«Dubbi»

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Melissa, 1.500 a.C. Atene, Grecia

Sento un fastidioso prurito al naso, è proprio questo che mi spinge a svegliarmi. Starò sognando? Con la coda dell'occhio noto un piccolo di lepre che saltella lungo la riva di un fiume.

Adesso capisco chi mi ha provocato lo starnuto.

Mi accarezzo il naso cercando di allontanare i peli lasciati da quel piccolo dispettoso. Davanti ai miei occhi si distende una grande pianura verde colma di fiori colorati.

Dove mi trovo? Sarò morta?

Mi domando, sconvolta da questo incontaminato angolo di vita. Che io sia morta sul serio o no questo non cambia che il panorama che mi trovo di fronte non sembra neanche lontanamente l'Ade*, quest'ultimo viene descritto come un luogo cupo, mentre io qui percepisco soltanto tanta luce.

Raccolgo le ultime forze che mi sono rimaste per raggiungere il piccolo torrente poco distante, impaurendo anche la piccola lepre «Mi dispiace» Sussurro ad alta voce.

Come se potesse capirmi.

Mi avvicino all'acqua cristallina, e con stupore noto un volto famigliare nello specchio naturale, non posso evitare di tirarmi indietro per l'emozione, è il mio riflesso, è il mio vero aspetto, sono io.

Ricordavo di avere i capelli lunghi, ma non li ricordavo così belli, biondi, quasi bianchi esposti alla luce calda del sole. Il viso chiaro arrossato dal calore della giornata e illuminato dai miei limpidi occhi verde smeraldo. Il mio corpo candido e armonioso coperto da un sottile telo di stoffa, il quale lascia intravedere la mia esile figura, in altre circostanze mi sarei coperta con vergogna, ma qui mi sento finalmente libera di andare in giro come voglio senza paura.

Questa è la mia terra, la mia casa, quasi dimenticavo quanto amavo vivere immersa nella natura, circondata dal rumore del vento che accarezza le fronde degli d'alberi d'ulivo in fiore.

Tutto questo cosa significa, sarò entrata in coma, di nuovo?

La mia mente ribolle dalle mille domande, mentre un sorso d'acqua fresca colma la mia sete.

L'acqua del torrente è limpida e contornata dai vari colori accesi dei cespugli di fiori selvatici, un quadro immaginario, meraviglioso.

Pagherei oro per poter scattare una foto.

Una voce dolce, mi pietrifica «Sei molto bella lo sai?» Credevo di essere sola.

«Chi sei perché non ti vedo? » Domando guardandomi in giro.

«Guarda su» Due occhi marroni mi scrutano dall'alto.

«Mi hai fatto paura, chi sei?» Ribatto, osservando quelle iridi misteriose, che emanano calore e sicurezza.

Con un salto veloce e preciso il ragazzo scende dall'albero avvicinandosi «Non ti ricordi di me?»

Ha i capelli lunghi, il suo corpo, se bene sembra asciutto, guardandolo attentamente è in realtà tonico ed allenato, azzarderei si tratti di un contadino per via dei muscoli gonfi delle braccia.

Per quanto il suoi lineamenti siano gradevoli e affascinanti, è il suo sguardo la calamita che mi attrae, vispo e romantico.

«Mi dispiace, non mi ricordo granché, devo aver perso la memoria o qualcosa di simile.» Lo informo, osservandolo spaesata.

«In tal caso non mi dispiacerebbe accompagnarti a fare un giro, magari aiuta» In realtà é proprio quello di cui ho bisogno «Se ti va» Aggiunge porgendomi la mano.

The Secret Of God 'Ares'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora