Parte 2

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Parte 3 : Il suggello

Pansy avanzò rapidamente lungo il corridoio del quinto piano, cercando di pensare bene alla sua prossima mossa. Per fare un Voto Infrangibile aveva bisogno di una terza persona che sigillasse il patto, ma dove trovarla ? Per un attimo Pansy aveva pensato di chiedere a Draco Malfoy o una delle sue amiche, ma la ragazza aveva scartato subito l'idea. Pansy voleva la Granger tutta per sé e se avesse coinvolto qualche Serpeverde sicuramente avrebbe dovuto condividere la sua futura schiavetta. Inoltre Pansy non voleva che la schiavitù della sanguemarcio fosse di dominio pubblico, era probabilmente impossibile ma forse Silente avrebbe potuto trovare un modo per sciogliere il Voto Infrangibile.

"No, non posso rischiare" si disse la ragazza, spremendosi le meningi per trovare una soluzione al suo problema.

Le serviva qualcuno di facilmente controllabile, qualcuno che obbedisse ai suoi ordini come una specie di marionetta, proprio come avrebbe fatto tra poco Hermione Granger.

"Una marionetta ! " Pansy esclamò ad alta voce, per sua fortuna nel corridoio non c'era nessuno o avrebbero potuto pensare che fosse pazza. La soluzione era così semplice che Pansy si chiese come aveva fatto a non pensarci prima.

Quasi cominciò a correre tanto non vedeva l'ora di trovare qualcuno per mettere in moto il suo piano diabolico. Con la maledizione Imperius un mago può controllare totalmente un'altra persona che però può opporvi resistenza se è dotato di una grande forza di volontà, per tale motivo Pansy decise di trovare qualche ingenua ragazzina del primo anno su cui scagliare la sua maledizione. La ragazza aveva provato quell'incantesimo solo due volte, a casa sua con suo padre, e sapeva bene di non poter controllare a lungo qualcuno più maturo. Ci vollero quasi dieci minuti per trovare una piccola ragazzina di undici anni che sembrava fare al caso suo. La ragazzina saliva le scale con un piccolo gruppo di amiche ma nonostante ciò Pansy decise di agire. In un'altra occasione l'astuta Serpeverde avrebbe aspettato che la sua preda restasse da sola ma quella volta non poteva perdere tempo, gli effetti dell'Amortentia potevano finire da un momento all'altro e la Granger le sarebbe sfuggita. Appuntandosi bene la spilla da Prefetto sul petto, Pansy Parkinson si avvicinò rapidamente al gruppo di ragazzine e con voce imperiosa disse :

- Ehi tu ! Sì, tu con i capelli rossi, ho bisogno di parlarti - disse Pansy, prendendo il suo dito per un attimo sulla sua spilla, come per far capire alle ragazzine che avevano davanti un loro superiore.

Il gruppetto si fermò all'istante e la ragazza dai capelli rossi, che Pansy aveva scelto, sembrò quasi scoppiare a piangere. Le altre ragazzine si girarono verso l'amica come per dire - Che cosa hai combinato ? -

- Voi andate e cercate di non infrangere qualche regola della scuola o vi toglierò parecchi punti - disse Pansy, che voleva isolare la ragazza al più presto possibile.

Le altre ragazze si dileguarono nel giro di un secondo, poi proprio quando la ragazzina del primo anno stava per chiederle cosa avesse fatto per essere fermata da un Prefetto, Pansy estrasse velocemente la bacchetta e disse :

- Imperio ! -

Pansy seppe di aver avuto successo non appenalo sguardo della ragazzina si perse nel vuoto. La Serpeverde ricordava bene cosa si provasse a subire la maledizione Imperius, al quarto anno il Professor Moody, o meglio il mangiamorte che aveva assunto le sembianze del Professor Moody, aveva scagliato l'incantesimo sui suoi studenti per fare capire loro meglio una delle tre maledizioni senza perdono e cercare di imparare a resistergli.

