Capitolo 1

1K 23 0
                                    


«Sei una Di Salvo nun to' scurda'» questo era quello che mi sentivo ripetere sin da bambina.

Ho sempre fatto di tutto per onorare la mia famiglia,anche le cose più estreme.

Vivo insieme a mio fratello da mia zia Wanda da quando mio padre è stato ucciso dai Ricci davanti ai miei occhi e mia madre è diventata una tossica.

La mattina mi svegliai con un forte mal di testa,la sera prima mi ero ubriacata assieme alla mia migliore amica Livia.

Mi alzai dal letto e corsi in bagno per vomitare.

Ero a casa della mia migliore amica e i suoi genitori non erano lì,perciò ieri sera abbiamo fatto una festa che mi ha portata in queste condizioni.

Mi suonò il telefono e svegliai la mia amica che ancora stava dormendo,guardai chi fosse ed era mia zia Wanda.

«Pronto?» risposi ancora assonata stropicciando gli occhi con le mani e stiracchiandomi un po'.

«Aro' sei? Sòn e' novè e' mattinà, te ricòrd ca' tu e Marcò avit ra fa' oggì?»

spalancai gli occhi ricordandomi la cosa che dovevo fare oggi e mi andai a mettere le scarpe.

«Aggia scapparè, rimman» dissi per poi uscire dalla casa di Livia.

Arrivai a casa e dormivano ancora tutti tranne mia zia,che era in cucina a prepararsi la sua solita colazione.

«Ciao» mi poggiai all'uscio della porta con le braccia incrociate,ricambiò il saluto ed entrai in cucina per prendere dallo sportello accanto alla cappa l'oki.

Riandai in camera e appena toccato letto chiusi gli occhi.

Mi risvegliai a mezzogiorno a causa di una chiamata da un numero sconosciuto,attaccai e dopo un po'
trovai le forze per alzarmi.

Avevo sempre il vestito della sera prima e il trucco era oramai tutto sbaffato.Mi misi qualcosa di più comodo e mi andai a struccare in bagno.

Mi misi solamente un po' di mascara e andai in cucina dove c'era Wanda che preparava il pranzo e Ezio che discuteva con lei di una cosa.

«Buongiòrn» dissi facendo smettere di parlare mio cugino,gli andai a dare un bacio sulla guancia e poi mi misi a sedere.

Poco dopo arrivò a casa anche mio fratello,si tolse le scarpe e si sedette a tavola con noi.

Casa era un po' vuota da quando l'altro mio cugino è stato arrestato,sono tutti un po' fieri di lui per aver ucciso Nazario,sopratutto zia e mio cugino.

A me non mi cambiava nulla.

Io e Carmine abbiamo solamente pochi mesi di differenza e questa cosa ci ha sempre uniti sin da piccoli.

Il pomeriggio arrivò presto e con esso anche la faccenda che dovevamo sbrigare io e mio fratello.

«Tiratela fori solamente si ce ne è bisogno» mi disse mia zia caricando la pistola che tenevano nel mobile all'entrata nascosta.

La guardai negli occhi e lei mi mise una mano sulla guancia, «Sapete cosa fa'.»

Ci accompagnò alla porta e la aprì facendoci uscire.

Dovevamo discutere di un affare con una famiglia rivale.

Mia zia mi ha messo sempre in mezzo negli affari di famiglia,mi ha sempre ritenuta adatta a queste situazioni per il mio carattere forte e deciso.

All'età di tredici anni sono entrata in questo mondo che,sin da piccola,avevo osservato con curiosità e voglia di mettermi in gioco anche io.

Cerco sempre di onorare la mia famiglia e,anche se non sembra,sono stanca di queste guerre tra famiglie che hanno portato e portano tuttora solo morti.

Him & I ||Edoardo Conte Donde viven las historias. Descúbrelo ahora