Capitolo 1

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    LEXI

La giornata non è iniziata nel migliore dei modi.
Avete presente quando ci si alza al mattino e non si ha voglia di parlare con nessuno per non si sa quale ragione? O quando si ha solo voglia di restare a letto tutta la giornata? Ecco, io mi sento così.
Penso sia dovuto al fatto che ieri per provare un brano ho fatto le ore piccole. Ultimamente capita spesso che resto sveglia fino a tardi e questo comporta che sono di cattivo umore tutta la giornata. Credevo che a tirarmi su ci fosse Karol, la mia compagna di stanza, ma quando mi sono alzata era già andata via. Dopo aver fatto colazione, mi sono preparata per andare a lezione, ho messo dei pantaloni della tuta rosa e crop top bianco con sneaker bianche. Molto semplice e soprattutto comodo dato che tra le lezioni di oggi ho anche il corso di performer. Il mio sogno nel cassetto è sempre stato quello di diventare una cantante famosa. Tante volte mi sono immaginata su un palco ad un mio concerto stracolmo di persone, dove cantavo e ballavo i miei pezzi ed il pubblico che impazziva e urlava "bis!bis!bis!". So che non è un sogno impossibile, devo impegnarmi sodo per diventare chi voglio essere e so che alla Berklee posso riuscirci.

Arrivo a lezione circa dieci minuti prima e mi siedo al solito posto in cima a tutto. La lezione di storia della musica non è la mia preferita e molto spesso mi ritrovo a fare tutt'altro che seguire la lezione, ma c'è sempre Karol a farmi riprendere la concentrazione. Ed a proposito di Karol, eccola che arriva con i suoi capelli che ondeggiano insieme al suo passo svelto.

<<Ehi Lexi>> mi saluta sedendosi accanto a me.

<< Ehi buongiorno. Ti cercavo stamattina ma eri già andata via>>

<< Si, mi ha chiamata Paul per andare a fare colazione insieme>> dice facendomi l'occhiolino.

Karol è una ragazza bellissima, bionda con le forme al posto giusto e gambe lunghe. Poi metteteci anche il fatto che è simpatica e dolce e non mi sorprende che abbia sempre la fila dietro di ragazzi che vorrebbero provarci con lei.

<< Quand'è che cederai al suo corteggiamento?>>

<< Non lo so, è come se non riuscissi a vederlo al mio fianco capisci?>>

No, non capisco. Paul è un bravo ragazzo, bello, intelligente, divertente e suona il piano. Mi chiedo cosa stia aspettando. Non ho il tempo di rispondere che arriva il professore. Inizia subito a spiegare ed io cerco di rimanere concentrata il più possibile, ma sono troppo curiosa di sapere come fosse andata l'uscita di ieri tra loro, perché sì, sono usciti anche ieri a cena.

<< Allora, ieri sera com'è andata? >> dico a bassa voce.

<< Mi ha portata in un ristorante tranquillo, molto carino. E dopo aver mangiato abbiamo fatto una passeggiata>>

<<Tutto qui?>>

<< Mi ha baciata>> mi confessa con un sorriso felice.

<< Aaaaaaaww! Che carino!>>

<< Stamattina mi ha chiamata dicendomi che gli mancavo>>

<< Se non gli dici tu di sì, ci penso io>>

<< Ehi giù le mani>> ridiamo insieme.

<< Non lo so, vorrei conoscerlo un altro po' e poi vedere come vanno le cose>>

<< Ehi voi due un po' di silenzio. Noi qui vorremmo fare lezione>> ci zittisce il professore un po' infastidito e noi cerchiamo di trattenere le risate.

<< Dopo voglio tutti i dettagli>>

Le ore seguenti io e Karol ci siamo separate, abbiamo solo alcuni corsi insieme, per il resto siamo a due poli opposti della facoltà. Ma fortunatamente passano in fretta, tanto da far arrivare uno dei momenti che preferisco di più, pausa pranzo. Uno dei posti che mi piacciono di più del campus è la mensa. Mi piace vedere tante persone così diverse tra di loro riunirsi. Da un lato ci sono i musicisti, dall'altro ci sono i ballerini di danza classica, da un altro ancora ci sono quelli che fanno hip-hop per non parlare degli indie, metal, punk e così via. E poi ecco la zona della mensa che preferisco meno. La zona riservata ai più "popolari" del college. Tutti ragazzi e ragazze che si credono Dei scesi in terra solo perché hanno una bella presenza, ma che di concreto sono solo fumo e niente arrosto come si sol dire. Mi chiedo le ragazze cosa ci trovino in loro. Si okay, sono tutti ragazzi bellissimi che hanno un loro perché, ma poi? Ho sentito dire che non sono i classici stronzi, fatta eccezione per alcuni, ma non so se crederci o meno. Personalmente non ci sono mai cascata, non mi sono mai fatta abbindolare da un loro sguardo seducente o provocazione e sono orgogliosa di questo.
I miei pensieri vengono interrotti per seguire una scena interessante. Vedo una ragazza raggiungere quel lato della mensa e sembra essere felice, ma quando vedo vicino a chi va capisco subito che quel sorriso che ha sul volto svanirà presto. Ecco chi non riesco tanto a sopportare. Cole Smith. Ho sentito dire molte cose su di lui, oltre al suo lato artistico, si dice che ha spezzato molti cuori.
Non so di preciso cosa si stiano dicendo ma come sospettavo il sorriso sul volto della ragazza svanisce, mentre quello dei suoi amici si fa largo sui loro visi. Siccome oggi mi sono seduta in disparte, mi alzo facendo finta di dover buttare qualcosa nel cestino accanto al loro tavolo per poter sentire. Ma arrivo troppo tardi perché la ragazza tira uno schiaffo in piena faccia a Cole. Io sobbalzo per lo stupore mentre abbozzo una risata vedendo la sua faccia sorpresa. Cerco di sentire qualcosa ma non riesco a causa della confusione che c'è in mensa, vedo solo Cole nervoso e la ragazza a disagio.
Butto il bicchiere che avevo in mano e mi avvicino a loro. Di solito sono una persona che si fa sempre i fatti suoi ma non sopporto chi si comporta così.

<< Okay direi che possa bastare>> esordisco mettendomi accanto alla ragazza.

<< Davvero credi che lei sia persa di te?>> dico rivolgendomi a Cole.

<< Come scusa?>> ha il volto sorpreso. Non si aspettava questa intromissione.

<< Pensi di aver fatto cadere l'ennesima ragazza ai tuoi piedi? Mi dispiace che tu ti illuda così facilmente Cole Smith>> guardo la ragazza e le sorrido. E sento i suoi amici fare versi del tipo " oooo". Quando mi volto di nuovo verso di loro, mi ritrovo Cole a qualche millimetro da me, accidenti da vicino è ancora più alto di quello che pensavo e per guardarlo devo alzare completamente la testa. Ha uno sguardo che non riesco a decifrare completamente, ma è un misto tra infastidito e intrigato al tempo stesso.

<< E tu chi saresti, sirenetta?>> dice con un sorriso beffardo sul volto. È già capitato che mi chiamassero così, oppure Ariel o altri riferimenti al mio colore di capelli, ma detta da lui questa cosa mi infastidisce.

<< Mi sembra che me l'abbia già dato tu un nome>> dico a mia volta con lo stesso sorriso. Non ho interesse a dirgli come mi chiamo, mi basta aver distolto l'attenzione da questa ragazza che sembra essersi rilassata.

<<Non è molto carino intromettersi in conversazioni altrui>>

<< Come non è molto carino che tu lasci ridere i tuoi amici delle ragazze che frequenti. Potresti insegnargli un po' di educazione sai>> detto questo mi volto per andarmene ma nel mentre aggiungo << Sempre che ce l'abbia anche tu>>

Nel mentre sento i suoi amici ridere e fare gli stessiversi di prima. Sento una grande soddisfazione quando la ragazza mi raggiunge emi ringrazia, prima di andare dai suoi amici. Siccome si era fatta ora diandare in sala prove prendo le mie cose e mi incammino.             

Una melodia perfettaWhere stories live. Discover now