18

1.2K 11 2
                                    

John doveva gettare il corpo di Peggy e sapeva già dove farlo, dove aveva gettato i corpi di Marygio e Angela pensò.

Prese due sacchi neri e dello scotch da imballo. Le tolse le catene perché sarebbero servite per katryn e infilandole la testa in un sacco e l'altro dai piedi, costrinse quel corpo con lo scotch facendo diversi giri, finché non rimase altro che un semplice sacco di spazzatura a cui nessuno avrebbe fatto caso.

La prese in braccio a mo di sposa, mentre il suo cuore palpitava senza sosta in modo frenetico, perché come era già accaduto nelle due volte precedenti doveva gettarla in un cassonetto, senza farsi vedere da nessuno.

La cinse tra le sue braccia fino ad arrivare in garage e la mise nel baule dell'auto, pregustando già di carpire ogni possibile informazione su katryn, controllando tutti i vari social dove poteva essersi iscritta, quella povera ragazzina ignara di tutto, una volta tornato a casa.

Uscì dall'autorimessa quando erano le nove e mezza diretto verso quel cassonetto che distava solamente un paio di chilometri in zona industriale. Pensando ai complimenti che avrebbe preso da sua mamma una volta tornata a casa, trovando la casa pulita ed in ordine e il tappeto che sembrava nuovo di zecca.

Rimembrò di non aver tolto le ciotole dal pavimento ma quello non era un problema, lo avrebbe fatto una volta tornato a casa con tutta calma, ripensando a quanto era bella Peggy mentre mangiava come un animale, imbrattandosi il viso o quando sgranocchiava le crocchette guardandolo con la coda dell'occhio.

I capezzoli di lei che facevano capolino mentre si muoveva sinuosa per casa gli fece venir voglia di strizzargli ancora il seno prima di gettarla come se fosse spazzatura.

Prese la prima via a destra e poi la strada principale passando davanti alla chiesa, ripensando a quando le aveva tatuato sul viso l'immagine della gatta che lui vedeva in lei, pensando inoltre se katryn sarebbe rimasta ferma come aveva fatto la sorella, immaginandosi di si, che sarebbe rimasta immobile e che la sorella più giovane doveva essere vergine ancora e quindi più bello profanarla contro la sua volontà.

Arrivò fino al semaforo che portava alla zona industriale beccandosi il rosso con un  paio d'auto dietro di lui che sembrava lo stessero seguendo e si agitò ancora di più, più di quanto già non lo fosse.

Come scattò il verde mise la prima e partì facendo spegnere il motore, ingolfandola per aver dato troppo gas, imprecando ad alta voce mentre le due auto che aveva dietro non fecero nulla per innervosirlo, aspettando che riaccendesse il motore, senza suonare il clacson per mettergli fretta e che poi ripartisse.

Ingranò di nuovo la prima e partì finalmente per compiere l'ultimo chilometro, quando svoltando leggermente a destra si accorse di un posto di blocco della polizia, proprio dal suo lato della carreggiata. Sfiga.

Sudò freddo e quando vide un agente mettersi in mezzo alla strada, indicando con la paletta di accostare fece letteralmente un infarto, non credendo a quanto stava accadendo.

John accostò maledicendo la sfortuna, ripetendo dentro di sé che era un semplice controllo e mostrati i documenti sarebbe ripartito, ma l'agitazione dentro di sé salì a livelli impensabili.

Buonasera... patente e libretto per favore. Disse l'agente mentre John abbassò il finestrino spegnendo il motore dell'auto, cercando nel porta oggetti quanto gli aveva chiesto quell'uomo sulla quarantina, in divisa.

Con mani tremanti gli cadde il libretto di circolazione sul tappetino e goffamente lo riprese in mano consegnandolo a quell'uomo più giovane di suo padre che assomigliava a Jude Law, sorridendo impercettibilmente. Tutto un tremore.

John Junior Toseland dove va di bello a quest'ora? Chiese l'agente leggendo i suoi dati sul documento di guida, guardandolo con sguardo serio, mentre l'altro agente controllò l'auto girandoci attorno.

Sottomessa per sempreNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