Crane capitolo 4

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"Che cavolo sta succedendo?!"-Pensai agitata.

Lui mi stringeva a se con la mano sinistra e con l'altra mi tappava la bocca.

"Sta calma."-Mi sussurrò nervoso.

Ci eravamo nascosti dentro l'armadio. L'unica fonte di luce proveniva dalla strettissima fessura dell'anta socchiusa.

Il calore del suo corpo e la forza delle sue braccia mi ricordavano che quella era la realtà.

Pochi secondi prima non riuscii a sentire il suo nome perché qualcosa ci disturbó nuovamente:
proprio vicino alla finestra aperta apparse una specie di vortice viola scuro che si espanse sempre di più.

Ma non vidi chi o cosa uscì da quel portale.

"È qui che abbiamo avvertito il risveglio di Sapphire. "-Disse una voce maschile nervosamente.

"Lo so Onyx. Calmati. Dev'essere per forza qui."-Rispose un'altra femminile.

"Sei tu come al solito troppo tranquilla, Amethyst. E se Sapphire avesse già stipulato il patto? O magari qualche altro servitore ha già rubato la pietra."

"Per la prima ipotesi, ci basta uccidere il padrone. Per la seconda..."-Sì fermò la donna-"Troveremo il ladruncolo."

Il cuore mi batteva all'impazzata. Servitori, padroni ... uccidere?

Non riuscivo a respirare, sia per la bocca coperta, che per la forza con cui mi stringeva a se. 

La testa mi girava vorticosamente, le voci di quelle persone fuori dall'armadio risultavano così distanti ed irreali alle mie orecchie. Il battito del mio cuore copriva ogni cosa

Respirare iniziò a risultarmi davvero difficile e dopo che tolse la mano sospirai più rumorosamente di quanto avrei effettivamente voluto.

E non solo io me ne accorsi a quanto pare: i due la fuori, Onyx e Amethyst, si zittirono.

Poi i loro passi scricchiolanti, sul pavimento in legno, si avvicinarono sempre di più a noi.

"Amethyst."-La fermò Onyx-"Il padrone ci chiama."

"È urgente?"-Domandò lei.

"Da fermare la ricerca di una pietra? Sì e anche molto."

La donna sbuffó. "Certe volte non lo sopporto proprio."

"Amethyst sai che non devi dire queste cose nei confronti del padrone."

"Sì, mammina."-Scherzó lei-"Andiamo."

Il rumore di quel vortice tornò e dopo pochi secondi anche le voci di quei due scomparvero.

Aspettammo un paio di minuti ancora nascosti, con il corpo immobilizzato e il fiatone.

Come un lampo nella mia testa, ricordai che il pericolo non era ancora passato e ciò di cui dovevo aver paura adesso era il ragazzo davanti a me.

"Ci hanno scoperti grazie a te!"-Mi gridò contro.

Con il corpo di pietra, chiusi gli occhi.

"Perché sei così spaventata da me? Ti ho detto che non voglio farti alcun male."

La sua voce ora era delicata, quasi come se volesse consolarmi di ogni male. 

Ma come potevo fidarmi di lui? 

Afferrai velocemente una cruccia di legno sul letto che prima perlustrando la camera avevo gettato li, e come se fosse un coltello, lo puntai verso di lui.

Chissà cosa speravo di fare così, non lo so. Rise di nuovo. 

Portò le mani davanti a se, spiegandomi che la sua presenza era dovuta esclusivamente a me.

"E' grazie a te se sono uscito da quella pietra blu. Mi chiamo Michael e mi dispiace, non volevo spaventarti."

Era tutto troppo assurdo.

CraneWhere stories live. Discover now