Quella sera faceva particolarmente caldo, del resto era metà giugno, le temperature si stavano pian piano scaldando. Mi feci spazio tra le bottiglie ammassate e gli amici di Nancy, e mi sedetti vicino al falò. Iniziai subito a bere, prima una birra, poi un'altra e un'altra e...Persi il conto.
La vita era sempre stata complessa, ma in quei giorni la mia pazienza era stata messa a dura prova dal dolore di non sentirmi realizzata. Continuai a bere fin quando il mio corpo ne fosse in grado, la mia amica Nancy fece altrettanto, ci addormentammo vicino al falò.
A svegliarci ci pensò il vento, un vento mai sentito prima d'ora. All'inizio pensai fosse solo un momento, ma poi quel soffio prepotente iniziò a farsi spazio tra le onde, trasformandosi sempre più in un vero e proprio mostro invisibile. Mi ripresi finalmente e riuscii a tirarmi leggermente su, mi misi la felpa e cercai Nancy. Quando mi alzai in piedi, caddi a terra, riprovai altre tre volte, ma finii nuovamente a terra. Non riuscivo a reggermi in piedi, così iniziai ad urlare, a chiamare la mia amica, che non vedevo. Così, vidi una figura confusa e alta, avvicinarsi a me. Non sentii le sue parole, ma mi portò al riparo. Dentro a quel bar, vidi di nuovo la mia amica Nancy, si era ferita a un piede con un vetro rotto, cercai di rassicurarla, ma sembrava terrorizzata. Così, rimanemmo in quel posto per qualche ora, fin quando fuori non comparve di nuovo il sole, e il vento cessò.
Le nuvole erano scomparse.
Nancy mi chiese come avevo fatto ad arrivare fino al bar, e io le dissi che mi aveva portato qualcuno in braccio e mi aveva appoggiata direttamente su una sedia del bar. Ma lei mi guardò con gli occhi sbarrati affermando che mi ha vista entrare sulle mie stesse gambe e si chiedeva semplicemente come avessi fatto dato quello che avevamo bevuto.
Rimasi perplessa e feci finta di non ricordare.