6. Il Macc

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Art. 532, comma 2 del manuale delle regole:

Il numero di uno studente fa riferimento alla prima stanza a cui viene assegnato. Ad esempio: lo studente assegnato alla stanza 50 avrà come numero cinquantuno, cinquantadue, cinquantatré o cinquantacinque; lo studente assegnato alla stanza 120 centoventuno, centoventidue, centoventitré o centoventicinque.


Le lenzuola azzurrine riempivano gli occhi di Trentacinque, illudendolo di trovarsi all'aperto disteso su un prato, con il vento che gli scompigliava i capelli. Le sue dita correvano lente lungo le pieghe del tessuto, scivolavano nei punti più ruvidi, incespicavano non appena si rendevano conto che quello che stavano dipingendo non era il cielo e nemmeno la coperta che la madre gli aveva regalato per il compleanno, bensì le fredde lenzuola della Scuola dei Demeriti. Erano proprio quelle piccole esitazioni nei movimenti che facevano ripiombare Trentacinque nell'orrore di quello che stava accadendo: l'enorme cielo azzurro svaniva dai suoi pensieri e il rumore della penna a scatto di Pietro ritornava, assieme al ticchettio continuo dell'orologio.

Pietro gli aveva subito creduto quando gli aveva spiegato di non essere scappato, aveva detto che i Sorveglianti erano degli svalvolati e di non pensarci troppo. Non appena erano tornati in camera, si era fiondato sul libro spiegazzato che stava leggendo in precedenza, aveva religiosamente fatto la punta ad una matita tutta smangiucchiata e afferrato una penna dal pavimento per poi immergere lo sguardo nel libro.

Sul letto di Trentacinque, ovvero quello più vicino alla porta, erano stati adagiati un grosso manuale e un piccolo foglietto dalla carta spessa. Trentacinque li aveva presi e appoggiati a terra, per poi andare a nascondersi sotto le lenzuola: sperava che, cancellando dai suoi occhi la scuola, quella sarebbe scomparsa. "Se non lo vedo, non esiste", era più o meno questo il precetto a cui si aggrappava con disperazione. Eppure la sua mente era riempita da ondate di pensieri che lo intimavano di aprire il libro delle regole, di controllare l'orario delle lezioni, di correre qua e là, di porre rimedio in qualche modo a quei diecimila demeriti che pesavano sulla sua testa.

Non riusciva più a resistere. Si tolse da sopra la testa il lenzuolo, raccolse dal pavimento la matita che gli sembrava in condizioni migliori e si mise a sfogliare il manuale delle regole; erano pagine e pagine di carta sottilissima, stampate in un carattere minuscolo.

Con un gesto meccanico, Trentacinque infilò le mani nella tasca della felpa alla ricerca degli occhiali, che non trovò: giacevano probabilmente in qualche cassetto nell'ufficio dei Sorveglianti, o più probabilmente erano stati abbandonati in qualche cestino dei rifiuti.

Senza i suoi occhiali quelle pagine erano ricolme unicamente di lunghe linee indecifrabili, composte da angoscianti scarabocchi neri. Un senso di panico e di disperazione si impadronì dei suoi pensieri: se non poteva leggere, come avrebbe fatto? Ogni cosa in una scuola passava attraverso la parola scritta. Le sue dita fremettero, la gola che si rifiutava di deglutire; i suoi occhi seguivano invidiosi il profilo di Pietro, intento a leggere e a sottolineare il libro. Non ce l'avrebbe mai fatta, non sarebbe mai stato al passo. Le lacrime cominciarono a scendergli copiose lungo le guance, fra gli incavi delle dita: come poteva rispettare le regole se non vi aveva accesso?

Per un attimo pensò di domandare aiuto a Pietro: avrebbe potuto chiedergli di leggergli ad alta voce le regole, o quantomeno di elencargli quelle principali; magari esisteva una copia del manuale scritta in un carattere più grande e Pietro sapeva dove trovarla... C'erano ancora diverse opzioni da vagliare, nessuna di quelle ammissibili però comprendeva Pietro. Trentacinque ricordava fin troppo bene cos'era successo a scuola quando aveva tirato fuori gli occhiali la prima volta: gli sguardi straniti dei compagni, quasi disgustati, le lenti che si divertivano a scheggiare. Ci tenevano a ricordargli che nulla in lui era Perfetto, nemmeno lo sguardo.

La Scuola dei DemeritiWhere stories live. Discover now