CAPITOLO 3

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Blake salì le scale dell'appartamento di Rowena, storcendo la bocca dinanzi al corrimano mancante e ai gradini sconnessi. Era un miracolo che non fosse ancora caduta. Non pensava di trovarla in casa a quell'ora, ma si era fermato alla tavola calda e un omone burbero di nome Joe l'aveva informato che non era lì.

A Blake non piaceva affatto che Rowena non chiudesse la porta a chiave. Infatti, era riuscito ad aprirla abbassando semplicemente la maniglia. Entrando, trovò Rowena gattoni sul pavimento, che sbirciava sotto una poltrona. Sbuffando, si rialzò.

"Che diavolo stai facendo?"

Lei lanciò un urlo, voltandosi di scatto.

"Oh, santo cielo! Vai fuori da casa mia!"

Lui sollevò una mano in un gesto rassicurante.

"Mi dispiace di averti spaventata, ma la porta era aperta."

"E con questo?! Visto che non è casa tua, dovresti bussare prima di entrare. Ma tu sei Blake Masterson, ovviamente che non lo farai mai. Maledizione, non so più come te lo devo dire. Io... non... ti... voglio... qui."

Così scandendo, Rowena andò in cucina e cominciò ad aprire e chiudere sportelli e cassetti, cercando evidentemente qualcosa. Blake emise un sospiro. Non si aspettava certo di trovarla trasformata rispetto al giorno prima, ma aveva sperato almeno, dopo lo shock iniziale, che fosse un po' meno arrabbiata.

Quando si accovacciò di nuovo per terra, ignorandolo, Blake perse la pazienza. Attraversò la stanza e si curvò per aiutarla a tirarsi su.

"Si può sapere che cosa stai cercando?"

Rowena si scrollò le sue mani di dosso e si scostò i capelli dagli occhi.

"Sto cercando l'assegno... Non riesco a trovarlo."

"Di che assegno stai parlando?"

"Di quello che mi hai firmato tu."

"Questo?" chiese lui corrugando la fronte, estraendolo dalla tasca dei pantaloni.

Rowena si lanciò sul foglietto, ma Blake lo sottrasse alla sua presa.

"Oh, Dio... Sì! Quello! Ho cambiato idea. Voglio incassarlo."

Ma come? Non ci capiva più nulla.

"Rowena, siediti prima di farti male, e dimmi che cosa sta succedendo. Aspetti tutto questo tempo senza riscuoterlo, me lo sbatti in faccia urlandomi di tenermi i miei soldi... e adesso che fai? Cambi idea? Sei fuori di testa?"

Lei si accasciò su una delle sedie del piccolo tavolo per due della cucina e si chiuse il viso fra le mani. Con sua sorpresa, le vide le spalle tremare, scosse da sommessi singhiozzi.

Blake rimase immobile per un istante, non sapendo cosa fare. Non era mai riuscito a sostenere le sue lacrime. Con una stretta allo stomaco, si inginocchiò e le staccò le mani dal viso. Lei distolse lo sguardo, visibilmente imbarazzata.

"Che c'è, Row?" le chiese dolcemente.

"Io... Ho perso... il lavoro," singhiozzò lei. "Ed è successo per colpa tua."

Lui si ritrasse di scatto, come se si fosse scottato.

"Per colpa mia? E che cosa diavolo si presume io abbia fatto?"

Rowena sollevò il mento, gli occhi fiammeggianti.

"Ecco, dici sempre così. 'Che cosa ho fatto io?' Tu non hai mai nessuna colpa. Come al solito, sono io quella che sbaglia... Anche stavolta è colpa mia, così com'è sempre stato, anche quando eravamo insieme. Restituiscimi quel benedetto assegno e vattene. Non devi preoccuparti più per me."

DI NUOVO & PER SEMPRE (2 LIBRO DELLA SERIE "AMORE E POTERE")Where stories live. Discover now