Capitolo 1

42 4 10
                                    

Il sole di Los Angeles abbagliava la vista e rendeva ogni cosa più brillante. La città era caotica, ma non era il caos di New York, tutto clacson, spintoni, elemosine e gente di fretta. Era un caos gioviale, fatto di persone che brindavano a ogni ora del giorno, di giochi in spiaggia, di centri commerciali con la musica assordante, di notti piene di party a bordo piscina. Certo, anche in quel posto che sembrava promettere la realizzazione dei sogni di fama e gloria la realtà esigeva il suo tributo e le strade si riempivano di poveri e disperati esattamente come a New York.

"Non so se riuscirei ad abituarmi a vivere qui," mormorò Alexandra mentre inforcava gli occhiali da sole. Lizzie, seduta avanti nel posto del passeggero della decappottabile rossa che avevano noleggiato, si voltò verso di lei e le rivolse uno sguardo serio: "Non dirmi che ti manca New York?"

"Sì, in effetti mi manca. Sai, Manhattan, i vernissage, Broadway, i musical, il jazz e i circoli di poesie."

"A New York c'è quel verme di Desmond..." le ricordò Eloise, al volante. "Qui è pieno di surfisti ed è proprio ciò di cui abbiamo bisogno!" Sterzò in direzione di un parcheggio e le costrinse a scendere tutt'e tre.

"Non andiamo a casa?"

"No, cambio di programma, faremo una lezione di surf."

Eloise sfoggiava il solito sorrisetto di quando si fissava con qualcosa ed era impossibile convincerla del contrario. Una volta, aveva costretto lei e Lizzie a prendere il traghetto per Staten Island insieme ai marinai e aveva iniziato a flirtare solo perché voleva sentirsi come Samantha in Sex and the City. A Los Angeles aveva altre pessime intenzioni e Lizzie e Alexandra erano consapevoli che non avrebbero dovuto assecondarla, ma, senza sapere bene come, finivano per cedere sempre alla loro compagna di college. Si erano conosciute durante gli studi a Yale, erano andate insieme a New York e si erano appena trasferite a Los Angeles, sempre insieme. In un certo senso, per Alexandra era confortante sapere di poter contare sulle sue amiche, visto che la sua famiglia non aveva approvato la sua scelta di studiare letteratura invece di medicina, come aveva fatto suo fratello Robert. "Con la cultura non si mangia," era solita ripetere sua madre, Darlene. Alexandra scacciò il pensiero della famiglia, rimasta a Boston, impegnata in ospedale e decise di concentrarsi sulle amiche, la famiglia che si era scelta.

Seguì Eloise fuori dalla decappottabile diretta verso la scuola di surf. Era una casupola di legno con un bancone e una coppia di commessi abbronzati che sembrava essere uscita da una pubblicità di costumi da bagno. In un angolo della casupola c'era una specie di negozio in cui era possibile acquistare tutto l'occorrente per una giornata a mare. Così, acquistarono dei costumi da bagno, il telo e noleggiarono l'attrezzatura per la loro prima lezione di surf. La commessa, una ragazza dai lunghi capelli biondi aveva provato a consigliare anche delle camicie a fiori dallo stile hawaiano che, forse, piacevano molto ai turisti che volevano sentirsi al mare, ma per una newyorkese sobria come Alexandra erano semplicemente too much.

Il ragazzo al bancone, altrettanto biondo, si occupò di trovar loro un insegnante e le affidò a Carl, un ragazzo venticinquenne bello come il sole, dalla pelle scura, il fisico tonico e un sorriso che abbagliava (Alexandra prese nota che anche i sorrisi abbagliavano in California). Carl era divertente e fu in grado di farle dimenticare Desmond per tutto il tempo della lezione.

Stare in equilibrio sulla tavola era un'impresa, sebbene non fosse nell'oceano ma a riva, dove persino la risacca era in grado di farla cadere, in una perfetta metafora della sua vita. Alexandra non seppe se furono le mani forti del suo istruttore, il sorriso fiducioso che rivolgeva alle sue tre allieve, ma tutte loro, una dopo l'altra, riuscirono a rimanere in equilibrio così a lungo da poter portare la tavola un po' più a largo e provare ciò che a loro sembrava il vero surf. Caddero un'infinità di volte, tra le risate generali, e quando la loro ora e mezza di lezione finì erano distrutte come tre newyorkesi abituate alle comode sessioni di pilates.

California dreamWhere stories live. Discover now