holiday

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"Tuttavia, la vita è come il cielo: cambia continuamente"

finalmente era arrivata l'estate, ciò significava: niente scuola, niente preoccupazioni.
solo divertimento.
oggi partivo con la mia famiglia a napoli, era una vacanza di una settimana.
andavamo a trovare nostro padre, era un boss di sicilia ma si spostava spesso.
sono appena arrivata in calabria con mia madre e mio fratello maggiore, correndo verso la stazione dove avremmo preso il treno che ci avrebbe portato a destinazione.
"oh mamma, non curriri...mancano ancora 20 minuti alla partenza" gli dissi sfinita, eravamo con una valigia più pesante di noi ciascuno.
"non vogghiu arrivà in ritardo, megghiu in anticipo" mia mamma e la puntualità erano una cosa sola.
"mamma in realtà si dice megghiu tardi che mai..." mio fratello borbottò, nessuno osava contraddire la mamma, e infatti gli rispose "statti mutu va. e camina"

dopo i 10 minuti strazianti di attesa con mia mamma che ci raccontava le notizie di cronaca rosa del paese manco fosse una giornalista, finalmente salimmo in treno, ci sistemammo e ora iniziava il vero viaggio.
e come ogni viaggio che si rispetti presi le cuffie dallo zaino e misi la mia playlist, che mi cullava come una ninna nanna.

arrivati, ancora un po' dormienti, siamo scesi dal treno osservando la stazione di napoli e guardandomi intorno vidi mio papà
"papà!" appena lo vidi io e mio fratello lo abbracciammo, mentre mia mamma guardava la scena.
lei e papà erano divorziati da quando papà aveva deciso di intraprendere la strada del crimine, ma comunque non ci volle far dimenticare papà e io lo vedo ogni fine settimana mentre mio fratello nella settimana.
"come stanno i miei tesori?" anche se era un mafioso, non lo diresti guardandolo.
è un uomo davvero puro.
per questo mia mamma si è innamorata di lui, ma poi la sua rabbia e gelosia divennero incontrollabili.
sparava ad ogni uomo che si avvicinava alla mamma e lei per paura di perderlo lo allontanò.
"dai forza che vi faccio vedere le stanze che ho preso." lo seguimmo ed arrivammo in un albergo 5 stelle grandissimo e lussuoso.
"allora? vi piace" accennammo tutti un si con la testa.

si era fatta sera, ed ero uscita un po' per conoscere il posto ed essendo sabato avevo già chiesto ai miei se potevo andare in discoteca, erano un po' titubanti ma poi mio fratello si offrì di venire con me, così ora siamo davanti all'entrata della discoteca, dove già si sentivano le solite urla, le solite risse, i soliti gemiti.

dopo un po' persi di vista mio fratello, ma ero tranquilla.
ero sulla pista da ballo, dopo aver bevuto due bicchierini.
mentre ballavo sentivo qualcuno strusciarmi da dietro, ma non ci diedi molto peso.
dopo costui mi prese e mi portò in un posto meno affollato e iniziò a spogliarmi e baciarmi il collo.
"fermati..." era completamente lucido, non odorava di alcol.
"lasciati andare" non mi sentì e continuò a baciarmi e a palparmi il seno
"ti ho detto no" lo spinsi, inutilmente, perché mi puntò un coltello contro, facendomi immobilizzare.
"e io ti ho detto di lasciarti andare" riprese a strusciarsi contro mi me, portando la mia mano sul suo pene ormai duro.
"non lo vuoi?" feci segno di no e mi diede uno schiaffo.
"brutta zoccola ascolta e basta. farai tutto quello che voglio, oppure.." mi ricordò che era armato, così iniziai a piangere, dalla rabbia, dalla frustazione, dalla paura.

colsi un momento dove era distratto e gli presi il coltello e lo pugnalai dritto al cuore, girai il coltello al suo interno facendogli fare una smorfia di dolore e poi lo estrassi.
iniziai a colpirlo ripetutamente e contai almeno 7 volte.
mi guardai le mani ricoperte del suo sangue e continuai a piangere
cosa cazzo avevo appena fatto.

𝐈𝐑𝐈𝐒
𝐩𝐨𝐜𝐡𝐞 𝐨𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥'𝐚𝐫𝐫𝐞𝐬𝐭𝐨

angolo autrice
qualcuno deve fermarmi...

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