Capitolo cinque

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Il tempo passato tra i fiori di quello splendido giardino passò così svelto che se non fosso stato per il sole che cominciava a tramontare al di là del piccolo boschetto che contornava la proprietà dei Bakugou, non se ne sarebbe neppure accorto.

«È un luogo così splendido che non vorrei mai andarmene.» bisbigliò sommessamente con una nota triste nella voce.

«Non si preoccupi lord Midorya, potrà venirci ogni volta che vuole.» disse lord Bakugou facendo sobbalzare il verdino, dimentico della presenza dell'altro.

«Mi farebbe anche l'onore di tenermi compagnia in qualche passeggiata?» chiese avvicinandosi ad uno dei roseti.

Le rose di una tonalità di bianco così candido cominciarono a colorarsi della tenue luce arancione del sole al tramonto mentre una mano del lord dai capelli verdi si protendeva per sfiorare quella più grande e bella del gruppo.

«Ne sarei onorato.» rispose lord Bakugou avvicinandosi all'altro e afferrando la rosa che stava ammirando, con un movimento secco la recise dallo stelo incurante delle spine che gli punsero il pollice macchiando di sangue il guanto bianco.

Lord Midorya fissò la scena con occhi spalancati, mentre il biondo gli si avvicinava con la rosa in mano, gli occhi fissi nei suoi mentre la rosa veniva infilata nell'occhiello del bavero della sua giacca rossa, una tonalità così simile a quella degli occhi del suo padrone di casa.

«My lord.» disse il verdino afferrando la mano con il guanto insanguinato tra le sue, gli occhi pieni di apprensione mentre con mano tremante sfilava delicatamente il guanto, «Vi fa male?» chiese osservando la goccia di sangue che si formava sulla punta del pollice dell'altro.

Lord Bakugou in tutta risposta, sfilò la mano da quelle di lord Midorya per portarsela alle labbra, la goccia scomparve fra di esse in uno schiocco appena accennato. Il tutto mentre i loro occhi non si scollavano l'uno dall'altro.

Quello sguardo.

Loro due che non riuscivano a separarsi l'uno dall'altro collegati dai loro occhi, quel semplice fatto cambiò un poco quello che era stato fino a quel momento la loro conoscenza.

«Siete preoccupato per me lord Midorya?» chiese il maggiore prendendo la mano dell'altro che ancora teneva il suo guanto macchiato.

«Vi siete ferito, naturale che sia in pensiero per la vostra salute.»

«Avete un animo nobile mio caro lord, ma la vostra premura non è indispensabile.» e nel dirlo avvicinò la mano all'altra, facendo notare al verdino le loro mani giunte insieme e allo stesso tempo il dito che aveva smesso di sanguinare, «Siete buono e questo forse per voi sarà un problema in questo mondo di squali che è l'alta società.»

Gli occhi del verdino si spalancarono alle parole di lord Bakugou, ma non ebbe modo di proferire parola che quest'ultimo tornò a parlare.

«Però non dovete avere alcuna paura, io vi sosterrò e vi proteggerò.» disse accarezzandogli il dorso della mano con la stessa mano che si era punto, «A qualunque costo.»

«My lord, siete molto generoso, ma non dovete preoccuparvi per me, ma come potete prendere le mie parti? Siamo a mala pena dei conoscenti, sembrerebbe che mi mostriate delle preferenze a differenza degli altri membri della corte.» rispose lord Midorya con il cuore in subbuglio.

«E vi sto mostrando delle preferenze, d'altronde siamo amici di lunga data, anche se siamo stati separati per lungo tempo.» lo redarguì il maggiore imperterrito nel suo discorso e nel sfiorare quel guanto che avrebbe tanto voluto che sparisse.

CantarellaWhere stories live. Discover now