Quarantacinque - Debts

13.5K 928 589
                                    

Quei due giorni erano passati così velocemente che Louis non aveva avuto nemmeno il tempo di realizzare o di elaborare quello che era successo, sempre che qualcosa fosse accaduto per davvero. Non sapeva cosa stava facendo, non sapeva quasi più niente. In quel momento l'unica cosa che sapeva era che si trovava sulla moto di Matthew, che in quel momento stava guidando anche fin troppo veloce verso il luogo fuori Brighton - ma non tanto fuori- , dove si sarebbe svolto il raduno al quale stavano andando.

C'erano milioni di cose che gli passavano per la testa. Un po' era felice perché tutto ciò, come stare sulla moto e andare ad un raduno, gli ricordava i vecchi tempi in cui insieme facevano qualsiasi tipo di pazzia anche solo lontanamente possibile o immaginabile. D'altra parte sapeva che qualcosa di quello che stava per fare sarebbe andato storto, sapeva che c'era qualcosa che Matthew non gli aveva detto e che sicuramente non gli avrebbe detto fino a che non si sarebbe verificato. Lo sapeva e basta, come si sa che il sole quella mattina era sorto a est e sarebbe tramontato ad ovest.

Arrivarono nel posto dopo una mezz'ora buona di guida, Matthew parcheggiò un po' distante da dove era la vera massa di persone e di veicoli che già era visibile perché non voleva che qualcosa o qualcuno potesse rovinargli la moto, la sua bambina.


"Con cosa hai intenzione di pagare?"- chiese Louis quando cominciarono a camminare in quella direzione, riferendosi alla roba che Matthew voleva comprare.


"Non ho soldi Lou, e nemmeno tu."- spiegò -"Se riusciamo a procurarcela bene, altrimenti torniamo a casa a mani vuote."


Casa. Louis annuì, quello era il genere di cose che con Matthew si era abituato a fare, benché ora l'amico avesse una scintilla di pazzia negli occhi che prima non aveva. 

C'era un casino assurdo. La musica alta usciva fuori da una macchina che con il porta-bagagli aperto rivelava un impianto stereo da far paura, c'era gente ovunque poggiata su varie auto e molti fumavano sigarette, l'odore di canna era forte e quasi pungente. Essendo le sette di sera c'era ancora luce buona per andare in giro, ma la sera tarda sembrava voler arrivare più presto quel giorno. Matthew lo trascinò con poca grazia verso un gruppo di ragazzi, uno dei quali alzò una mano nella loro direzione. Matthew ricambiò il cenno con un gesto del capo e Louis si prese qualche secondo per osservarli bene. Quello che li aveva salutati era il più strano di tutti, muscoloso e alto, ricoperto di tatuaggi ancor più di quanto non fossero loro e con qualche piercing sparso sul volto e sulle orecchie. Indossava degli jeans stretti neri e una camicia a quadri rossa, che si abbinava con stile alla bandana arrotolata scarlatta che gli teneva indietro i riccio biondo cenere. Non doveva avere più di venticinque anni, eppure tutti sembravano trattarlo e guardarlo con rispetto e quasi con ammirazione. 


"Ashton"- gli sorrise Matthew, dandogli una pacca amichevole sulla spalla.


"Matthew, cazzone che non sei altro, che ci fai qui?"- chiese quello di rimando, ricambiando il brusco saluto.


Matty sorrise. -"Io e il mio amico Louis siamo venuti a dare un'occhiata e a vedere se rimediavamo un po' di roba."


Solo in quel momento Ashton sembrò accorgersi di lui: gli rivolse un'occhiata veloce e superficiale prima di riportare l'attenzione su Matthew. -"Sicuro amico, ti troviamo noi qualcosina, vero ragazzi?"


Louis lo vide girarsi verso i due ragazzi sull'altro lato dell'auto su cui anche lui era seduto. Fece loro un cenno e quelli sorrisero allontanandosi con due ragazze poco vestite Louis non sapeva dove, evidentemente a prendere le cose da dare loro, quelle che Ashton sembrava stargli gentilmente offrendo. Louis si sentiva fuori posto e la cosa non gli faceva piacere perché solo qualche mese prima tra gente come loro si sarebbe sentito completamente a suo agio, ma ora non più. Qualcosa in lui era irrimediabilmente cambiato ma nemmeno lui avrebbe saputo dire con certezza di cosa si trattasse. Fatto sta che gli fece strano vedere quelle persone baciarsi senza vergogna in modo decisamente spinto davanti a decine di altre persone, gli fece strano vedere tutte quelle bottiglie di alcol in giro al quale non era più abituato ma che per tanto tempo erano state, insieme ad un altro mucchio di cose più che discutibili, la sua unica fonte di gioia e felicità.

Lately | Larry StylinsonDonde viven las historias. Descúbrelo ahora