- Seguimi - disse Pansy alla ragazzina Corvonero che subito obbedì all'ordine e cominciò a camminare come una sorta di sonnambula.

"Non dovrebbe essere così evidente che è sotto il controllo della maledizione Imperius" pensò Pansy mentre le due ragazze percorrevano il corridoio del quinto piano. La ragazza sapeva che era colpa sua, non aveva fatto molta pratica con quell'incantesimo, cosa abbastanza normale dato che era una magia proibita, inoltre usare una delle tre maledizioni senza perdono significava avere un biglietto di solo andata per Azkaban, la prigione dei maghi.

Il corridoio era ancora una volta deserto e le due ragazze giunsero al bagno dei Prefetti senza trovare ostacoli. Pansy fu molto soddisfatta di trovare Hermione Granger esattamente dove l'aveva lasciata, per terra, a pochi metri dal suo armadietto. L'amica del famoso Harry Potter stava ancora piangendo ma a Pansy non interessava e non vedeva l'ora di umiliare sempre più la sua più grande rivale.

- Alzati Granger e vieni qui - comandò Pansy

Hermione si alzò lentamente da terra, sapeva che era la sua ultima occasione per fuggire via ma ancora una volta non riuscì a muoversi, la possibilità di adorare quei piedi meravigliosi non le permetteva di disobbedire alla Serpeverde, che nel frattempo puntò la sua bacchetta contro la ragazzina Corvonero che aveva portato con sé e che, a giudicare dallo sguardo, sembrava essere sotto l'effetto della maledizione Imperius.

"Se il Suggello è sotto l'effetto di maledizione forse il Voto Infrangibile non funzionerà" pensò Hermione speranzosa, forse Pansy aveva fatto un grosso errore.
Pansy ed Hermione si strinsero la mano destra, la ragazzina posò la punta della sua sottile bacchetta sulle loro mani intrecciate, poi Pansy disse :

- Hermione Granger, vuoi tu essere la mia schiava devota per il resto della tua vita ? -

In cerca di pietà Hermione fissò per un instante Pansy negli occhi ma non ve ne trovò traccia. Poi rassegnata, la ragazza disse :

- Lo voglio -

Una lingua sottile di fiamma brillante scivolò dalla bacchetta e si avvolse attorno alle loro mani come un filo incandescente. Pansy sorrise trionfante, la maledizione imperius del suggellante non aveva creato problemi, Hermione Granger era ormai sua.

- E vuoi tu, al massimo delle tue facoltà, obbedire a tutti i miei ordini, servirmi ed adorarmi come una divinità ? -

- Lo voglio - disse ancora una volta Hermione.

Ci fu un attimo di silenzio, poi una seconda lingua di fiamma, che esplose dalla bacchetta della ragazzina Corvonero, si aggiunse alla prima e si strinse attorno alle mani intrecciate, come una fune, come un feroce serpente.

" È fatta ! " si disse Pansy Parkinson, Hermione Granger era ormai la sua schiava.

Sei in grado di cancellare la memoria di questa mocciosa, Granger ? - chiese Pansy all'improvviso, non voleva correre il rischio che la ragazzina ricordasse cosa era avvenuto mentre era sotto l'effetto della sua maledizione.

- Penso di sì - rispose Hermione, che estrasse la bacchetta e dopo averla puntata contro la ragazzina del primo anno, disse :

- Oblivion -

Nello stesso momento in cui Hermione scagliava l'incantesimo della memoria, Pansy liberò la ragazzina dalla maledizione Imperius e dopo alcuni istanti di silenzio, questa si guardò smarrita intorno e, con un filo di voce, disse .

- Co...cosa è successo ? Dove mi trovo ? -

- Sei nel bagno dei Prefetti, ti ho portato qui per rimproverarti di quello che hai fatto prima. Per questa volta sarò buona e non ti toglierò punti. Ora vattene - disse Pansy

La ragazzina non sembrò capire ma non se lo fece ripetere due volte, si voltò ed uscì di corsa dal bagno. Nel frattempo Pansy si girò per osservare la sua preda, che attendeva gli ordini della sua nuova Padrona.

- Finalmente siamo sole - esordì Pansy - Adesso, schiava, prostrati ai piedi della tua Padrona -

Hermione non esitò e subito si gettò ai piedi della sua odiata rivale, la ragazza non voleva rischiare che il voto magico pensasse che stesse disobbedendo ad un ordine, infatti questo avrebbe significato una cosa sola...morte. Nonostante però lei cercasse di negarlo, c'era un'altro motivo che l'aveva spinta subito ad obbedire...adorare finalmente i meravigliosi piedi di Pansy Parkinson. La Serpeverde proprio come prima le mise un piede in testa ma stavolta però indossava le sue scarpe nere. Pansy schiacciò con violenza la testa della sua nuova schiava e, divertita, le disse :

- Da tanto tempo desideravo metterti al tuo posto, sporca sanguemarcio, farti capire che non sei degna di essere una strega, non sei degna di frequentare questa scuola e camminare tra noi maghi. Da tanto tempo cercavo un modo per sottometterti, avevo pensato ad un ricatto ma sei sempre stata fortunata e Silente ha sempre ignorato la tua violazione delle regole, essendo tu l'amichetta del cuore del suo caro Potter. Certo non mi sarei mai immaginata che un banale incidente durante la lezioni di Pozioni mi dasse la possibilità di schiavizzarti, di schiacciarti come il verme che sei. Ora dimmi, ciò che ho appena detto non è la verità ? -

- Hermione piangeva per il dolore, ad ogni piccolo movimento di Pansy la suola della sua scarpa le stava quasi strappando i capelli. Le parole della ragazza erano molto umilianti, ma Hermione sapeva che la vera umiliazione doveva ancora cominciare, sapeva che doveva risponderle nel modo più umile e patetico possibile, non aveva dimenticato infatti le parole che aveva cominciato poco prima e sapeva che doveva adorare Pansy come una Dea. La ragazza infine si prese di coraggio e, con un filo di voce, disse :

- Sì Pans... -

- Si dice " Sì Padrona". Non dimenticare mai il tuo posto, schiava ! - la interruppe Pansy dandole un leggero, ma doloroso, calcio in testa -

- Sì Padrona...sì Padrona. Io non sono altro che un lurido verme che striscia ai vostri piedi. Non sono degna di stare alla presenza di una Dea... ma vi prego Padrona, permettetemi di servivi per il resto della mia miserabile vita, permettetemi di vivere ai vostri piedi, il mio vero posto in questo mondo -

Le lacrime rigavano il volto di Hermione Granger ma Pansy Parkinson non poteva vederle, né sentire i singhiozzi della sua schiava a causa della fragorosa risata che aveva fatto quando Hermione aveva finito il suo patetico discorso.

- Non preoccuparti schiavetta, potrai e DOVRAI servirmi per il resto della tua vita. Perché non cominci subito con il pulirmi le scarpe ? - disse Pansy, togliendo il suo piede dalla testa di Hermione.

- Sì Padrona, grazie per questo grande onore - rispose Hermione che ora doveva fare i conti con quella parte di sé che era felicissima di poter adorare i piedi della sua nuova Signora.

Hermione cominciò a baciare timidamente le scarpe nere di Pansy ma ben presto quella timidezza fu spazzata via e la ragazza riempì di baci i piedi della sua Padrona senza fermarsi un solo attimo per respirare. Nel frattempo le risatine di Pansy divennero sempre più frequenti, la ragazza si stava divertendo come mai nella sua vita. Dopo alcuni minuti Hermione tirò fuori la lingua e cominciò a leccare, prima la punta delle scarpe della sua Padrona, poi i lati che erano ricoperti dalla polvere che si era accumulata con il tempo.

" Che gusto meraviglioso" si disse Hermione pensando al mix di pelle e polvere che la sua lingua stava assaporando, non potendo fare a meno di vergognarsi dei suoi pensieri. Come poteva piacerle una cosa del genere ? Ancora una volta la ragazza pensò di aver perso la ragione, ma poi si disse che era del tutto normale perdere la ragione di fronte ai piedi della sua splendida Padrona.

"Padrona..." quella parola continuava a riecheggiare nella mente della ragazza che non poteva credere di essere diventata la proprietà di un'altro essere umano, di essere diventata quasi come un elfo domestico, una di quelle povere creature del mondo magico per i cui diritti lei si era tanto battuta. Nonostante quella parola la ripugnasse, Hermione sapeva che doveva abituarsi, Pansy era la sua Padrona ormai e lo sarebbe stata per sempre, senza che lei potesse fare nulla per cambiare le cose.

La ragazza continuò a leccare quelle scarpe per quasi un ora, alla fine la sua lingua era sfinita e le sue ginocchia erano molto doloranti. Quando pensava ormai di aver finito, Hermione, con la lingua ancora penzoloni, alzò lo sguardo ed osservò Pansy. Gli occhi delle due ragazze si incontrarono ed Hermione si smarrì in quei meravigliosi occhi verdi, Pansy era una vera Dea e meritava di essere adorata.




Parte 4 : Il lago

Hermione Granger non dormì quella notte, la ragazza continuava a rigirarsi nel letto cercando di capire quegli strani sentimenti che le stavano dilaniando l'anima. Cosa diavolo le era successo in quei due giorni ? Perché provava quell'improvvisa attrazione per i piedi della sua più acerrima nemica ? Come aveva potuto sgattaiolare di nascosto nel bagno dei prefetti per annusare le sue scarpe ?

" Sono stata una stupida" si disse Hermione con rabbia, la ragazza sapeva che aveva messo la sua vita nelle mani di Pansy Parkinson, nelle mani di una ragazza che la odiava e che considerava ogni sanguemarcio spazzatura.

Leccare le scarpe di Pansy era stata un'umiliazione enorme ma Hermione non poteva negare che l'aveva eccitata tantissimo e questo era una cosa brutta, molto brutta. Doveva esserci qualcosa di tremendamente sbagliato in lei, una persona normale non avrebbe mai fatto quelle cose, una persona normale non avrebbe mai avuto quei pensieri così...perversi.

Ovviamente quello era solo l'inizio, Hermione ne era ben consapevole, Pansy avrebbe fatto di tutto per umiliarla ora che lei era la sua schiava. La sera precedente, la Serpeverde prima di andarsene aveva preso il mantello dell'invisibilità, che era ancora per terra, ed aveva esclamato :

- Questo lo terrò io d'ora in poi. Alla fine Draco aveva ragione, Potter ha davvero un mantello dell'invisibilità...o meglio, lui aveva un mantello dell'invisibilità -

Poi ridendo la ragazza se ne era andata, lasciando Hermione sola con la sua disperazione, ora avrebbe dovuto trovare un modo per dire ad Harry che aveva perso il mantello.

" Per fortuna ho ancora la mappa del Malandrino" pensò Hermione, osservando i primi raggi del sole che entravano dalla finestra, che annunciavano l'inizio di una giornata molto dura.

Hermione si alzò dal letto, era ancora molto presto e le altre ragazze dormivano, ma Pansy le aveva dato un ordine ben preciso.

" Ci vediamo domani alle 7 sulla riva ovest del lago"

Hermione ripensò ancora una volta alle istruzioni che le aveva dato la sua nuova Padrona e non potè fare a meno di chiedersi che cosa avesse in serbo per lei la diabolica ragazza. Dopo essersi vestita in fretta, Hermione uscì dalla sala comune di Grifondoro oltrepassando il ritratto della Signora Grassa ed ignorando le lamentele di quest'ultima per essere stata svegliata così presto di Domenica mattina. Il castello era ovviamente deserto e la ragazza non incontrò nessuno fino al portone di ingresso. Hermione si nascose rapidamente e prima di muoversi, aspettò che Hagrid entrasse nella Sala Grande. Lei voleva tanto parlare con un amico ma sapeva che era troppo rischioso farsi vedere dal tenero gigante che le avrebbe chiesto sicuramente perché era in giro a quell'ora ed Hermione non era sicura in quel momento di essere in grado di inventare una scusa credibile.

