Parte 4

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Parte 7 : Una nuova casa




L'anziana signora Walker si alzò presto come al suo solito e dopo aver cercato invano di svegliare suo marito, la donna si diresse in cucina per preparare del tè. Uno strano rumore attirò quasi subito la sua attenzione e la donna sbirciò fuori dalla finestra, incuriosita. Due grandi furgoni erano parcheggiati davanti la casa dei signori Granger e numerose persone stavano lavorando alacremente per portare via dalla casa decine e decine di scatoloni.

" I Granger stanno traslocando ?" si domandò la donna, che moriva dalla voglia di saperne di più. Lei conosceva la famiglia Granger da numerosi anni e trovò decisamente strano quel trasloco improvviso

Avrebbero potuto avvertirci che presto avremmo avuto dei nuovi vicini- bofonchiò la donna ritornando al suo tè, immaginandosi già dei fastidiosi bambini giocare per la strada e rovinare le sue preziose piante con un pallone.

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Mentre la signora Walker andava a svegliare il marito per informarlo degli ultimi avvenimenti, una ragazza si allontanava velocemente da quella che era stata la sua casa fin da quando era bambina. Il sole splendeva nel cielo e, stranamente per quella zona del Regno Unito, c'era un caldo incredibilmente torrido, ma la giovane Hermione Granger non riusciva a smettere di tremare mentre continuava a trascinare con fatica la valigia che aveva incantato affinché potesse contenere al suo interno tutti i suoi averi. La ragazza non poteva ancora credere a quello che aveva fatto, non poteva credere di aver lasciato per sempre la sua famiglia solo perché Pansy le aveva ordinato di farlo.

Non era stato affatto semplice organizzare il trasferimento dei suoi genitori in Australia e non era stato semplice non scoppiare a piangere davanti a loro mentre fingeva di essere solo una ragazza a cui i due dentisti avevano affittato una stanza per qualche settimana. Hermione avrebbe preferito di gran lunga modificare la memoria dei suoi genitori e fuggire via, ma Pansy le aveva detto che sarebbe venuta a prenderla dopo una settimana e lei non poteva fare il difficile incantesimo di memoria all'ultimo istante, così aveva dovuto inventare quella bugia. Ma quella mattina non era più riuscita a fingere, Hermione sapeva che sarebbe potuta scoppiare a piangere in qualsiasi momento ed aveva quindi deciso di uscire presto di casa ed aspettare Pansy nel piccolo parco in cui avevano appuntamento.

La ragazza Grifondoro non aveva ancora pensato a quello che l'aspettava, era stata troppo impegnata ad organizzare la futura vita dei suoi genitori...o forse una parte di lei temeva troppo la nuova vita in catene, alla mercé di quella crudele ragazza che avrebbe fatto di tutto per farle rimpiangere il giorno in cui era nata. Arrivata nel piccolo parco, a quell'ora deserto, la ragazza si sedette su un'altalena e scoppiò a piangere, libera finalmente di tirare fuori tutte quelle emozioni che quella settimana aveva dovuto tenere nascoste all'interno della sua anima.

- Oh non fare così Granger, le tue lacrime mi spezzano il cuore - disse una voce beffarda all'improvviso.

Pansy era in anticipo, la ragazza Serpeverde aveva bramato quel momento per una settimana intera e la notte precedente quasi non aveva chiuso occhio. La mattina aveva fatto un'abbondante colazione e con un ampio sorriso sul volto si era seduta in giardino a godersi quella meravigliosa giornata di sole, in attesa che si facesse l'ora stabilita. Poi però Pansy non era più riuscita a resistere e dopo aver guardato il cielo per un istante, si era smaterializzata, ricomparendo quasi nello stesso istante a centinaia di chilometri di distanza, in una piccola cittadina abitata solo da babbani.

"Un essere inferiore come la Granger non poteva che nascere in questo posto" pensò Pansy mentre avanzava lungo le strade deserte della cittadina, scrutando nella mappa che aveva tra le mani, in cerca del piccolo parco nominato dalla Granger, il posto in cui avrebbe finalmente rimesso le mani sulla sua preda.

Sentendo quella voce, Hermione si voltò di scatto e la sua perfida rivale le sorrideva diabolicamente, anche in quel momento così triste la ragazza Serpeverde sembrava non provare nemmeno un briciolo di pietà. Hermione si asciugò le lacrime che le rigavano il viso, non voleva mostrarsi debole di fronte a Pansy che sembrava pronta a scagliarsi su di lei come un serpente si fionda verso un topolino. Per un attimo cadde il silenzio tra le due ragazze, ma un istante dopo il rumore di un grosso camion si diffuse per il parco. Hermione si voltò e vide lungo la strada adiacente uno dei due grossi Tir, con dentro tutti i beni della famiglia Granger, voltare un angolo e scomparire, seguito un istante dopo da una piccola utilitaria che Hermione conosceva fin troppo bene. La ragazza allora non lo sapeva, ma avrebbe rivisto quell'immagine centinaia di volte nei suoi sogni, sperando ogni volta che l'auto si fermasse improvvisamente e che i suoi genitori corressero ad abbracciare la loro amata figlia. Ma nei sogni di Hermione l'auto continuava nella sua marcia, proprio come nella realtà, e le due persone che più amava a mondo uscivano per sempre dalla sua vita. Pansy rimase in silenzio, se anche lei era stata toccata da quel triste momento, la giovane non lo diede a vedere e dopo aver concesso qualche minuto alla sua nuova schiava per riprendersi, la ragazza disse :

- Va bene, è tempo di muoversi. C'è troppa puzza di babbano in questo posto e non vorrei che si attaccasse nei vestiti. Dammi la mano Granger, faremo la materializzazione congiunta, hai fatto l'esame vero ? Sei già maggiorenne se non sbaglio -

- Sì - rispose Hermione ripensando al signor Twycross, l'istruttore di Materializzazione, e le sue tre D ( Destinazione, determinazione, decisione) che tanto erano state derise dagli studenti.

Per un attimo un piccolo sorriso comparve sulle labbra della giovane Grifondoro, che lentamente avanzò verso Pansy, trascinandosi dietro la sua valigia. La Serpeverde sembrò rabbrividire quando Hermione le strinse la mano, quasi come se il solo contatto con la mano di una sanguemarcio potesse maledirla. Poi, dopo aver controllato che nessuno le stesse osservando, le ragazze scomparvero con un sonoro Pop. La solita spiacevole sensazione di claustrofobia colpì Hermione che accolse con gioia l'arrivo in quella che sarebbe stata d'ora in avanti la sua nuova casa. La ragazza osservò il piccolo castello con la bocca spalancata, non credeva che Pansy fosse così ricca, ma se la sua famiglia era la proprietaria delle Bertie Bott's Every Flavor Beans (gelatine tuttigusti) non poteva che essere così.

- Cosa c'è nella valigia ? - domandò all'improvviso Pansy, costringendo Hermione a distogliere lo sguardo dal castello.

- Tutta la mia roba, i libri e le uniformi della scuola e... - cominciò a dire la ragazza

- Ok ok e la bacchetta ? - chiese la ragazza Serpeverde interrompendo la sua schiava.

- È nella tasca dei mie pantaloni, perché ? -

- Dammela e non fare domande - disse Pansy innervosita

Hermione tirò fuori la sua bacchetta con estrema lentezza, non voleva che Pansy mettesse le mani su di essa, inoltre nel mondo magico essere senza bacchetta significava essere indifesi. Pansy afferrò rudemente la bacchetta di vite e la osservò per alcuni secondi. Poi, dopo essersela messa in tasca, la ragazza Serpeverde puntò la sua contro la valigia di Hermione e disse :

- Incendio -

- Noooo - urlò Hermione mentre la sua valigia prendeva fuoco all'istante, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa per impedire che tutte le sue cose venissero distrutte, Pansy le puntò contro la bacchetta e con un incantesimo la scaraventò a parecchi metri di distanza.

- Stai giù Granger. Questo è un ordine, se non vuoi cominciare la tua nuova vita con una punizione è meglio che non cerchi di disobbedire.
Hermione obbedì e rimase a quattro zampe ad osservare la sua roba diventare cenere, il petto che le faceva male nel punto in cui era stata colpita dall'incantesimo di Pansy.

" Perché ? Perché fa tutto questo ? Perché deve essere così crudele ?" pensò la giovane ricominciando a piangere, sapendo che sarebbero andate perdute anche le foto di famiglia che aveva portato via dalla sua casa.

- Non preoccuparti Granger, era roba di cui non avevi bisogno - disse Pansy con un sorriso malvagio quando l'incantesimo aveva ormai distrutto ogni cosa. - Avanti, ti faccio vedere la mia casa. Ah...questo castello è solo temporaneo, in futuro erediterò quello dei miei genitori che è tre volte più grande -

" Questo castello è solo per lei ?" si domandò con stupore Hermione mentre seguiva con fatica la sua nuova Padrona, cercando di non pensare ai suoi beni andati in fumo.

Prima di entrare nel castello, Hermione vide poco lontano delle scuderie, forse aveva trovato qualcosa che poteva consolarla un po', lei amava i cavalli e l'unica cosa negativa di frequentare Hogwarts era che non aveva avuto più tempo per fare equitazione, se non qualche breve giro a cavallo durante l'estate.

- Tinky ! - esclamò all'improvviso Pansy ed immediatamente dopo si udì un Pop ed un vecchio esemplare femmina di elfo domestico comparve davanti alle due ragazze, inchinandosi così tanto davanti a Pansy che le sue lunghe orecchie sfiorarono il pavimento.

- Bentornata Padrona - disse l'elfa con la sua voce stridula e per un secondo i suoi grossi occhi si posarono su Hermione che per un attimo pensò di aver visto un espressione di disgusto nella faccia dell'elfa, che come qualsiasi elfo domestico indossava dei luridi stracci bianchi.

- Tinky fai vedere velocemente il castello alla mia nuova schiava, ci vediamo tra mezz'ora alle scuderie -

- Sì padrona - rispose l'elfa che prese delicatamente la mano di Hermione, dicendole con un sorriso - Seguitemi -

Hermione seguì in silenzio l'elfa che le mostrò velocemente il castello, soffermandosi nell'enorme cucina. Fu lì che Hermione decise di fare alcune domande a Tinky per conoscerla meglio, l'elfa sarebbe potuta diventare una preziosa amica.

- Ti trovi bene qui ? Ci sono altri elfi o devi occuparti di tutto tu ? È un castello grande, dovresti dire a Pansy di lavorare di men... -

- Lavorare di meno ? - squittì l'elfa che sembrava essersi decisamente offesa - Lavorare di meno dice la sanguemarcio, certo così può rubare il lavoro alla povera Tinky -

- Ma no, io non intendevo... -

- Cosa è venuto in mente alla Padrona di portare questa feccia qui ? Tinky è più che sufficiente per prendersi cura della cara Padrona, Tinky non permetterà a questa umana di prendere il suo posto, no no - continuò a ripetere l'elfa parlando con se stessa un po' come faceva Kreacher, l'elfo domestico a Grimmauld Place.

Hermione rimase in silenzio mentre l'elfa continuava a borbottare ed ad insultarla, ma la ragazza non era arrabbiata, lei sapeva che non era colpa di Tinky. La vecchia elfa era sempre stata a servizio di una famiglia che disprezzava i babbani ed i maghi le avevano fatto il lavaggio del cervello con la loro mania per i purosangue.

" La poverina pensa addirittura che io voglia rubarle il posto, come se fosse una mia scelta essere qui a servire la sua stupida Padrona" pensò Hermione provando pietà per Tinky e già pensando ad un modo per coinvolgerla nel suo C.R.E.P.A ( Comitato per la riabilitazione degli elfi poveri e abbruttiti), così da dimostrare a Harry e Ron che anche gli elfi domestici in fondo vogliono la libertà.



Il tempo passò veloce ed infine l'elfa guidò la giovane Grifondoro fuori dal castello fino alle scuderie dove li attendeva Pansy con il suo solito sorriso beffardo.

- Allora, ti piace la mia casa ? - domandò la ragazza, prima di ordinare a Tinky di tornare alle sue faccende domestiche. L'elfa fece uno dei suoi soliti inchini e sparì con un Pop

- Sembra quasi di essere di nuovo ad Hogwarts - confessò Hermione

- Ora non esagerare Granger, se fossimo stati nel castello dei mie genitori avresti avuto ragione, questo è niente al confronto e la solo Tinky è sufficiente per tenerlo pulito, o almeno era sufficiente fino a poco tempo fa. Come hai visto è vecchia e non è più in grado di fare quello che faceva in passato, avevo chiesto ai miei di darmi un'altro elfo...ma sembra che per mia madre venti servi non siano sufficienti. Comunque non devo più preoccuparmi, ora ci sei tu - e così dicendo Pansy fece un altro dei suoi sorrisi diabolici.

Hermione dopo aver ascoltato attentamente le parole di Pansy, si mise ad osservare le scuderie dal cui interno non sembrava provenire però alcun rumore.

- Non ci sono più cavalli, se è questo che ti stai domandando Granger - disse Pansy come se le avesse letto nel pensiero

- Allora perché siamo qui ? - chiese Hermione incuriosita.

- Perché c'e una cosa che voglio farti vedere, seguimi -

Le due ragazze entrarono dentro le scuderie che, proprio come Pansy aveva annunciato, erano vuote. Hermione non trovò nulla di interessante mentre si guardava in giro cercando di capire cosa avesse architettato la sua diabolica rivale. Solo quando Pansy si fermò davanti l'ultimo box, Hermione capì. All'interno vi era una grande cuccia per cani ed una pesante catena appesa ad una trave di legno. La ragazza Grifondoro non ci mise molto a capire, giusto il tempo di leggere il nome "Sanguemarcio" inciso sulla cuccia, troppo perfetto per essere stato fatto a mano da Pansy che doveva aver usato la bacchetta.

- Non pensavi davvero che avrei permesso ad una sanguemarcio di dormire in casa mia, vero ? -

Hermione non sapeva cosa rispondere, la sua mente era annebbiata, non poteva credere che da quel momento in poi avrebbe dovuto dormire in una cuccia per cani, probabilmente incatenata. Pansy non voleva solo comandarla a bacchetta e trattarla come una serva, la malvagia ragazza voleva addirittura privarla della sua umanità, riducendola ad essere una bestia. Hermione pensava che non ci potesse essere umiliazione più grande ma ancora una volta non aveva fatto i conti con l'astuta Serpeverde.

- Avanti, entra nella tua nuova casa, vediamo se stai comoda - disse Pansy ridacchiando

Quello era un ordine ed Hermione lo sapeva. La ragazza si fece coraggio per mettere da parte l'ultima briciola di orgoglio che le rimaneva e si mosse lentamente per mettersi a quattro zampe.

