Capitolo 14

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Little lover, I can't get you off my mind, no

Little lover, I've been trying hard to find

Someone like you

Little lover, AC/DC

Domenica

Buongiorno <3 fu la prima cosa che lessi quel giorno.

Mi alzai dal letto e con un sorriso mi diressi in bagno.

Quella mattina, feci colazione con calma, poi scesi al bar per aiutare i miei.

Quando mia mamma mi vide, capì subito che c'era qualcosa di diverso senza che glielo rivelassi. Ciononostante, non domandò altro che un semplice: «Stai meglio oggi, tesoro?»

Annuii, prendendo uno straccio per pulire il bancone che qualcuno aveva sporcato di caffè. Probabilmente il signor Ricci, che ogni domenica, puntuale come un orologio, si recava al nostro bar per bere una tazzina di espresso.

«Cosa fai oggi?», chiese mia madre. «Esci con Seth?»

Il solo fatto che l'avesse nominato mi fece spuntare un ampio sorriso sul volto. Nella mia mente, le parole della sera prima e il fervore nella sua voce.

«Non lo so ancora, ma per adesso posso aiutarvi con il lavoro», dissi.

Appoggiai lo straccio sulla mia spalla quando ebbi finito e rivolsi a mia madre un'occhiata.

«Oh, Miki, non ce n'è bisogno. Non devi lavorare sempre, esci a divertirti con Teseo, Stella o Rob».

«Non mi dà fastidio aiutarvi, mamma».

«Beh, a me sì. Quindi, ora lascia lo straccio sul bancone ed esci da questo posto».

Non feci in tempo ad obbedire che mi prese in mano il panno e lo sostituì con una banconota da venti. Ancora spaesata, venni spinta fuori dal locale con frasi sbrigative, mentre in sottofondo la voce armoniosa di mio padre cantava una canzone dei Beatles.

Avevo due scelte: chiamare Stella e rimediare alla mia sbadataggine o... chiedere al mio fidanzato di prova di uscire.

Non dovetti decidere. Il destino scelse per me.

Un clacson suonò in quel momento e alla guida di una decappottabile apparve Teseo, bello come il sole. Gli occhi verdi luminosi e un sorriso malandrino sulle labbra rosee.

La macchina si fermò al mio fianco e il ragazzo all'interno mi gridò di entrare dentro. Come potevo negargli una cosa simile? Soprattutto perché avevo accettato di provare questa cosa dei fidanzatini.

Aprii la portiera e mi buttai sul sedile con goffaggine.

Non sapevo bene cosa fare in quel momento. Sapevo di non doverlo baciare perché quello avrebbe significato la fine dei giochi, ma non mi sembrava giusto salutarlo come se tra noi non fosse cambiato niente.

Teseo annullò ogni mio dubbio: mi prese la mano, intrecciò le mie dita alle sue e si portò il dorso alle labbra. Lì, stampò un bacio che mi fece rabbrividire il cuore. Ma quella reazione la attribuii al venticello di inizio maggio.

«Ciao», mormorò, sfiorandomi la pelle con la bocca.

Portò la mano sul cambio, ma non lasciò la mia.

«Mia madre sapeva che saresti venuto, vero?», gli chiesi, mentre l'auto sfrecciava per le strade della città.

«Indovinato».

How to charm Micol Esposito [Trilogia How To #1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora