Capitolo XIX - EROS E THANATOS

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La prima settimana alla Zeus trascorse veloce, ero piena di impegni tra lo studio e l'allenamento quotidiano, quindi avevo tempo per pensare solo di sera. Smisi di piangere prima di dormire perché gli occhi gonfi al mattino facevano a pungi con l'immagine di ragazza forte che volevo dare. Mi sentivo tremendamente in colpa ad essere sparita completamente per i miei amici della Raimon, ma Dark aveva messo ben in chiaro che non avrebbe tollerato una mia risposta alle lettere.

La notizia positiva della settimana era che avevo finalmente ricominciato a lavorare sulla mia tecnica e l'avevo sviluppata completamente grazie alle macchine di tortura... cioè coff coff di allenamento. Quel giorno l'avrei mostrata alla squadra, infatti appena finito il riscaldamento sentivo arrivato il mio momento.

– Bene Alya, è ora di mostrare a tutti la nuova tecnica micidiale. Poseidon vai in porta – ordinò con voce cupa e maligna Dark. Annuii di rimando, con sguardo sicuro.

Raccolsi un pallone dal cesto e mi posizionai davanti alla porta sotto lo sguardo attento di tutti. Presi un bel respiro e rilassai i nervi. Calciai la palla col tallone, questa fece un cerchio sopra la mia testa, proprio come aveva fatto quando mi allenavo con Jude. Arrivata però al mio ginocchio, questo la ricacciò in aria e, saltando, la colpii forte con il piede destro, urlando "Impatto stellare" a pieni polmoni. Il pallone volò in porta ad una velocità disarmante, brillando di una luce degna del nome che avevo dato al tiro. La tecnica di parata più forte di Poseidon non durò nemmeno mezzo secondo contro la devastante potenza del mio calcio. L'allenamento che Dark mi aveva affidato aveva dato i suoi frutti in pochissimo tempo, infatti lo vidi sorridere compiaciuto. 

Un applauso scosse il campo, tutti erano felici della mia piccola vittoria personale. Certo, non sapevano quanto avesse davvero importanza per me perché non erano a conoscenza del mio dono, ma fui felice della loro gioia nei miei confronti, mi fece sentire in una vera squadra.

– Ora inizio a capire perché Zeus ti ha scelta – sogghignò il capitano facendomi l'occhiolino.

– Pensavi fossi una mezza calzetta? Guarda che il mio nome è Alya Black, non Byron Love – risposi sarcastica alzando un sopracciglio mentre tutti scoppiavano a ridere. Ormai io e lui ci punzecchiavamo così ogni giorno, eravamo due alpha, o meglio lui lo era, io mi adattavo al contesto e, come avevo promesso ad Axel, non mi facevo mettere i piedi in testa. Entrambi sapevamo che dietro le battute c'era una profonda stima nei confronti delle capacità dell'altro, ma era divertente sfotterci con arroganza.

– Ho una comunicazione importante – tuonò Dark, spegnendo le risate e rabbuiando l'umore dei presenti – dato che ancora non siete al livello che avrei sperato raggiungeste, ho invitato le squadre di una scuola molto speciale a stabilirsi nei nostri dormitori per un po'. Giocherete spesso delle amichevoli e avrete l'occasione di allenarvi con loro per migliorare, ho ragione di credere che così raggiungerete il livello adeguato... –

Ci guardammo straniti tra di noi, mentre Dark osservava Byron, che serrava le labbra. Quell'ultima frase non aveva il minimo senso: livello adeguato a cosa? La Zeus non aveva già sbaragliato qualsiasi squadra del torneo senza problemi? Non ebbi il tempo di riflettere oltre che il malvagio allenatore prese nuovamente parola e, chiamando ogni giocatore, demolì l'autostima di tutti:

– Poseidon, devi migliorare la tua tecnica di parata o sarà necessario sostituirla, non è abbastanza forte. Apollo, Ares, mi aspetto molto di più, negli allenamenti di questa settimana siete stati pessimi difensori. Hermes, perché la tua tecnica offensiva non è ancora pronta dopo ben due settimane che ci lavori? Hera, il tuo tiro ha perso potenza, non va bene. Per tutti gli altri: siete stati accettabili, ma non è abbastanza. Andate a lavorare – concluse il suo monologo di distruzione andandosene.

Once Again - Inazuma ElevenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora