Capitolo 14

1.9K 123 33
                                    


CAPITOLO 14

Taehyung

Gli allenamenti degli Omega stavano proseguendo in modo positivo; dalla prima lezione e le 10 persone che si erano presentate un mese prima, infatti, ora ne contavo 54. Quell'exploit mi faceva pensare che il piano stesse funzionando e che in men che non si dica, avrei potuto portare la questione all'attenzione dei Consiglieri. L'organizzazione era più difficile per lo spazio, ma Jungkook era stato in grado di renderlo possibile, stabilendo uno schema di rotazione delle postazioni di ognuno. Non sapevo come facesse, ma ogni obiettivo che si poneva veniva realizzato.

Quindi ora stavo guardando dalla panca esterna l'allenamento tenuto da Jackson che avevo ingaggiato qualche giorno prima per dare respiro a quella testa calda. Era un allenatore molto valido e cercava di seguire il metodo utilizzato fino a quel momento, ma più lo osservavo, più mi rendevo conto che non ci si avvicinava in molti profili, a quello di Jungkook, forse nella pulizia dei movimenti, forse nell'agilità, non sapevo dirlo, ma c'era qualcosa che non lo rendeva neanche un po' simile a lui.

Lui, che mi stava dannando l'anima da mesi; lui, che negli ultimi giorni aveva messo a dura prova la mia pazienza.

Erano trascorsi quattro giorni da quando ero tornato in forma animale a casa con lui incosciente e avevo sentito un punto di rottura, non del rapporto, ma della mia pazienza. Lo adoravo, sul serio avrei fatto tutto per lui e in cambio, invece, era scappato di nuovo. Avevo deciso quindi di prendere le distanze almeno per un po', perché mi sentivo ferito, mi sentivo furioso, a pensarci.

Ed erano giorni che mi chiudevo nel mio ufficio per resistere alla tentazione di andarmi a sdraiare con lui. Non che ce la facessi a resistere del tutto, comunque. Purtroppo i sentimenti c'erano e la rabbia e la delusione che covavo non m'impedivano di pensare a lui ogni due minuti e a come stesse.

La cosa che mi sollevava era la presenza dei ragazzi e di Jin in particolare, che sembrava essere stato eletto a dama di compagnia. Non glielo avevo chiesto ma sapevo che lo stava facendo anche per me e sapere che Jungkook non era solo durante la giornata mi permetteva di non impazzire. E di prendere informazioni continuamente. Jin era arrivato al punto di ignorarmi, perché se non mi facevo vivo almeno ogni ora e mezzo fuori camera del mio compagno, gli mandavo qualche messaggio, per chiedergli sempre la stessa cosa.

Era più forte di me. Ero preoccupato, ma non riuscivo e non avevo ancora la forza di avvicinarmi a lui e la prova l'avevo avuta quando mi aveva chiesto di rimanere e io mi ero imposto di non cedere, perché accanto alla preoccupazione era ben presente anche la rabbia. Più lo guardavo, più mi chiedevo per quale motivo dovesse comportarsi in quel modo, non pensando mai alle mie emozioni.

Questo riuscivo a farlo durante il giorno, perché la notte era un altro paio di maniche. Avevo lasciato che lui si appropriasse della mia stanza e mi ero sistemato in una per gli ospiti, ma non ci avevo dormito neanche una notte.

Già.

Invece di mantenere la mia freddezza, infatti, continuavo a infilarmi in camera dove era lui e a dormirci insieme, abbracciandolo quando sapevo che non era sveglio. Lui continuava a dormire, ma tutte le notti si era agitato e si era aggrappato a me, ogni volta più stretto della precedente. Tuttavia sapevo che andava avanti solo perché dormiva; se fosse stato sveglio probabilmente avrei continuato a sentire quel misto di delusione e rabbia, mischiato con la dolcezza che il suo sguardo, a volte, mi riservava, facendo cadere tutte le mie difese. Ma io non potevo permettere di cedere, stavolta, perché aveva sbagliato. Jin mi aveva cripticamente detto, tra un aggiornamento e l'altro, che era un malinteso, ma io lo avevo interrotto ed ero andato via.

Upside down || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora