa sul cuscino.

Non stava facendo un incubo, ma un sogno erotico a giudicare da come era ridotta. Si passò una mano sulla fronte cercando di ricordare il sogno.

Ok, la sua macchina.... beh, per quanto le piacesse non le aveva mai procurato un'eccitazione simile! Dunque la sua macchina, vetri appannati... oh ok! Sorrise maliziosa, la cosa iniziava a farsi interessante!

Macchina, vetri appannati, sedile posteriore. Le sue mani su un sedere rotondo e carnoso... unghie conficcate nelle sue spalle. L'estasi aumentò facendola gemere, portò una mano in mezzo alle gambe e ad occhi chiusi continuò a far emergere il sogno. Unghie selvagge, pelle dorata e liscia. Morbidi capelli scuri. Oh sì, poteva sentire l'apertura stretta e calda della donna che era con lei, si vide possederla e alzò gli occhi su un seno sodo e bellissimo. Una goccia di sudore scivolò su quel corpo perfetto. Sentì sé stessa e la donna gemere, lei la cavalcava senza sosta. Una bocca stupenda gli sospirava davanti, entrambe stavano per avere l'orgasmo. Anya aumentò il ritmo dei suoi affondi, facendo entrare ed uscire le dita in modo frenetico dalla donna del sogno che la stava facendo impazzire, sentì una forte tensione nel suo fascio di nervi e quando giunse all'orgasmo la vide!

"Noooooo!", gridò tra il piacere e il disappunto.

Raven!

Sospirò rilassando i muscoli. Si alzò dal letto, andò in bagno, aprì l'acqua fredda e s'infilò sotto. Era furiosa con sé stessa e con il proprio corpo traditore!

Come aveva potuto fare un sogno del genere?! Masturbarsi mentre pensava di scoparsi Raven?! Perché proprio lei con tutti le belle donne che conosceva? Non che lei fosse brutta, anzi nel sogno...

"Basta! Smettila cogliona!", si disse a denti stretti.

E tutto quello per un cavolo di bacio dato per provocazione. Ridicolo!




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