soldier, poet, king

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e i mesi iniziarono a passare da quella sera, da quel ballo, da quel momento di varie emozioni.

nonostante il tempo per incontrarsi era poco, se non inesistente, minho si presentava ogni sera sul balcone del principe e passavano quella mezz'oretta a parlare, prima che tutti dovessero ritrovarsi nelle loro camere.

avevano quei piccoli momenti intimi solo per loro, e questi aumentavano visibilmente il desiderio che c'era tra i due, però ogni volta c'era un qualcosa che li fermava, e quel qualcosa era la paura.

jisung odiava avere paura, aveva da sempre vissuto nella paura e ne era stanco, voleva cedere e lasciarsi andare ma questa barriera fin troppo resistente non lo lasciava andare.

quel pomeriggio il principe avrebbe denominato i nuovi cavalieri del regno, aveva leggermente ansia visto che era la prima volta che facesse una cosa del genere, però oltre all'ansia c'era un velo di tristezza, poiché sapeva che i cavalieri non restavano per sempre nel regno.

venivano mandati altrove molto spesso, dove serviva il loro aiuto e jisung non voleva passare di nuovo il proprio tempo da solo, specialmente non ora che il suo palazzo ospitava la famiglia Hwang.

sospirò lasciando i pensieri da parte e si sedette al solito tavolo della sala da pranzo per mangiare la colazione.

iniziò a mangiare con la testa completamente altrove, ma una voce familiare lo richiamò sul mondo terreno.

"buongiorno principe, dormito bene?"

quasi sperava che a dargli il buongiorno fosse minho, ma si ricordò che non avrebbe messo piede lì fino al pomeriggio.

alzò la testa ed annuì continuando a mangiare.

"non devi chiamarmi ogni volta principe, chiamami pure jisung e dammi del tu."

hyunjin sorrise e si sedette affianco a lui, iniziando a mangiare la propria colazione, pensando a cosa dire.
odiava il silenzio tombale, e sapeva anche che l'altro non gradisse molto la sua compagnia.

non che avesse pensieri maliziosi o altro, ma sperava di poterci fare almeno amicizia, dopotutto si trovava lì come ospite e ciò era una cosa che stava accadendo fin troppo spesso negli ultimi mesi.

hyunjin non conosceva nessuno lì, aveva chiacchierato qualche volta con qualche servo, o soldato, ma erano sempre conversazioni veloci poiché erano sempre occupati a fare qualcosa.

quindi l'unica persona "disponibile" era proprio il principe affianco a lui.

dopo averci pensato su, prese un profondo respiro ed iniziò a parlare.

"dunque, jisung, come va con il cavaliere di quella sera?"

a quella domanda jisung tossì poiché gli era andato di traverso un boccone.
hyunjin impanicato iniziò a dargli dei colpetti sulla schiena, sperando di aiutarlo mentre gli passava un bicchiere d'acqua.

il ragazzo si riprese e si schiarì la voce, si poteva notare un po' di imbarazzo sul suo viso e ciò fece ridacchiare il biondo.

"u-uhm... quale cavaliere?"

"dai non fare il finto tonto, quello che ti rubò durante il ballo dalle mie grinfie."

nel suo tono di voce non c'era rabbia né rancore, anzi, sembrava quasi contento per l'altro e gli piaceva prenderlo in giro riguardo questa cosa, specialmente dopo aver notato che questo argomento metteva in imbarazzo il più piccolo.

"è solo un cavaliere in ogni caso, non serve darsi false speranze."

disse sottovoce mentre girava e rigirava il cibo nel piatto davanti a lui.

"sembra che tu lo dica più a te stesso che a me in questo momento."

jisung ridacchiò leggermente perché alla fine era la verità.
stava ripetendo quella frase nella propria mente in loop, sperando che in qualche modo quei sentimenti sparissero per quel maledetto cavaliere.

perché tra tante persone proprio lui?

"perché ti arrendi già? ok è un cavaliere, ma un semplice titolo non può fermare ciò che provi per lui, lo sai vero?"

il ragazzo sospirò e lasciò le bacchette sul tavolo, guardando poi hyunjin.
d'altra parte gli era grato, perché non ne aveva maiparlato con nessuno, a parte il suo cavallo.

"fosse solo il titolo a fermarmi, lo sai qual è il destino di noi principi, specialmente di uno come me."

disse con fare sconfitto e poggiò il viso su una mano, sbuffando.

"potresti convincere tuo padre."

a quell'affermazione jisung scoppiò a ridere, quasi non ci credeva di aver sentito una frase del genere, e la sua risata lasciò perplesso hyunjin.

"si vede che mio padre mostra tutt'altro ai nostri ospiti. pensi che a lui importi di ciò che io provo o meno? l'unico motivo per cui vuole farmi sposare con un principe, o principessa, è per i suoi affari. non gli è mai importato della mia maledizione, di come mi sono sempre sentito e di cosa provo. se gli parlassi dei miei sentimenti lui mi riderebbe solo in faccia."

hyunjin lo ascoltò, parola per parola e sospirò, gli dispiaceva sentire storie simili, anche perché non era la prima volta che qualche principe avesse brutti rapporti col padre.
si sentiva fortunato ad avere almeno un rapporto decente col proprio, e avrebbe fatto di tutto per poter regalare una cosa chiamata comprensione a tutti quegli altri re che se ne fregavano minimamente di ciò che i loro figli provassero.

"dai jisung, non perdere lo stesso le speranze, sono sicuro che un modo si troverà, anche perché nulla può fermare l'amore!"

disse con entusiasmo, sorridendo.
tutta quell'allegria mise di buon umore jisung, ma d'un tratto si rese conto di una cosa.

"aspetta, ma quale amore vai trovando!"

-

ora tutti erano radunati in cortile, i nuovi cavalieri erano messi in fila ordinata ed ognuno loro aspettava solo di ricevere il titolo ufficiale.

da quando era arrivato, jisung non riusciva a togliere gli occhi di dosso a minho. era non bello, stupendo, in quella divisa.

l'armatura luccicava sotto al sole cocente di quell'estate focosa, i suoi capelli neri ricadevano sui suoi occhi, ma erano spostati così da non bloccargli la visuale.

dopo aver preso un profondo respiro, jisung prese la spada che avrebbe usato per inaugurare quel momento ed iniziò a parlare.

"è un mio grande onore nominarvi cavalieri di questo grande regno, il vostro servizio sarà indispensabile per me, e per tutti i cittadini a cui assicurerete la massima protezione. io ammiro il vostro coraggio e la vostra volontà nel proteggere questo paese, davvero."

e dopo aver detto detto quel discorso, quasi mediocre e preparato in 5 minuti, si avvicinò ad ogni cavaliere.

tutti erano inginocchiati e chinavano la testa, mentre jisung posava delicatamente la lama della spada su ciascuna spalla dicendo "ti nomino cavaliere".

man mano che si avvicinava all'ultimo soldato di quella fila, sentiva il proprio cuore battere sempre più forte.

e in poco tempo, si ritrovò davanti a minho.
egli lo guardò e gli sorrise, quel solito lieve sorriso che scioglieva il cuore del ragazzo.

"incontratemi stasera alla fontana."

sussurrò prima che dovessero dividersi.

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mannaggia a wattpad che ieri non mi ha fatto aggiornare

c'era una voltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora