Capitolo 8

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Nei giorni successivi passai molto tempo a chiedermi cosa fosse successo tra Twiggy e Gacy, facevo ipotesi, pensavo a come farli riappacificare, speravo che già avessero risolto, non volevo assolutente che uno dei due se ne andasse.
Un giorno, non so con quale coraggio, decisi di punto in bianco di chiamare Brian, mi ricordavo di aver appuntato il suo numero su un foglio e così mi misi a cercarlo; una volta trovato il foglio andai a prendere il telefono dal soggiorno e feci i numeri,
-0, 7, 5, 5, 2, 9, 9, 3-
-Pronto, chi é?-
-mmh..-
-C'è qualcuno?-
-Sì Brian, sono io... Audry-
-Cosa vuoi ora?-
-Senti, io non...-
-Non dire balle perfavore, ci siamo stati tutti male, lo sai...-
-no, ascolta, scusa, anzi scusatemi se me ne sono andata senza dirvi niente; io, non so come spiegarmi, ho paura...-
-Paura di che? Di essere troppo giovane per stare con qualcuno?-
-no io...-
Scoppiai a piangere, era tutto così stressante.
-No ti prego non piangere-
-...Ti amo, ma non voglio cambiare tutto e, forse sì hai ragione, credo di essere troppo piccola...-
-Dove abiti?-
-Via Montereal la palazzina verde, 2o piano-
-In centro?-
-Più o meno-
-Arrivo-
Rimasi in silenzio e anche se probabilmente aveva già riattaccato lo salutai, poi mi accasciai a terra e le lacrime ricominciarono a rigarmi il viso.
Aprii l'armardio e cercai velocemente qualcosa di comodo e attraente allo stesso tempo da mettermi;
Corsi in bagno e mi guardai qualche secondo allo specchio: tutti gli occhi rossi e le giancie pallide, le occhiaie mi mettevano in risalto gli occhi ancora bagnati di lacrime, ero un mostro.
Mi infilai i vestiti che avevo scelto e cercai di aggiustarmi almeno per sembrare accettabile, poi andai in salotto e mi sedei sul divano, accavallai le gambe e cominciai a molleggiare ansiosamente il piede;
Bussarono alla porta e mia madre urlò dalla cucina:
-Audry, vai ad aprire, sarà tuo padre-
Andai alla porta, certa che non fosse mio padre e mi ritrovai davanti il ragazzo con cui avevo parlato poco prima, non esageratamente truccato e senza rossetto.
-Audry chi é?-
Io e Brian ci guardammo un secondo
-é un mio amico, Ma.-
-Fallo sedere che gli porto qualcosa, un caffè, un the.-
Manson mi fece di sì con la testa
-un caffé, ma.-
A quel punto ci sedemmo a tavola, era evidente che Brian fosse molto imbarazzati poiché un colirito roseo gli tingeva le guance, ma ciò non significava che non sarebbe rimasto;
Mia madre venne in salotto con un the e un caffe, guardo Brian qualche secondo con aria interrogativa, evidentemente ricordava dei poster nella mia camera.
Ops.

Tainted LoveWhere stories live. Discover now