though it's scary

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TW: per tutta la durata della storia verrà fatto riferimento all'uso delle armi, sangue, ferite, violenza, omicidio, pensieri suicidi (questi ultimi due punti verranno solo menzionati, non descritti). Prestate attenzione.




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«Sai? Il mio papà dice che potremmo diventare più forti se ci allenassimo insieme.» Gli aveva detto quel bambino con i capelli nerissimi e gli occhi grandi ed espressivi. Aveva scoperto solo qualche ora dopo che quel bambino si chiamava Taehyung ed era di due anni più grande di lui. I loro padri erano il braccio destro e sinistro del capo clan ed era stato deciso che anche i loro figli primogeniti, entrambi maschi, avrebbero potuto seguire le loro orme.

Jungkook aveva imparato a tredici anni a gestire il rinculo di una pistola, Taehyung aveva imparato a quattordici anni a centrare il bersaglio con il proprio pugnale a metri e metri di distanza, anche se in movimento. Erano stati addestrati per combattere insieme, un solo corpo, una sola anima, un solo modo di pensare.

Jungkook aveva tolto la vita ad una persona per la prima volta a diciotto anni e a quell'età, Taehyung poteva già contare sette vittime sulla propria coscienza. Erano stati premiati quando era capitato, avevano ricevuto doni ed elogi dal capo clan, i loro due padri avevano organizzato loro una festa in pompa magna. Quella era stata anche la sera della loro prima sbornia.

Taehyung si era aggrappato alla vita del minore ed erano entrambi crollati sul suo letto. Le loro labbra si erano incontrate senza che potessero fermarsi a riflettere, senza chiedersi se fosse giusto o sbagliato, annebbiati dall'alcool, dall'euforia e dall'adrenalina della giornata. Si erano addormentati uno tra le braccia dell'altro e si erano svegliato alla stessa identica maniera, non ricordandosi assolutamente nulla di ciò che era accaduto ma con ancora il sapore della tequila sulle labbra.

Ci avevano impiegato sei mesi per comprendere che ciò che c'era tra di loro non era semplice coordinazione e complementarietà sul campo o in amicizia, c'era molto di più, una tensione più profonda, più animalesca che era esplosa tutta d'un tratto una sera, quando Jungkook era entrato in camera di Taehyung senza bussare e lo aveva trovato con le mani dentro al reggiseno di una ragazza che non aveva mai visto prima di quel momento. L'aveva spinta fuori da quella stanza, aveva tirato un pugno a quello che credeva essere il suo migliore amico, lo aveva fatto ruzzolare per terra ed avevano iniziato a lottare. Dopo minuti di accesa disputa, e senza la mancanza di appellativi poco gentili, Jungkook gli aveva gridato in faccia, chiedendogli come fosse possibile che non si fosse accorto dei forti sentimenti che nutriva per lui. Taehyung aveva invertito le posizioni, premendo il minore contro il tappeto, ancorando le sue braccia sopra la sua testa e baciandolo con vigore e ingordigia. Avevano fatto l'amore quella notte, erano stati l'uno la prima volta dell'altro e ci erano andati con calma, toccandosi con delicatezza, esplorando i propri corpi, imparando che cosa piaceva di più a uno piuttosto che all'altro. Si erano amati sotto quelle lenzuola ad appena diciannove e ventun anni.

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