Capitolo XXV - CONTINUE STRANEZZE

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Dopo quel breve scambio di battute con Xavier mi riscossi e tornai verso la mensa, in attesa della cena. Il mio stomaco faceva rumori ambigui al solo pensare al cibo mentre il mio cervello tentava di mettere insieme un discorso compiuto tra me e me. Arrivata a destinazione presi posto al solito tavolo, a cui ormai avevano preso l'abitudine di aggiungersi anche Claude, Bryce, Jordan e Mercury. Parlai piacevolmente con la combriccola durante tutto il pasto, per distrarmi dalla conversazione che volevo avere successivamente con Henry a proposito degli eventi di quella giornata. Claude, con la sua simpatica stupidità, faceva ridere tutti, eccetto il gelido Bryce, che ad ogni battuta di cattivo gusto alzava gli occhi al cielo sospirando. Jordan e Mercury erano molto gentili, quel tipo di persone capaci di rendere interessante e coinvolgente per tutti la conversazione, facendo ad esempio domande a chi sembrava stare più sulle sue. Dovevo ammettere che, a conti fatti, se conosciuti, i ragazzi della Alius non erano troppo male. Certo, molti ancora non si erano sbottonati con noi, però credevo che pian piano lo avrebbero fatto.

Tornando verso le camere, rimasi con Henry a fine della fila di ragazzi creatasi e, una volta che tutti furono nelle rispettive stanze e lui fece per aprire la sua porta, mi diedi una spinta per farci entrare entrambi velocemente e mi richiusi alla svelta la porta alle spalle.

– Prego, entra pure – commentò un Henry confuso massaggiandosi il braccio con fare drammatico

– Scusa, dovevo parlarti e non volevo essere ascoltata – spiegai

– Hai la mia attenzione – disse allora gentilmente, come suo solito. Adoravo davvero la sua disponibilità.

Gli raccontai delle stranezze del giorno prima e di quello appena trascorso, delle parole di Xavier e di Byron, e del loro duello a parole. Confessai le mie preoccupazioni e lui tentò di tranquillizzarmi:

– Secondo me le cose non si mettono bene, dovresti proprio confrontarti con Byron e sbattergli davanti il fatto che non può scappare ed evitarti dopo che hai assistito a certe scene... in più a dire la verità dovrebbe delle spiegazioni a tutti per come si è comportato oggi in partita, se non fosse stato per quel cambio che ti ha fatta diventare capitano temporaneo avremmo continuato a giocare di merda –

– Dovrei andare in camera sua? – gli chiesi, insicura sul da farsi

– Si, vai, muovi le chiappe –

Ascoltandolo, uscii dalla camera per bussare alla porta numero 10. Aprì un capitano con addosso solo i pantaloncini, che vedendomi sull'uscio corse imbarazzato a prendere una maglia.

– Bravo, corri a vestirti svergognato – tentai per smorzare la tensione

– Dimmi, che c'è? – riprese lui dopo essersi infilato una maglietta nera. Era strano vederlo con qualcosa di scuro, lui che aveva sempre un aspetto così angelico.

– Posso entrare? Vorrei parlare di una cosa importante –

Mi fece spazio e mi fece accomodare seduta ai piedi del suo letto, mentre lui era appoggiato alla scrivania. Era molto più taciturno e irrequieto del solito, la sua gamba si muoveva nervosamente come presa da piccoli spasmi.

– Non mi piace questa situazione tra noi, siamo amici. Voglio chiarire ciò che è successo tra ieri sera ed oggi – presi la parola

– Cosa c'è da chiarire? – Ahia, iniziava con un brutto tono

– È vero ciò che dice Xavier? Stai nascondendo una cosa tanto brutta da farmi cambiare opinione su di te? –

– Tutto ciò che sto facendo è per fare del bene stellina, a volte posso sbagliare perché sono umano, anche se non mi piace ricordarlo, però le mie intenzioni sono buone... anche se tu non puoi capire – si addolcì per un momento, rievocando quel soprannome che in quel momento sapeva di un passato lontano anche se così lontano non era. Tuttavia le sue parole mi accesero rabbia.

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