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Alice.

Quella mattina, quando mi svegliai, sentii un profumino venire dal piano di sotto: torta al cioccolato.
Mi alzai veloce dal mio letto molto caldo e mi legai i capelli, quel giorno faceva veramente molto caldo, ma era il mio compleanno e niente mi avrebbe distratta.
Da che ho memoria il giorno del mio compleanno mia madre ha sempre preparato quella torta, che era l'unico dolce che sapeva fare, e negli ultimi nove anni la aveva sempre preparata Haley.
Si, siamo molto strane, il nostro dolce preferito è una semplice torta al cioccolato senza zucchero, ma è l'unica torta che abbiamo imparato a cucinarci da sole da piccole.
Mi feci una veloce doccia fredda e poi mi infilai dei pantaloncini di jeans neri e un top bianco. Mi concessi tutto il tempo del mondo per fare la mia soluta entrata teatrale davanti a mia sorella, il mio compleanno doveva essere il giorno dell'anno senza tristezza, un giorno nostro, era sempre stato così.
Ma quest'anno avrei avuto degli amici con cui festeggiare oltre alla mora che era gurata verso la cucina intenta a versare l'acqua bollente bells nostre tazze.
Non dissi nulla, mi sedetti al bancone della cucina silenziosamente con un sorriso a trentadue denti.
"So che sei li." disse sorridendo mia sorella.
Poi si volto e si allungo per mettermi la tazza rossa davanti agli occhi. Risi.
"Non aspetti mai che ti chiamo io per la colazione..." aggiunse mentre si voltava e prendeva il dolce.
"Tanti auguri sorellina." sorrise e iniziò a cantarmi la canzoncina.
La ringrazia come ogni anno e poi ne tagliai due spicchi per entrambe.

Qualche ora dopo ero assolutamente pronta per la mia "festa di compleanno", se così potevamo chiamarla visto che era una semplice serata da pouge a casa di John B, e per questo ero più felice che mai.
Mi misi un vestitino nero intrecciato sulla schiena e le mie solite scarpe, tanto per stare comoda.
"Alice ti muovi o Kiara ti lascia a casa" urlò mia sorella dal piano di sotto mentre saltellavo su un piede per mettermi la scarpa. Scesi velocemente le scale e mi legai la scarpa nell'auto di Kie.
La ragazza guidó velocemente fino allo chateau dove gli altri mi vennero tutti ad abbracciare e a farmi gli auguri di buon compleanno.
"Ei rompiscatole." Mi richiamó il biondino passandomi una birra, l'ennesima birra.
Ne bevvi un sorso facendo segno a Jj di parlare.
"Come va?" chiese grattandosi la nuca e spostando lo sguardo suoi miei piedi.
Ma sul serio? Il grande e spavaldo Jj Mybank era... impacciato? Insicuro? Timido?
"Io sto bene, tu piuttosto? Sei strano... " domandai riattirando il suo sguardo su di me.
"Ti va se balliamo un po' con gli altri?" mi chiese prendendomi per mano e non aspettando una mia risposta, che sarebbestata ugualmente un "si".
Iniziammo a ballare vicino a Kie e Haly che erano già ubriache e a John B e Sarah, che si stavano, ovviamente, baciando.
Jj mi fece fare un giravolta mentre mi teneva la mano io mi sentivo una principessa, mi stavo sentendo trattata come si tratta qualcuno che ami. Ad un tratto notai Kie, Haly e Pope uscire dalla porta che era aperta ma non ci feci troppo caso, poiché Jj mi fece girare di nuovo.
Il suo tocco era così caldo e delicato che mi arrivó dritto al cuore e una scarica di adrenalina mi sfrecció su per la spina dorsale e nel ventre, e in un batter d'occhio mi ritrovai appiccicata al suo corpo con la fronte attaccata alla sua, mentre il suo respiro caldo mi accarezzava delicatamente il naso.
"Scusa Ali, non ci riesco..." sussurrò dopo aver sospirato, poi a passo svelto corse in un'altra stanza: camera di John B.
Rimasi paralizzata per un minuto buono, ma poi lo seguii. Questa cosa doveva finire.
Entrai lentamente nella stanza senza fare il minimo rumore, finché la porta di legno non cigoló alla chiusura.
Lui era lì. Era seduti sul letto con i piedi per terra e i gomiti poggiato sulle ginocchia, aveva le mani neli capelli e la testa china.
"Chs ci fai qui Alice? " sputó mentre si ricomponeva.
"Mi sono stufata Jj!" dissi convinta.
Mi avvicinai pericolosamente a lui e mi posizionai tra le sue gambe.
"Che cosa stai facendo?" cerco di allontanarmi ma poggia immediatamente le labbra sulle sue, enun quel momento sentii come se dopo un sacco di tempo avessi trovato il pezzo mancante di un puzzle da 1000 pezzi, come se non fossi mai riuaicta a trovarlo, la stessa soddisfazione e felicità.
Il biondino mi guardo a bocca aperta e sorrise, piu si avventó di nuovo sulle mie l'abbra inondandole di un saoore acido mischiato a birra e sigarette, proprio come le mie. Sorrisi contro la sua bocca e gli affonda le mani nei capelli.
"Non è più bello così? O preferisci litigare ogni momento?" chiesi sorridendo mentre gli accarezzavo i capelli.
"Non puoi capire quanto l'ho desiderato, piccolina!" esclamó con il respiro affannato prima di ritornare a torturarmi le labbra con le sue soffici.
D'un tratto una mano calda, e che conoscevo fin troppo bene alzò delicatamente il mio vestito stretto e, salì delicatamente lungo la mia coscia fino al sedere.
Buttai la testa all'indietro beandomi di quel contatto a dur poco fantastico.
"Posso continuare?" domandò Jj quando il suo pollice sfioró la parte davanti delle mie mutantine nere.
"Ti sembra una domanda da fare?
Muoviti piccolo Jj!" risposi prima di baciarlo.
Il biondo mi tolse le mutandine un un movimento rapido e dopo avermi tirato il vestito fin sotto il seno mi scaraventató sul letto del suo migliore amico.
"Jj..."geometri quando il suo dito entró delicatamente in me.
"... Baciami."dissi solamente, e lui lo fece, come ogni cosa che gli chiedevo.
Ero esattamente nel posto in cui volevo essere, con la persona giusta, e quello era il miglior compleanno di sempre.

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