Capitolo 1

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-ziooooo- Lennard si voltò di scatto preoccupato verso le scale che portavano al piano superiore della villetta nella quale viveva ormai da quattro anni giusto in tempo per vedere il piccolo Sammy correre verso di lui rischiando anche di cadere.

-Sammy- disse il biondo sporgendosi per prendere in braccio il nipote di tre anni e osservarlo attentamente -che succede?- chiese mentre notava suo fratello che stava scendendo con calma le scale. Era assurdo quanto Sammy avesse preso letteralmente tutto da Carey: i capelli biondi, gli occhi azzurri e anche la piccola fossetta sulla guancia destra mentre sorrideva. Non aveva nemmeno una caratteristica dell'Alpha stronzo che li aveva abbandonati dopo aver messo incita Carey.

-papà mi vuole mandare nuovamente a quell'asilo bruttissimo- protestò il bambino mentre Lennard vedeva chiaramente il fratello sospirare a quelle parole.

-Sammy io devo lavorare- sussurrò proprio il maggiore raggiungendo il figlio e il fratello -e lo zio deve andare al college, non puoi rimanere qui a casa da solo- e dicendo ciò accarezzò la testa bionda del figlio cercando di calmarlo, sapeva che il figlio non adorava andare all'asilo perché tutti i bambini lo criticavano visto che aveva solo un genitore e per di più omega. Sammy ancora non capiva del tutto la distinzione tra alpha, omega e beta ma aveva compreso il tono che usavano sia i bambini che le maestre e non gli piaceva per niente.

-tuo padre ha ragione Samuel- sussurrò Lennard lasciando un bacio sulla guancia del nipote. -non può portarti al lavoro e io ho lezione. Rimarrei davvero volentieri qui con te ma tuo padre mi ammazza se faccio altre assenze al college quindi cerca di resistere e prova a farti degli amici-

-nessuno vuole fare amicizia con me- protestò Sammy -tutti dicono che non possono essere amici di chi è figlio di un omega-

-non sei l'unico figlio di un omega Sammy- sussurrò Lennard guardando preoccupato il fratello che aveva distolto lo sguardo. Carey non lo diceva apertamente ma si sentiva davvero in colpa per quello che gli altri dicevano a suo figlio quando lui non aveva colpe. Era colpa del coglione che lo aveva lasciato completamente da solo e di quella società che non pensava agli omega come delle persone ma come ad oggetti che bisognava usare per piacer proprio.

-va bene vado li ma oggi pomeriggio giochiamo tutto il tempo-

-Sammy zio Lennard deve studiare!-

-va bene tesoro- ignorò il fratello Lennard per sorridere al bambino e posarlo a terra giusto in tempo per prender il sacchetto che aveva preparato con la merenda e darlo al bambino -questo è per oggi- Sammy parve felice e risalì le scale per andare a prendere lo zainetto dalla sua camera.

-lo stai viziando troppo-

-perché non dovrei?- domandò Lennard posando un contenitore rettangolare di plastica al fratello -ti ho preparato il pranzo visto che oggi fai orario continuato. Non puoi chiedere al tuo capo di diminuirti le ore? Ti stai massacrando a lavoro-

-due omega sono andati in congedo per maternità e io sto ricoprendo anche i loro turni, non è lui lo stronzo è solo che in due si sono trovati nello stesso periodo incita e quindi il mio lavoro è aumentato tantissimo- spiegò con calma Carey -e non mi dispiace nemmeno tanto, può sembrarti massacrante ma questo lavoro è perfetto per me e il capo è un beta-

-e non ci sono alpha- concordò con lui Lennard -lo so ma ritorni sempre stanco la sera, non puoi chiedere ad altri di aiutarti? Non puoi coprire tre ruoli da solo!-

-ma ho te- ridacchiò Carey sorridendo al fratello -fortunato chi ti avrà come compagno-

-se mai ne troverò uno- borbottò Lennard -tutti quelli che ci provano con me o lo fanno per soldi o hanno comportamenti...odio gli omega che non hanno un minimo di personalità-

-tu pretendi troppo Len- sussurrò Carey che in realtà era felice delle pretese del fratello -sono davvero rari gli omega che riescono a farsi rispettare-

-allora rimarrò singol a vita. Ho te e Sammy cosa potrei volere in più?-

-mamma e papà non sono minimamente d'accordo- ridacchiò Carey dando una veloce occhiata al piano superiore cercando di capire perché il figlio ci stesse mettendo così tanto.

-non me ne frega del loro pensiero e lo sai bene- continuò Lennard -posso rimanere singol e visto che papà ha deciso che tutta l'eredità di famiglia sarà mia quando avrò i soldi potrò trasferirti la parte che ti spetta senza problemi- sussurrò ancora lasciando un bacio sulla guancia del fratello proprio mentre Sammy tornava in salotto.

-zio mi passi a prendere tu dall'asilo vero?- chiese il bambino e Lennard annuì visto che il fratello avendo orario continuato non poteva di certo passare dall'asilo a prendere il figlio.

-andiamo tesoro- sussurrò Carey che prese in braccio il figlio anche se per lui era diventato leggermente pesante da portare per troppo tempo ma non lo avrebbe mai detto apertamente. -ci vediamo stasera Len-

-non stancarti troppo- sussurrò Lennard mentre i due uscivano prima di prendere il suo zaino con il casco della moto per dirigersi verso il college ricordandosi anche di prendere un casco in più per il nipote. Sapeva che a Carey non andava tanto a genio il fatto che lui portasse suo figlio in moto ma lo aveva fatto altre volte e di certo non avrebbe smesso in quel momento solo per le preoccupazioni di Carey. E poi adorava quando i suoi colleghi lo guardavano con ammirazione per via della sua bellissima Ducati. Certo gli piacevano quegli sguardi di adorazione ma allo stesso tempo odiava tutti quelli che poi ci provavano con lui facendo finta di saperne di moto quando in realtà non ne sapevano niente, e tutto questo lo innervosiva davvero tanto, più di quanto il suo viso faceva trapelare. Ma amava troppo andare in moto per poterci realmente rinunciare, andare in moto per lui significava libertà: non pensare a niente e soprattutto al fatto che tutti si aspettavano qualcosa di importante da lui solo perché era un alpha.


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