Parte 5

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Ch 9

Era quasi il tramonto quando un piccolo "pop" annunciò il ritorno di Pansy nella sua dimora, fuori il cielo era sempre più grigio e un tuono in lontananza annunciava l'arrivo di un temporale. La ragazza camminò lentamente per il suo maestoso maniero, la testa le faceva molto male, il che era abbastanza normale dopo aver passato ore ed ore con i suoi fastidiosi genitori.

"Per fortuna ho questo posto tutto per me, morirei se dovessi vivere con loro" pensò Pansy, entrando in una delle sale da pranzo e buttandosi stancamente su un elegante divano.

La ragazza chiuse gli occhi per qualche secondo, poi con grande sforzo chiamò i suoi due servitori. Tinky fu la prima ad arrivare, alla fragile elfa era bastato uno schiocco delle dita per presentarsi davanti alla sua Padrona, ma la povera Hermione ci mise molto di più. La ragazza, dopo aver sentito Pansy richiamare i suoi servitori, si era alzata a fatica da terra, dove aveva passato le ultime due ore a strofinare i pavimenti di un corridoio così lungo da sembrare interminabile. Aveva le ginocchia livide e il dolore era quasi insopportabile. Nonostante tutto, Hermione corse dall'altra parte del castello per accogliere la sua "Padrona" ed evitare una punizione che Pansy di sicuro avrebbe tanto voluto infliggerle.

L'umore della giovane Serpeverde migliorò improvvisamente quando la sua nuova serva entrò nella stanza, con i suoi poveri vestiti da elfo che diventavano sempre più sporchi ed il collare intorno al suo collo delicato. Pansy notò subito i lividi sulle gambe della sanguemarcio e fu particolarmente felice quando la ragazza, nonostante il dolore che sicuramente stava provando, le si avvicinò e si inchinò davanti alla sua vecchia rivale.

- Bentornata, Padrona - disse Hermione nel modo più umile possibile, doveva far contenta Pansy o per lei sarebbero stati guai seri.

La Serpeverde dai capelli neri osservava con attenzione la ragazza che un tempo era stata la sua grande rivale e che ora sembrava davvero distrutta, totalmente sottomessa alla sua volontà e docile come un cane fedele. Le bastò solo muovere leggermente i piedi e subito la sanguemarcio capì cosa voleva e senza esitazione si gettò sulle sue scarpe, ricoprendole di baci. Una parte di Hermione era ancora profondamente imbarazzata nel fare qualcosa di così umiliante, ma c'era sempre una parte di lei che sembrava non avere limiti e che le faceva perdere totalmente il controllo alla vista dei piedi della sua Padrona. Così, mentre le sue labbra toccavano ogni centimetro del prezioso cuoio delle scarpe di Pansy, una sensazione ben nota scuoteva il suo bel corpo, come un fulmine che l'attraversava dalla testa ai piedi, colpendola in particolare in mezzo alle gambe , dove vi era un fuoco apparentemente inestinguibile.

Tinky guardava la scena con disgusto, non sopportava quella stupida umana che stava rubando tutte le attenzioni della sua Padrona e non capiva cosa lei ci trovasse di così speciale in quello scarto della specie umana che non riusciva nemmeno a pulire in un giorno metà delle cose che un elfo avrebbe potuto fare in un'ora.

"Ma presto tutto cambierà, oh sì... tutto" si disse l'elfa, sorridendo al pensiero di ciò che aveva fatto quel giorno. Ma doveva per forza fare qualcosa, doveva aprire gli occhi alla sua Padrona, non poteva permettere che quella sanguemarcio rimanesse in quella casa, infangando il lignaggio dei nobili maghi che lei ei suoi antenati avevano servito per secoli.

- Toglimi le scarpe - disse Pansy dopo diversi secondi ed Hermione non perse tempo ad obbedire all'ordine della giovane Serpeverde, che chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi il più possibile mentre la sua schiava lavorava ai suoi piedi.

Hermione tolse le scarpe a Pansy e si accorse che la ragazza non aveva i calzini. In passato la giovane donna si sarebbe spaventata alla vista di quei piedi sudati, ma si era spinta troppo oltre e quei piedi non fecero altro che aumentare quel fuoco che le era divampato tra le gambe. Senza aspettare nuovi ordini, Hermione si lanciò sui piedi nudi di Pansy, la lingua già fuori dalla bocca. La ragazza iniziò a leccare avidamente i piedi della sua Padrona, assaporando con gusto quel sudore che avrebbe spaventato una persona normale. La sua lingua si muoveva con grande abilità, prima su e giù per le piante, concentrandosi in particolare sui talloni di Pansy che sembravano incredibilmente deliziosi. Poi, Hermione si gettò sulla sua parte preferita di quegli incredibili piedi, le dita. Mentre la sua lingua saettava tra le dita della della giovane Serpeverde quasi addormentata, Hermione era così eccitata che quasi si mise una mano tra le gambe, e solo con grande sforzo riuscì a fermarsi e pensare solo a soddisfare i bisogni della sua Padrona.

La ragazza si mise in bocca l'alluce del piede sinistro di Pansy e cominciò a succhiarlo avidamente, proprio come fa un bambino con un ciuccio. Un gemito ruppe il silenzio che era calato nel castello, Hermione non sapeva dire se fosse lei o Pansy, ma non le importava e continuò a succhiare, un dito dopo l'altro, perdendosi sempre di più in quel paradiso che per altri sarebbe stato un inferno. Hermione non sapeva da quanto tempo stesse adorando i piedi di Pansy e solo quando Tinky tossì per attirare l'attenzione della sua Padrona, lei tornò alla realtà.

- Non dovreste ispezionare il nostro lavoro, Padrona? - chiese l'elfa, impaziente di vedere se il suo piano avrebbe funzionato e di vedere cacciare via di casa quel verme.

- Va bene, va bene - disse Pansy, asciugando i piedi nei capelli di Hermione e alzandosi lentamente, ma solo dopo aver spinto via la sua schiava con un leggero calcio in faccia.

Pansy iniziò a ispezionare il lavoro dei suoi due servitori, osservando attentamente ciò che avevano fatto durante la sua assenza. La ragazza Serpeverde camminava a piedi nudi per tutto il castello, Tinky era qualche metro più avanti di lei ed Hermione, che invece doveva camminare a quattro zampe come un cane, la seguiva a pochi metri di distanza, lottando per stare al passo con la sua Padrona. Pansy era particolarmente colpita dal lavoro che Hermione aveva svolto, a quanto pare aveva sottovalutato le capacità fisiche della ragazza che era stata in grado di lavorare bene come Tinky anche senza usare la magia. Quando tutto sembrava andare per il meglio, il trio arrivò in una stanza dove sembrava essere appena esplosa una bomba. C'era fango dappertutto ed Hermione proprio non capiva come potesse essere possibile, era sicura di aver pulito quella stanza ed il fango... come poteva essere entrato all'interno del castello? Non c'era bisogno della grande intelligenza della Grifondoro per capire chi avesse causato quel disastro, ed i suoi occhi si posarono per un attimo sulla fragile elfa poco prima che Pansy iniziasse a urlare, furiosa.

- E QUESTO COSA DIAVOLO SAREBBE? FORZA, DITEMI SUBITO CHI E' STATO! -

Un silenzio assordante cadde nella stanza, gli occhi di Hermione e Tinky si incontrarono, poi Hermione fece qualcosa che colse di sorpresa l'elfa.

- Sono stato io, Padrona. Mi dispiace terribilmente - mentì Hermione.

"Perché Tinki mi odia così tanto?" si chiese Hermione, ma non fu in grado di osservare di nuovo l'elfa. Ora era Pansy il suo obiettivo, la rabbia della sua Padrona sarebbe stata devastante ma nonostante tutto non poteva permettere che Tinky venisse punita, poverina, non sapeva cosa stava facendo.

Hermione osservò Pansy, pensando che potesse esplodere da un momento all'altro, invece la ragazza si calmò e le disse semplicemente:

- Vai nella mia stanza e aspetta lì i miei nuovi ordini, presto arriverà un ospite e poiché questa persona ti conosce, dovrai prendere la pozione polisucco. Avrai l'aspetto di una ragazza di un paesino non lontano da qui, quindi nessuno ti riconoscerà. Naturalmente, ti proibisco di rivelare la tua vera identità in qualsiasi modo o di chiedere aiuto. Ora vai, penseremo alla tua punizione più tardi -

"Un ospite che mi conosce?" si chiese Hermione, affrettandosi a seguire gli ordini della sua Padrona ed entrando nella stanza di Pansy come le era stato detto di fare. Con la pozione polisucco nessuno avrebbe potuto riconoscerla, e con gli ordini che Pansy le aveva dato, non poteva chiedere aiuto in alcun modo senza rompere il Voto Infrangibile. No, quell'ospite non avrebbe potuto fare nulla per aiutarla, ma d'altra parte era probabile che non avesse nemmeno intenzione di farlo

"Sì, sicuramente l'ospite sarà un'amica Serpeverde di Pansy e se sapesse chi sono si divertirebbe ancora di più ad umiliarmi" pensò tristemente la ragazza.

Mentre Hermione si allontanava con mille pensieri in testa, Pansy osservava la stanza piena di fango.

- Se fai di nuovo una cosa del genere, ti darò dei vestiti. Sono stato chiara, Tinky? - disse lentamente Pansy, senza guardare la sua elfa che, a quelle parole, scoppiò in lacrime, gettandosi ai piedi della sua Padrona.

- Perdonatemi Padrona, Tinky si è comportata come un elfo cattivo. Non liberarmi Padrona, Tinky voleva solo che Padrona mandasse via quella sanguemarcio, è inutile, schifosa e... -

- Ora basta! Non osare mai più parlare male di lei. Ora sparisci dalla mia vista e vai a preparare la stanza degli ospiti...

Mentre l'elfa scompariva con un "pop", Pansy si strofinò stancamente gli occhi e desiderò che quel giorno finisse presto.




Ch10

La pozione polisucco era nauseante come al solito e non importava le cose rivoltanti che Hermione aveva fatto nelle ultime settimane, non importava che avesse leccato i piedi di Pansy per un tempo apparentemente infinito, che il suo unico cibo fossero ormai quelle "speciali" gelatine tutti+1 fatte appositamente per lei, per rendere la sua vita un inferno...no, la pozione polisucco faceva schifo!

Sperando con tutte le sue forze di non ritrovarsi piena di peli sul corpo come la sua ultima, terribile esperienza con quella pozione, Hermione attese con gli occhi chiusi qualche secondo mentre sentiva la magia lavorare ed il suo corpo modificarsi. La povera ragazza sentì dei brividi lungo le cosce e sulla pancia, percepì le ossa delle sue gambe accorciarsi di qualche centimetro e i capelli ritirarsi dentro la testa. Non aveva il coraggio di aprire gli occhi e guardare il suo riflesso allo specchio, grande ed antico che decorava la stanza di Pansy, la sua sadica Padrona che non era rimasta ad osservare la sua trasformazione ed era scesa di sotto dove il suo ospite poteva arrivare da un momento all'altro.

"Se Pansy non ha voluto assistere alla trasformazione, non può essere tanto brutta, no?" Hermione si disse, trovando un inaspettato conforto nell'assenza della ragazza serpeverde che aveva cambiato totalemente la sua vita e che non si sarebbe persa per nulla al mondo una sua nuova terribile umiliazione.

Con una nuova fiamma di speranza che aveva cominciato ad ardere dentro la sua anima, la ragazza grifondoro decise che era arrivato il momento di aprire gli occhi e vedere il suo nuovo aspetto. Sapeva che Pansy aveva preso i capelli di una donna in qualche villaggio vicino, sapeva che non aveva mentito perche durante la trasformazione lì sotto non aveva sentito crescere...avete capito, no? Ma nulla avrebbe potuto prepararla a quello che vide quando i suoi occhi osservarono finalmente lo specchio.

Una ragazza assolutamente enorme la fissava con espressione scioccata, era la sua espressione perche quella faccia apparteneva a lei adesso. Hermione non si era mai ritenuta una ragazza molto bella, aveva dei denti troppo grandi, capelli indomabili ed il suo seno non era certo quello che i ragazzi preferivano, non era certo come quello perfetto di Pansy...ma ora? Era una donna di circa venticinque anni, con dei corti capelli biondi che sembravano essere stati tagliati da un parrucchiere cieco, era poco più bassa di prima ma molto, molto più larga.

Non si esagera di certo se si afferma che quella donna riflessa nello specchio pesava quattro volte la vecchia Hermione Granger, le gambe erano così grosse e tozze che camminare era un impresa titanica e le enormi chiappe l'avrebbero fatta cadere indietro se non avesse avuto quell'altrettanto enorme pancia a bilanciare il suo nuovo peso. Hermione non potè fare a meno di toccare la sua pancia e vide il suo dito che sembrava affondare in quel lardo come un sasso in uno stagno, poi la sua nuova mano tozza si mosse in alto ed afferrò una delle sue nuove tette.

- Beh, almeno ora ho un seno prosperoso - la ragazza disse ad alta voce e malinconicamente, stupita di sentire quella voce roca così differente da quella di Hermione Granger.

Ora Hermione capiva perchè Pansy le avesse fatto togliere il disgustoso "vestito" da elfo domestico ed il collare, con la sua nuova stazza avrebbe distrutto il primo e si sarebbe strozzata con il secondo. Sapeva però che il suo attimo dì libertà era finito, il collare doveva tornare al suo posto e mostrare ancora una volta quello che era diventata e che probabilmente sarebbe stata per sempre...una schiava.

Non fu facile rimettere il collare di cuoio, adattato alla nuova misura del suo grasso collo, con quelle mani tozze che aveva, ma alla fine Hermione ebbe successo. Fu inevitabile notare come un operazione così semplice l'aveva stancata moltissimo ed aveva già il fiato corto, ogni parte del suo corpo si era allargata ma i polmoni rimanevano quelli di un normale essere umano. I suoi pensieri sul suo nuovo aspetto e sulla sua vita distrutta furono spazzati via in un istante quando sentì uno schioccò di dita.

- Come è riuscita Pansy a fare...? Ah, non mi interessa, meglio muoversi - Hermione si disse, non pensando più all'incantesimo che la sua Padrona aveva usato per amplificare il suono dello schiocco delle sue dita e permettere che esso si diffondesse per tutto il castello, richiamando la sua schiava che doveva ormai essere pronta.


Davanti l'immenso camino della sala principale del castello, Pansy aveva atteso per diversi minuti l'arrivo della sua insopportabile ospite. La ragazza non capiva proprio come i suoi genitori potessero essere amici con della gente simile e aveva sempre odiato essere costretta a fare amicizia con quella ragazza fin da quando erano piccole. Pansy aveva sempre pensato che la sua "amica" fosse matta da legare e lo aveva dimostrato innumerevoli volte, come quando le aveva detto di aver sentito la voce di una strana creatura magica che aveva confessato di aver nascosto un ricco tesoro in una radura nella foresta vicina. Quella volta avevano rischiato seriamente di essere la cena di un branco di lupi, per fortuna il padre di Pansy le aveva trovate appena in tempo ed aveva scacciato le bestie feroci a suon di incantesimi.

"E a chi fu data la colpa? Ovviamente a me" Pansy si disse con rabbia, ripensando alla due settimane di punizione che le avevano fatto perdere gli ultimi giorni dell'estate mentre la vera colpevole non aveva neanche ricevuto un rimprovero dal padre che invece le continuava a fare domande sulla creatura che le aveva bisbigliato all'orecchio...

"Con un padre del genere non poteva che diventare una svitata" la ragazza dai capelli neri pensò nello stesso istante in cui delle fiamme verdi apparvero dentro il camino ed una ragazza bionda uscì da lì, tra fumo e scintille, danzandando un ballo noto solo a lei.

- Ciao Pansy, sai che il ricciocorno schiattoso ama nascondersi tra la cenere? -

- Ciao Luna, no non lo sapevo - Pansy rispose sbuffando, desiderando morire di una morte orribile piuttosto che sorbirsi l'ennesima favola sui Nargilli, i ricciocorni schiattosi e tutte quelle creature che esistevano solo nella testa di Xenophilius e Luna Lovegood.

- Sì, sono creature molto interessanti sai? Difficili da trovare purtroppo, mio padre li cerca da anni ma... -

- Scusami un attimo Luna, devo chiamare la mia nuova sguattera - la ragazza serpeverde disse interrompendola prima che la sua "amica" pazza cominciasse a raccontarle cose di cui a lei non importava nulla - Sai, penso proprio che ti piacerà giocare insieme a lei. Questa...ragazza...può fare delle cose davvero incredibili e ama farle! -

Luna osservò Pansy schioccare le dita della mano destra dopo aver puntato contro quest'ultima la sua bacchetta magica e la bionda corvonero non potè che fantasticare su questa ragazza che aveva entusiasmato così tanto una persona scontrosa come Pansy. Ci vollero però quasi dieci minuti prima di vedere la nuova sguattera del castello e Luna aveva continuato a danzare di qua e di là, ingannando l'attesa cercando tracce di Nargilli che potevano aver fatto un nido dietro uno dei vecchi arazzi della famiglia Parkinson. Pansy era furiosa e più di una volta era stata sul punto di salire le scale ed andare a prendere per le orecchie la Granger e portarla giù con la forza.

"Come può farmi attendere tanto quella lurida sangue marcio? Non sa che se mi disubbidisce rischia di spazzare il voto infrangibile e morire? Aspetta...non è che l'incantesimo non ha funzionato e non ha sentito il mio... - ma l'ultima domanda che era nata nella brillante mente della giovane dai capelli neri, morì non appena sentì dei passi pesanti e lenti, farsi sempre più forti.

- Oh è questa la tua nuova serva? Non sembra molto in forma, sai, mi ricorda una creatura avvistata una volta in Norvegia, era come un grosso maiale ma con le ali -

Pansy scoppiò a ridere, non per quello che aveva detto Luna ma per l'espressione sul nuovo volto della Granger che era appena entrata ed aveva subito sentito una delle sue migliori amiche chiamarla maiale.

"Luna?" Hermione pensò felice e scioccata allo stesso tempo.

Se l'ospite di Pansy era Luna Lovegood alla fine non era tanto male, uno degli altri studenti serpeverde sarebbe stato cattivo e sadico tanto quanto la sua Padrona, ma Luna era una ragazza dolce e solare, seppur molto stramba. Hermione non potè pero fare a meno di chiedersi perchè Luna fosse in casa delle terribile Pansy Parkinson, non sapeva nemmeno che le due si conoscessero, oltre ad ad essersi viste a scuola ovviamente.

"Che le loro famiglie abbiano qualche sorta di legame?" la ragazza si chiese, pensando che non era così folle come idea, dopotutto le antiche famiglie di maghi erano spesso imparentate tra loro.

- Luna, lasci che ti presenti la mia schiava...lei è Stinky ed adora servimi persino più Tinky - Pansy disse osservando l'epressione di CicciaHermione nel sentire il suo nuovo umiliante nome.

- Tinky e Stinky, davvero una bella coppia anche se sono l'uno l'opposto dell'altro. Tinky quanto pesa? Cinque chili forse? Invece lei...hmm 200? -

Hermione non sapeva cosa le fece più male, sentire quelle parole ed essere paragonata ad un elfo domestico o l'espressione sul volto di Luna. Sapeva bene che Pansy stava osservando tutto e si stava divertendo come non mai e purtroppo sapeva altrettanto bene che quello era solo l'inizio, la ragazza serpeverde non avrebbe perso tempo a mostrare alla sua ospite tutte le funzioni del suo nuovo giocattolo.

- Schiava, fai vedere alla nostra ospite quale il tuo posto nel mondo e quanto mi adori -

- Si Padrona - Hermione rispose con la sua nuova voce roca prima di avanzare lentamente e goffamente verso Pansy, con la pancia che rimbalzava come un pallone ad ogni suo passo.

Hermione non aveva dimenticato di essere totalmente nuda e l'imbarazzo non era certo minore perche non stava mostrando il suo vero corpo e Luna non conosceva la sua vera identità. Era terribile farsi vedere in quelle condizioni da due ragazze così giovani e carine, e quando Hermione fu finalmente a pochi centimetri da Pansy e si inchinò lentamente per terra, col terrore che le sue ginocchia si spezzassero sotto il suo peso, la ragazza grifondoro sentì quella che era sempre stata una sua cara amica, ridere alla vista delle sue enormi chiappe.

Con le lacrime agli occhi a causa della grande umiliazione, Hermione cominciò a sbaciucchiare i piedi nudi di Pansy e cercò di isolarsi da tutto mentre adorava la sua Padrona, mostrandole tutta la sua venerazione perché nonostante tutto Pansy si meritava quel trattamento, lei aveva vinto totalmente, aveva schiacciato sotto i suoi bei piedi la sua più grande rivale e l'aveva ridotta in quella misera creatura non più degna di usare la magia, di portare vestiti o mangiare come un normale essere umano.

Pansy e Luna stavano parlando ma Hermione non stava ascoltando, non voleva sentire le cattiverie che stavano dicendo su di lei, offendendola per il suo peso o per quello che stava facendo. E così la ragazza continuò a baciare i piedi della sua Padrona e poi, sapendo che quel momento sarebbe comunque arrivato, tirò fuori la lingua e leccò ogni centimetro di quei piedi di cui era dipendente a causa di quella pozione che aveva alterato la sua mente forse per sempre.

- Fammi provare quella lingua, maiale -

Quella era la voce di Luna ed Hermione stavolta la ascoltò per un motivo molto semplice, perchè oltre a quelle parole la ragazza, che si era avvicinata a lei nel frattempo, le aveva dato un calcio nelle enormi chiappe che però non avevano attutito il colpo. Dolorante Hermione sollevò la testa e si voltò incredula.

"Questa non può essere la vera Luna, non è possibile. Che Pansy abbia dato la pozione polisucco ad una delle sue amiche e sia tutto un gioco mentale per ferirmi ancora di più?"

Ma la ragazza non aveva il tempo per pensare ed infatti un istante dopo Hermione sentì il piede della sua Padrona sulla testa e Pansy la spinse verso Luna dicendo :

- Stinky, mostra alla mia ospite come sei brava a pulire le scarpe -

La povera ragazza non potè fare altro che ubbidire e strisciando lentamente, con le ginocchia già doloranti, si avvicinò ai piedi di Luna che indossava delle normali scarpe da ginnasticha babbane. Cercando di non guardare in faccia la sua amica, o la ragazza serpeverde che la stava impersonando, Hermione tirò fuori la lingua e senza perdere tempò cominciò a leccare le scarpe di Luna che erano abbastanza pulite e, rispetto a quello che Hermione aveva dovuto fare in passato, quello era un compito abbastanza semplice, anche se terribilmente umiliante.

- Anche le suole, maiale - Luna disse, mentre osservava quella patetica creatura ai suoi piedi - Sai Pansy, devo proprio raccontarlo a Papà, chissa se conosce qualcun altro che ama leccare i piedi come questa "cosa" qui -

Quelle parole non sfuggirono alle orecchie di Hermione che cominciava a temere che quella fosse davvero la vera "Luna". Per qualche motivo, dopo quel pensiero qualcosa si mosse dentro di lei e temette di essersi eccitata nel sapere che stava effettivavamente leccando le scarpe di una delle sue migliori amiche. Cercando di mettere da parte quei pensieri perversi, Hermione continuò il suo lavoro cercando di ripulire con la lingua le suole delle scarpe di Luna, raccogliendo ogni traccia di sporco che lì si era accumulata.

Stanca di rimanere in piedi, Pansy si sedette sul suo comodo divano ed invitò Luna a fare lo stesso ma la ragazza rifiutò e continuò ad osservare la schiava ai suoi piedi che usava la sua stessa lingua come una sorta di zerbino. Pansy pensò che aveva davvero avuto un idea geniale, Luna sembrava rapita da CicciaHermione e per la prima volta da quando la conosceva era rimasta quasi sempre in silenzio e non aveva più nominato Nargilli e quelle sciocchezze che amava tanto.

La padrona di casa non si era stupita molto di come Luna avesse accettato quasi senza battere ciglio che lei avesse una schiava o che una ragazza totalemente nuda apparisse davanti ai loro occhi e cominciasse a leccare i piedi di una ragazza della sua stessa età, Pansy conosceva bene quel lato di Luna, l'aveva visto più di una volta con degli animali, normali creature che non attiravano la sua attenzione e che non aveva problemi a trattare malamente. Hermione era uno di quegli animali per Luna e Pansy era curiosa di vedere fin dove la ragazza corvonero si sarebbe spinta e una parte di lei aveva persino paura per la sua schiava.

Dopo piu di mezz'ora, Luna decise che le sue scarpe erano state lucidate a sufficienza e di provare una nuova funzione del nuovo giocattolo di Pansy. La ragazza, dopo aver allontanato quella palla di lardo con un calcio, si tolse con un rapido movimento le scarpe e le calze bianche che non cambiava da tre giorni e si poteva benissimo percepire dal tanfo che si propagò nell'aria e che costrinse Pansy ad alzarsi e cercare riparo vicino ad una finestra, dopo poter respirare aria pulita. Hermione che era lì per terra a circa un metro di distanza, fu invece colpita in piena da quella puzza incredibile e la ragazza non potè che invidiare la sua Padrona che si era subito protetta le sue nobili narici, lasciando la sua schiava alla mercè di Luna e delle sue calze fetide.

- Voglio fare un gioco con te, maiale - Luna disse mentre Hermione sentiva la testa vorticare e la ragazza si domandò come facesse la sua amica corvonero a non stare male per quella puzza sprigionata dai suoi stessi piedi. Ma Luna Lovegood era troppo impegnata a spiegare il suo sadico gioco per fare caso al fetore che aveva fatto scappare via Pansy e quasi messo K.O la schiava ai suoi piedi - Sono curiosa di vedere se hai la resistenza di un ricciocorno schiattoso e quale modo migliore se non portarmi in giro su quella grassa e morbida schiena che hai? Visto che sembri amare così tanto i piedi ti renderò tutto più facile in questo modo... -

Hermione non ebbe neanche il tempo di elaborare quello che Luna stava dicendo che la ragazza era gia a cavalcioni sopra di lei, usandola come un pony o un ricciocorno schiattoso...qualsiasi cosa esso fosse. E quale era l'idea geniale di Luna per rendere più piacevole quel gioco perverso ed umiliante? Far pendonzolare una della sue calze puzzolenti proprio davanti la sua faccia, come un maledetta carota.

- Forza, maiale, in marcia! - e cosi dicendo Luna schiaffeggiò con forza il sedere di Hermione che cominciò a gattonare in giro seguendo le indidicazione di quella che pensava fosse una sua amica ed una dolce ed innocente ragazza. Per non cadere giù, Luna si teneva saldamente sui capelli corti di CicciaHermione e con l'altra continuava a sventolare davanti la sua faccia la sua calza puzzolente, ridendo ogni volta che questa sbatteva sul viso della grassa ragazza sotto di lei che si muoveva con la grazie di un elefante in una cristalleria.

"Più veloce maiale" "Muovi quelle chiappe così piene di lardo che potrebbero sfamare un branco branco di lupo mannari" "Annusa un po' la mia calza per riprendere le forze" "Devo dire a Papà di pubblicare un articolo su una balena leccapiedi" queste furono solo alcune delle frasi che Luna disse alla povera schiava su cui era seduta sopra, mentre questa cercava di muoversi nella direzione richiesta dalla sadica ragazza bionda sulla sua schiena. Luna non poteva sapere che sotto quello strato di grasso ci fosse una sua cara amica, la migliore amica di Harry Potter, l'unico ragazzo che sembrava capirla e difenderla a scuola. Ma ora non era a scuola e non aveva bisogno di proteggersi dai bulli, ora era lei che poteva sfogarsi con qualcuno più debole e quel maiale era proprio perfetto per la parte.

Per quanto si sforzasse, Hermione con il suo nuovo peso non era assolutamente in grado di muoversi rapidamente come Luna desiderava e molte volte la ragazza la schiaffeggò sul sedere fino a quando decise che quello non era più sufficiente.

"Se la carota non basta, è ora di usare il bastone" Luna disse con un sorriso e dopo aver messo la sua calza in bocca alla povera Hermione, ora con le papille gustative invase da quella calza che aveva un sapore persino più terribile dell'odore, la ragazza corvonero tornò in sella al suo speciale destriero e con un mano finalmente libera, estrasse la bacchetta magica e cominciò a colpire il sedere di Hermione con degli incantesimi ogni volta che la ragazza non gattonava veloce come lei desiderava...quindi sempre.

Le grasse natiche di Hermione furono colpite da una vasta serie di incantesimi, alcuni sembravano delle scosse elettriche ed erano dolorose, altri incantesimi lasciavano delle vere bruciature sul suo corpo ed infine, i peggiori furono degli incantesimi orticanti che le fecere venire un prurito assurdo in delle aree del corpo gia martoriate dai colpi subiti. Le urla di dolore di Hermione erano soffocate dalla calza di Luna che dentro la sua bocca era divenuta una massa di saliva, sudore dei piedi e sporcizia che avrebbe steso anche un Troll.

Pansy, sempre al riparo vicino la finestra, osservava la scena ora con preoccupazione, Luna era persino più sadica di quanto avesse previsto e cominciava a temere che la sangue marcio non sarebbe durata ancora a lungo.

"Se rompe il suo giocattolo così presto, poi dovrò sorbirmi nuovamente tutte le sue stupidaggini. No, devo fare qualcosa" Pansy si disse, cercando un modo che potesse liberare la sua schiava dalle grinfie di Luna...almeno per qualche momento.

- Un ricciocorno schiattoso non farebbe tutte queste storie, forza maiale!- Luna disse, colpendo Hermione con un'altro incantesimo, con la bacchetta che teneva nella mano destra e tirandole con forza i capelli che stringeva nella sinistra.

Mentre Hermione, sempre più sudata e col respiro corto, cercava di obbedire e resistere al dolore, Pansy fece un passo avanti e le sbarrò la strada.

- Va bene così per ora Luna, penso che la mia schiava abbia ancora delle cose da farti vedere -

Luna non sembrava particolarmente entusiasta di quell'intromissione e scese dal corpo di Hermione ma non senza averle dato di potenti calci sui fianchi con i suoi talloni. La povera ragazza grifondoro cadde a terra stremata e dolorante, senza avere nemmeno la forza di togliere la lurida calza che aveva ancora in bocca. Pansy le si avvicinò e le mise un piede in faccia.

- Dovrai lasciare andare per un po' il tuo prezioso giocattolo. Sputa fuori della calza, abbiamo bisogno della tua lingua -

La morbida suola di Pansy sulla sua faccia le diede stranamente conforto, per Hermione era oramai diventato quasi naturale essere sotto i piedi di Pansy, era sempre stata al sicuro quando era lì sotto, obbedendo agli ordini di quella che una volta era una sua rivale e che ora aveva il pieno controllo della sua vita, come un Dio...o una Dea.

"Ho passato settimane ai piedi Pansy, subendo ogni genere di umiliazione ma non ho mai provato un dolore del genere...e appena sono stata fuori dal suo controllo per qualche minuto, ecco come sono ridotta" Hermione si disse, con le lacrime agli occhi, desiderando forse per la prima volta che quel piede non si muovesse più, che restasse sempre sulla faccia, perchè solo lì era veramente al sicuro, sotto i mangnifici piedi della sua Padrona che meritavano tutta la sua devozione e tutto il suo amore.

Purtroppo per Hermione, Pansy doveva continuare ad appagare quella parte sadica di Luna che nessuno avrebbe mai imaginato potesse esistere in una ragazza così gentile.

- E' ora di far vedere a Luna come una schiava in casa Parkinson tratta gli ospiti. Sai cosa fare, Stinky -

Lo sapeva davvero? Hermione riflettè per qualche secondo e poi decise che la cosa migliore sarebbe stato pulire i piedi di Luna come aveva fatto prima con le sue scarpe, così facendo avrebbe soddisfatto Pansy che poteva assistere ad una nuova umiliazione della sua vecchia rivale e non avrebbe rischiato di essere colpita nuovamente da Luna che già prima era rimasta tranquilla mentre le leccava le scarpe. O cosi almeno lei sperava.

- Miss Luna, può questa schiava avere l'onore di togliere anche l'altra calza e potervi così pulire i piedi con la sua misera lingua? -

Hermione non avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe strisciata ai piedi di una ragazza più piccola di lei e l'avrebbe supplicata di poterle ripulire i piedi con la lingua. Di certo mai avrebbe potuto immaginare di fare tutto ciò con Luna Lovegood, una ragazza così strana ma che le era sempre sembrata la persona più buona del mondo, quasi come Hagrid.

- Lecca maiale, ma fa silenzio, credo di aver sentito un Nargillo ronzare qui intorno - e la giovane corvonero cominciò a guardarsi attorno senza badare alla grassa schiava che le aveva appena tolto la calza, puzzolente come la prima, ed aveva cominciato a leccarle i piedi con perizia.

Hermione non era in grado di dire se Luna avesse dei piedi davvero terribili, per odore e sapore, o se era una sensazione che provava perchè li paragonava a quelli meravigliosi di Pansy che probabilmente a causa della pozione erano divenuti per lei come degli oggetti sacri, da adorare e servire. Quello di cui era sicura, era che quel gusto nella sua bocca le faceva schifo tanto quanto l'odore che emanavano i piedi di Luna, ora liberi dalle sue luride calze.

"I suoi piedi sono anche abbastanza carini, anche se non ha lo smalto alle dita...certo non reggono assolutamente il confronto con la mia padrona" Hermione pensò, vergognanosi per quello che era diventata, ridotta a confrontare due paia di piedi, non solo l'aspetto ma anche l'odore ed il gusto che invece dovrebbero essere sconosciuti ad una persona normale.

Ma lei non era una persona normale, oramai lo sapeva bene, lei non era più la pù brillante strega della sua generazione, non era più un'elemento del golden trio con Harry e Ron...lei era una schiava e quello era il suo posto ormai, sotto i piedi di Pansy e di chiunque lei avesse desiderato. Con quello bene in mente, Hermione mise l'alluce di Luna nella sua bocca e cominciò a succhiare, così forte che avrebbe rischiato di rovinarle lo smalto se la ragazza lo avesse avuto. La sua lingua continuò a muoversi senza sosta e non importava se le venisse da vomitare, se tutto era così disgustoso, se aveva il sedere dolorante come non mai, doveva proseguire e rendere Pansy orgogliosa di lei, e chissà, magari un giorno la sua Padrona le avrebbe permesso di rivedere i suoi vecchi amici che le mancavano così tanto e che sembravano oramai fare parte di una vita lontana, persa nel tempo, forse per sempre.

Harry e Ron non l'avrebbero riconosciuta se l'avessero vista in quel momento e questo non solo perchè Hermione era sepolta da una montagna di grasso, in un corpo che non era il suo, ma anche perche i due grifondoro non avrebbero mai potuto credere che la loro amica, la grande e saggia Hermione Granger potesse essersi ridotta in quello stato, totalmente nuda eccetto un collare stretto al suo collo, a quattro zampe come un cane e con la lingua perennemente tra le dita dei piedi di un'altra persona, sperando, come accadeva con Pansy, di non potersi mai risvegliare da quell'incubo.

Hermione Granger's Goddess (italian version)Where stories live. Discover now