L'aria mattutina era davvero magnifica ed Hermione si godette quella leggera brezza primaverile mentre avanzava nel parco, diretta verso la riva ovest del lago. Pansy non era ancora arrivata, quindi Hermione si sedette sul prato, sotto un maestoso albero, ad ammirare il lago. La Serpeverde arrivò cinque minuti dopo ed era così sudata che sembrava avesse corso.

- Io corro sempre la mattina presto, Granger - Pansy disse, come se le avesse letto nella mente. Poi lei schioccò le dita ed indicò i suoi piedi - In ginocchio, schiava, in mia presenza la tua lurida faccia deve sempre essere a pochi centimetri dai miei piedi -

Hermione si affrettò ad eseguire l'ordine della sua Padrona e sentì subito l'eccitazione crescere dentro di se.

- Toglimi le scarpe, mi stanno uccidendo - disse la ragazza con il suo solito tono arrogante.

Hermione notò con piacere che Pansy non indossava le calze ed i suoi piedi erano molto sudati. Quell'odore fantastico le fece perdere la testa e la ragazza cominciò ad annusare i piedi della Padrona come un cane da caccia e a soffocarli di baci. Pansy rise a quella vista patetica e si rese conto che gli effetti della pozione non erano ancora svaniti, la sua schiava era ancora follemente innamorata delle sue estremità. La ragazza dai lunghi capelli neri rimase per qualche minuto ad osservare la misera sanguemarcio che le baciava senza sosta i piedi ed in quel momento Pansy si sentiva come una regina.

Ad un certo punto la ragazza si sedette per terra, poggiando la schiena contro il tronco dell'albero e disse :

- Vedi quanto sono sudati i miei piedi ? È compito tuo che siano sempre puliti, quindi tira fuori la lingua e lecca i piedi della tua Padrona -

Hermione non se lo fece dire due volte, in quel momento era la persona più felice del mondo. La ragazza cominciò a leccare i piedi della sua rivale con avidità, assaporando quel gusto celestiale. La sua lingua si mosse su e giù per le piante dei piedi di Pansy, accarezzando dolcemente i talloni incredibilmente soffici e poi guizzando tra le sue lunghe dita. La Serpeverde nel frattempo si godeva quel massaggio così particolare e non poteva che ringraziare la sorte per aver messo Hermione Granger alla sua mercé. Poi ad un certo punto lei intrappolò la lingua della povera ragazza tra l'alluce ed il secondo dito del suo piede destro, mettendo quello sinistro sulla testa della sua schiava.

- Dimmi che ami i miei piedi, Granger. Dimmi cosa sei tu, mostrami che ricordi quale è il tuo posto in questo mondo -

Hermione sapeva cosa Pansy volesse e senza esitazione rispose :

- Io amo i vostri piedi, Padrona. Essi sono la cosa più bella che ci sia in questo mondo. Grazie per il grande onore che avete concesso alla vostra misera schiava che non è neanche degna di adorare il terreno dove voi camminate -

Pansy scoppiò a ridere ed Hermione non sapeva se la sua Padrona avesse capito tutto quello che lei aveva detto, con la lingua intrappolata tra le sue dita non poteva certo fare molto meglio. Pansy rise senza sosta per quasi due minuti ed Hermione si sentiva sempre più umiliata, ma nello stesso tempo era così eccitata...

- Hai mai succhiato un cazzo, Granger ? Forse quello di Potter o dello straccione dai capelli rossi che è sempre con lui - Pansy disse ad un certo punto, lasciando finalmente la presa sulla lingua della sua schiava.

- No mai...Padrona - si affrettò ad aggiungere Hermione che aveva ripreso a leccare tra le dita dei piedi di Pansy, raccogliendo con la sua lingua tutto quello che lì vi trovò.

- No ? Allora è giusto che tu faccia un po' di pratica. Lascia che ti presenti l'unico cazzo che succhierai nella tua patetica vita -

Pansy avvicinò il suo alluce agli occhi di Hermione, poi con esso le sfiorò delicatamente il naso e scese più in giù, posandosi infine sulle labbra della sua schiava. Hermione non attese neanche l'ordine, lei aprì lentamente la bocca e permise l'accesso all'alluce della sua Padrona. La ragazza cominciò a succhiare, prima lentamente o poi con sempre maggior vigore.

- Guardami negli occhi, mantieni il contatto visivo -

Hermione fece come le era stato ordinato di fare e subito i suoi occhi incontrarono quelli della sua Padrona. Per un attimo la ragazza si dimenticò di ogni cosa, si dimenticò che era a pochi metri dal lago, in un posto dove tutti avrebbero potuto vedere quello che stava facendo, si dimenticò che stava pulendo con la sua bocca i piedi sudati della sua acerrima nemica. Era come se lei si trovasse in un'altra dimensione, in un mondo dove i piedi di Pansy erano come il Sole, qualcosa senza il quale non poteva esserci la vita.



Hermione non sapeva più da quanto tempo stesse succhiando e leccando i piedi della sua Padrona, per un attimo si chiese se gli altri studenti si fossero svegliati e se qualcuno di questi avesse deciso di trascorrere la mattinata proprio vicino al lago, dove avrebbero assistito ad uno spettacolo indimenticabile. Ma la parte razionale del cervello di Hermione Granger era sovrastata da quegli strani sentimenti che facevano assomigliare la ragazza più ad un animale in calore che ad un essere umano. La sua lingua continuava a muoversi instancabilmente e lei probabilmente avrebbe leccato i piedi di Pansy per il resto della giornata se la sua Padrona non l'avesse fermata ad un certo punto. Come aveva fatto prima con la sua lingua, Pansy intrappolò il naso della sua schiava tra le sue dita dei piedi e disse :

- Ora stai ferma ed ascolta bene quello che ti dirò. Nel frattempo puoi annusarmi i piedi se vuoi -

Ovviamente Hermione colse al volo quell'occasione e cominciò ad annusare profondamente, quasi perdendosi in quell'odore meraviglioso. Poi un leggero calcio in faccia la riportò alla realtà.

- Ti ho detto di ascoltare bene, stupida cagna - disse ad alta voce Pansy che poi aggiunse - Gli esami sono tra pochi giorni e tu dovrai aiutarmi ad ottenere dei buoni voti, se non prendo almeno "Oltre ogni previsione" in ogni materia, tu sarai punita severamente e non potrai toccare i miei piedi per molto, molto tempo -

Hermione non poteva permettere che ciò accadesse, aveva bisogno di quei piedi divini che le servivano come l'ossigeno.

- Io vi aiuterò Padrona, studieremo insieme e faremo... -

- Durante l'esame mi darai tutte le risposte, se i test sono diversi allora dovrai svolgere prima il mio e poi, se rimane abbastanza tempo, penserai al tuo. È chiaro, schiava ? - Pansy disse, interrompendola.

- Si Padrona, voi venite prima di ogni cosa -

- Bene, adesso dai ai miei piedi un bacio d'addio e sparisci dalla mia vista, verme -

Hermione obbedì all'ordine della sua Padrona ma quei piedi fantastici le fecero perdere di nuovo la testa e ci volle un'altro calcio in faccia per capire che era il momento di andarsene e lasciare da sola quella Dea che si rilassava sul prato.

Hermione Granger's Goddess (italian version)Kde žijí příběhy. Začni objevovat