- Aspetta ! - intervenne Pansy, che poi aggiunse - Togliti i vestiti prima, dentro la tua nuova casa troverai qualcosa di più consono al tuo nuovo status -

- Rassegnata, Hermione si tolse lentamente tutti i suoi vestiti, sapendo bene che avrebbero presto fatto la stessa fine della sua valigia e degli averi all'interno di essa. Dopo essersi messa a quattro zampe, la ragazza cominciò a muoversi cercando di tenere lo sguardo fisso per terra, sarebbe stato troppo umiliante vedere l'espressione di trionfo sulla faccia della Serpeverde. La cuccia era più grande di quanto pensasse e dentro si poteva muovere abbastanza facilmente, non filtrava la luce però, quindi ci mise un po' a trovare i suoi nuovi vestiti. Il cuore di Hermione si fermò un attimo quando capì di cosa si trattava...dei luridi stracci bianchi identici ( a parte la misura) a quelli indossati dall'elfa Tinky. Hermione si era battuta tanto per i diritti degli elfi ed ora era finita ad essere trattata come una di loro.

"Anche peggio" pensò la ragazza con amarezza, Tinky poteva dormire dentro il castello e non in una cuccia per cani ed indossare...un collare !

- Ti aiuto io a metterlo - disse Pansy sorridendo e chinandosi vicino alla cuccia. Mentre la ragazza le strappava il collare dalle mani, Hermione ebbe alcuni secondi per esaminare quell'oggetto che più di ogni altra cosa certificava la sua schiavitù.

" È solo un pezzo di cuoio" si disse Hermione ma sapeva bene che nulla poteva cancellare la valenza simbolica di quel "pezzo di cuoio"

- Ecco qui, ti sta proprio bene cagnolina mia - disse Pansy dandole un colpetto sulla testa come se lei fosse un vero cane - Ovviamente quel collare dovrà sempre rimanere attorno al tuo collo, solo io posso rimuoverlo. Hai capito, schiava ? -

- Sì...Padrona - rispose Hermione dopo un attimo di esitazione

Pansy sembrò molto soddisfatta dalla sua risposta, la sua schiavetta si era ricordata di portarle il giusto rispetto.

- Molto bene schiava, adesso però rispondimi come avrebbe fatto un cane -

Hermione si chiese se Pansy si sarebbe stancata prima o poi di umiliarla, ma la risposta che si diede non fece altro che peggiorare la situazione. Sempre più umiliata, la ragazza si fece forza per obbedire all'ordine della sua Padrona, cercando, senza riuscirci, di distogliere lo sguardo dagli occhi di Pansy.

"Perché non posso abbassare gli occhi ?" si domandò Hermione, continuando a fissare quelli di Pansy come se fosse attratta da un potente magnete.

Passarono diversi secondi, la ragazza Serpeverde aprì la bocca per ripetere il suo ordine ma all'improvviso dalla bocca di Hermione Granger uscì un suono inconfondibile.

- Bau -

Pansy scoppiò a ridere e la faccia della sua schiava arrossì violentemente, ma la ragazza non smise di abbaiare. Pansy non poteva credere di aver piegato l'orgogliosa Granger così facilmente e quasi senza rendersene conto, la ragazza Serpeverde cominciò ad accarezzare dolcemente la faccia della sua schiava che rimase stupita da quel gesto.

- Brava cagnolina, mi sa che ti meriti proprio una bella ricompensa - disse Pansy continuando ad accarezzare la faccia di Hermione, che intanto scrutava la sua Padrona con curiosità, chiedendosi quale fosse la ricompensa che Pansy aveva in mente. Ancora una volta la Serpeverde sembrò leggerle nella mente, perché un attimo dopo disse:

- Ti concederò la cosa che più ti piace al mondo...i miei piedi - e Pansy scoppiò a ridere

Il cuore di Hermione sprofondò, doveva capirlo che era una trappola, la diabolica ragazza non le avrebbe mai dato un vera ricompensa. Mentre Hermione continuava a pensare a quanto era stata ingenua nel credere che Pansy potesse aver avuto un po' di pietà per lei, la giovane Serpeverde si era seduta per terra e si stava togliendo le scarpe.

- Avanti, annusa per bene - ordinò la Padrona avvicinando rudemente la sua scarpa al naso della schiava.

Ancora una volta Hermione non potè che obbedire e subito le sue narici furono investire da un odore fortissimo che causò alla giovane sensazioni contrastanti. Da una parte Hermione si sentiva sul procinto di vomitare, dall'altra non poteva negare di aver avvertito fremere il suo basso ventre.

"Non può essere...questa puzza mi sta eccitando ?" si chiese Hermione, continuando ad annusare senza sosta le scarpe di Pansy che si godeva la scena con espressione trionfale.

- Queste te le lascio così potrai divertiti dopo - disse Pansy togliendosi le calze e lanciandole dentro la cuccia - Ora cagnolina, tira fuori la lingua e mostrami quanto sei ansiosa di leccare i piedi sudati della tua Padrona -

Gli occhi di Hermione si posarono sui piedi nudi di Pansy e la ragazza rimase quasi paralizzata ad osservare quelle soffici estremità, quelle eleganti dita, come sempre smaltate di nero. Senza volerlo Hermione obbedì agli ordini della sua Padrona, ansimando con la lingua di fuori, proprio come un vero cane.

- Sei così desiderosa di leccarmi i piedi...adoro questa parte di te - affermò Pansy avvicinando un piede alla faccia della sua schiava ma allontanandolo subito non appena Hermione aveva cercato di leccarle la pianta.

Solo con la fragorosa risata della Serpeverde Hermione si rese conto di quello che stava accadendo, come se la vista di quei piedi bellissimi l'avesse fatta cadere in una specie di trance.

"Quella maledetta pozione non ha ancora esaurito del tutto i suoi effetti" si disse Hermione, sapendo che non poteva esserci altra spiegazione a quella voglia folle di lanciarsi verso quei piedi meravigliosi e leccarli fino alla fine dei tempi.

I pensieri della giovane furono spazzati via non appena la punta della sua lingua toccò la suola di Pansy che questa volta non aveva allontanato il suo piede. Con la mente annebbiata, Hermione cominciò a leccare quei piedi stupendi come una vera furia, muovendo la sua lingua su e già per le morbide piante di Pansy, assaporando ogni goccia di sudore che ricopriva la candida pelle della sua Padrona.

"Non posso credere che la pozione stia ancora avendo effetto su di lei" pensò Pansy mentre osservava la Granger leccare i suoi piedi con incredibile ardore e rischiando più di una volta di scoppiare a ridere quando la sua schiava fece guizzare la sua lingua in mezzo alle dita dei suoi piedi.



Pansy avrebbe voluto che la Granger le adorasse i piedi ancora per delle ore, però non voleva renderle le cose troppo facili, in fin dei conti quella si era rivelata una vera ricompensa per la sanguemarcio. Dopo aver ordinato alla sua schiava di rimetterle le scarpe, Pansy prese la catena che era fissata ad una trave e la agganciò al collare di Hermione.

- La catena è abbastanza lunga da permetterti di arrivare alla mangiatoia dove troverai le gelatine che ami tanto - e così dicendo Pansy se ne andò.

La mente di Hermione ritornò a lavorare correttamente e presto la ragazza fu assalita da mille pensieri, il collare ed il sudicio vestito da elfo domestico che pesavano su di lei come macigni. La ragazza scoppiò a piangere in preda alla disperazione ed ancora a quattro zampe ritornò dentro la sua cuccia dove sperava di chiudere gli occhi e liberarsi almeno nei suoi sogni da quella catena. Mentre la giovane cercava una posizione comoda per dormire, la sua faccia toccò qualcosa di caldo ed i suoi occhi ormai adeguatisi al buio riuscirono a distinguere le calze di Pansy.

" Le avevo completamente dimenticate" pensò Hermione che senza potersi frenare avvicinò le calze al suo naso e cominciò ad annusare profondamente .

- Eh già, gli effetti della pozione non si sono affatto esauriti - disse la ragazza facendo scivolare la sua mano sotto il suo nuovo lurido vestito.

Hermione Granger's Goddess (italian version)Where stories live. Discover now