Capitolo 7

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Il giorno dopo andai in cortile insieme alle altre e vidi Carmine con il chiattillo seduti.

Mi dirisi verso di lui e entrambi mi guardarono.

«Carmine,hanno arrestato a Ezio» gli dissi per poi sedermi accanto a lui.

«Lo so ma a me nun me frega niente» mi diede le spalle e io mi alzai catturando la sua attenzione.

«Ma ca' omm e' merda sei?Tuo fratello è stato arrestato e a te nun te ne frega niente?»

Alzai la voce facendo girare tutti i presenti.

«Ma vafa'n'culo» mi venne incontro anche Nunzia per portarmi via,mi prese il braccio e mi trascinò dalle ragazze.

«Ma vafa'n'culo pure a te» mi tolsi dalla presa della guardia e mi dirisi al campo.

Non giocai,mi sedetti in terra mordicchiandomi le
pellicine del pollice.

Il pomeriggio rientrammo negli alloggi e avevo bisogno di una doccia fredda.

Mi dirisi verso il bagno dove erano le docce e aprii il getto,ero l'unica persona nel bagno per mia fortuna.

Sentii dei passi proprio quando avevo finito di fare la doccia,mi misi l'accappatoio che avevo portato.

Guardai chi fosse entrato in bagno ed era Viola,alzai gli occhi al cielo e mi sedetti sulla panca.

Venne dietro di me e mi fece un massaggio,mi spostai bruscamente e ci ritrovammo faccia a faccia.

Eravamo da sole e avrei potuto fare quello che mi pareva.Le presi la faccia con le mani e la guardai.

Era poco più alta di me perciò le chinai la testa.

«Mi dispiace per il tuo cuginetto» mi sistemò i capelli bagnati che mi andavano in faccia.

«Viola si nun a' finisci ti magno viva»

«Chissà,forse uccidano pure a lui in prigione,come hanno fatto con il tuo fratellino»

Mi sussurrò accennando un piccolo sorriso,mi avvicinai alla sua guancia gliela morsi e si scansò per il dolore.

Le presi la faccia e con forza gliela sbattei al muro facendola cadere a terra.

«E ca' te credevi eh?» mi avvicinai verso di lei e le montai sopra bloccandole le braccia con le ginocchia.

La presi per i capelli e iniziai a sbatterle la faccia nel pavimento del bagno.

Riuscì a liberarsi e la situazione si ribaltò,mi mise le mani sul collo per strozzarmi.Cercai qualcosa per liberarmi e vidi lo shampoo.

Lo afferrai e glielo tirai in faccia,non era il massimo ma riuscii a togliermela da dosso.

Tossii un po' e la iniziai a riempire di pugni.

Arrivò qualcuno in bagno,era Silvia che andò subito a chiamare le guardie.

«Oh ma ca' state a ffa'!» urlò Liz allontanandomi dalla psicopatica rossa.Mi asciugai il sangue uscito dal naso con la mano.

Viola venne presa da Nunzia,aveva la faccia piena di sangue e anche io come lei.Il pavimento era pieno dal sangue di entrambe.

Ci portarono alla direttrice e appena ci vide ricoperte di sangue spalancò gli occhi.

«Queste duje si stavano letteralmente ammazzando int'e' docce» affermò Liz facendomi sbarellare.

Dentro l'ufficio c'era un ragazzo,l'amico di Ciro che non avevo ancora capito come si chiamava,non mi importava neanche sinceramente.

Ma i suoi occhi verdi erano bellissimi,ogni volta che mi imbattevo in loro mi incantavo.

«Edoardo continuiamo dopo,mettiti a sedere là nel mentre» avevo scoperto il suo nome,Edoardo.

Ci mettemmo a sedere nelle sedie davanti alla scrivania della direttrice,dentro la stanza c'era pure il comandante.

«Non trovo nemmeno le parole» affermò la direttrice sbattendo le mani sulla scrivania.

«Chi ha iniziato?» chiese,mi presi le colpe come giusto che sia.

«Io,ho iniziato io» dissi sbilanciandomi sulla sedia.

«E perché lo hai fatto?Te ne rendi conto che queste cose aggraveranno la tua pena?»

«Dottoré chesta me fa perdere a' pazienza,parla sempe e' fràtemo e comm giusto ca' sia me
arrabbio»

«Nunzia porta Elizabeth in isolamento,ci starà per
cinque giorni,rifletti mentre sei la»

«E a chesta psicopatica nun e' fate nulla?»

«Lei si è difesa Elizabeth,è diverso»

«Ma vafa'n'culo» incrociai lo sguardo del ragazzo mentre venni strattonata da Liz.

Non mi pentivo di nulla e lo avrei rifatto.

Non ero mai stata in isolamento,e non mi dispiaceva stare da sola senza nessuna gente che rompe.

Andai a sedermi davanti al muro e iniziai a leggere le scritte che avevano fatto i ragazzi o le ragazze che erano stati qua prima di me.

Una frase catturò la mia attenzione.

"La donna giusta può cambiare anche il diavolo"

Era stata firmata da uno che si chiamava Edoardo,
non so se l'avesse scritta veramente il ragazzo che avevo visto prima dalla direttrice oppure no.

Ci ho sempre creduto a questa frase e prima o poi troverò anche io l'uomo giusto che mi cambierà.

Lessi altre frasi,alcune erano insignificanti e altre invece si vedeva che erano scritte con il cuore.

Mi affacciai alla grande finestra con le sbarre e vidi il panorama stupendo che si vedeva da qua.

Mi piaceva una cosa di questo istituto,che da ogni finestra tu guardi si vede sempre il mare.

La sera arrivò presto e Gennaro mi portò la cena.

«Principessina ecco la sua cena» scherzò entrando con il vassoio.

Se ne andò e io iniziai a mangiare sul letto.

pov Edoardo Conte

Il comandante e la direttrice finirono la loro predica.

Me la stavano facendo perché durante il mio giorno di permesso mi hanno trovato una pistola dentro la sella del motorino di mio cugino Salvo.

Ritornai nella mia cella e c'era Ciro che era seduto a guardare il mare mentre ascoltava la musica.

Mi sedetti sul letto e dopo che il mio migliore amico si tolse le cuffie iniziai a parlare di quello che avevo visto e sentito dalla direttrice.

«Viola aveva o' sangue sparso ovunque e pure Di Salvo,ma essa nu' po' e' meno.»

«E mo' aro' sta Viola» mi chiese il mio amico.

«Lino vieni ca'» disse alla guardia che era all'inizio del lungo corridoio.

«Devo bberè Viola,aro' sta»

«Nun è possibile Ciro mi dispiace,è in infermeria»

«Trova nu' modo aie capito?» lo obbligò,la guardia annuì e ritornò dove era prima di essere chiamato.

Il giorno dopo andammo a fare lezione e poi in sala comune per fare il corso di piano forte.

Him & I ||Edoardo Conte Où les histoires vivent. Découvrez maintenant