Il confessionale di Miami

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"Aspetta, aspetta, aspetta... mi stai dicendo che tu e Pierre uscite insieme per far contenta tua madre? e che te lo ha proposto lui e tu pensi di aver accettato perchè provi qualcosa?" Ero ormai arrivata a Miami e Charlotte era venuta in aereo con me dopo la serata che avevo passato con lei a Monaco a una festa organizzata da suo padre. 

"Si ma è sbagliato, non dovrebbe essere così" la mia amica mi guardava dall'altra parte del tavolino del paddock come se fossi una 'macchina spara cazzate'

"Perchè è sbagliato? Cosa ci potrebbe mai essere di sbagliato?"

"E' Pierre Gasly!"

"E io sono Charlotte Sine e allora? Perchè è un pilota di formula uno non vorrebbe davvero uscire con te perchè sei una giornalista? La sua ex non era mica una modella"

"Se parliamo di Caterina, con la 'C'  no lei aveva una laurea in ingegneria spaziale, ma la sua più recente ex faceva la modella Katerina con la 'K' e guarda caso ha il mio stesso nome. Non vorrei dire ma la cosa mi inquieta abbastanza" Charlotte scoppio a ridere e si tenne la pancia con le mani per non piegarsi in avanti e sbattere la testa contro il tavolino.

"Hai stolkerato la vita di Gasly?"

"Beh mi sono solo informata"

"Oh santo dio. Va bene Kate, entrambe avevano il nome uguale al tuo una più l'altra meno ed è abbastanza inquietante ok? Però perchè tirarti indietro con Pierre? Non avere paura di provare sentimenti per lui, sei umana anche tu." Mi fermai un secondo a guardarla, era diventata la mia migliore amica in così poco tempo ma mi sembrava di conoscerla da sempre. 

"Questo discorso non deve uscire da questo tavolino, non dire niente a Charles ti prego. Sai lui e Pierre parlano di continuo, se si potessero attaccare le mani con l'attack e correre insieme lo farebbero" Scoppiammo a ridere e qualcuno dietro di noi ci salutò a gran voce.

"Ciao ragazze!"

"Carlos!" venne ad abbracciarci entrambe e poi si sedette con noi ordinando un caffè

"Isa non viene?" gli chiese Charlotte mentre lo spagnolo si sistemava gli occhiali da sole in fronte.

"Arriva sabato, prima ha un lavoro molto importante da sbrigare. Voi di che parlavate?" Io e Cha ci lanciammo un'occhiata scoppiando a ridere liquidando Carlos con un 'niente di importante'

"Ragazzi io vado, il lavoro mi chiama"

"Cosa hai in programma oggi?" mi chiese Carlos guardando l'orologio al polso.

"Intervista con Daniel!" Mi diressi verso l'ufficio dove avrei dovuto incontrare Daniel. L'intervista fu rapida e indolore, Daniel non aveva problemi con le interviste, gli piaceva molto parlare al contrario di uno dei miei piloti preferiti, Kimi Raikkonen che di interviste memorabili non ne ha fatte molte, anzi le conti sulle dita di una mano. L'articolo su Daniel andava spedito alla redazione entro la serata di venerdì e mi sembrava che negli ultimi tempi il lavoro mi avesse lasciato un po' di tempo per me. La pressione si era allentata e il lavoro sembrava sempre meno, che mi stessero cercando di dire che entro la fine dell'anno mi avrebbero mandata via? Non riuscivo a darmi pace.

"Kate devi tranquillizzarti, saranno solo momenti dove è meno necessario il lavoro" storsi il naso e pensai che le parole di Daniel non avessero un vero e proprio senso.

"Danny il mio lavoro è necessario ogni giorno dell'anno allo stesso modo. Anzi quando cominciamo ad avvicinarci in sessione estiva diventa più impegnativo" cominciavo a pensare che avrebbero rotto il mio contratto anche prima della fine del campionato.

"Non preoccuparti di questo, sei un'ottima giornalista, fai il tuo lavoro al meglio,non hai nulla da temere " Già non avevo nulla da temere, perchè in tale eventualità avrei già avuto la proposta di toto. Io e Dan andammo a prendere un caffè per riprenderci prima delle interviste del pomeriggio e l'incontro con i fan. Mentre chiaccheravamo tranquillamente al bancone sugli sgabelli sentii due mani coprirmi gli occhi e sorrisi.

"Devinez qui je suis" (indovina chi sono)

"Sento odore di prezzemolo" afferrai le sue mani e le spostai dai miei occhi e girai per abbracciarlo mentre Daniel era a bocca aperta con il caffè tra le mani.

"Mi sembra di vedere un film e di essermi addormentato per una parte. Voi due mica non vi sopportavate?"

"Beh una cosa del genere" disse pierre guardandomi e prendendomi la tazzina di caffè bevendone un sorso. Gli schiaffeggiai leggermente la spalla.

"Gasly era il mio caffè!"

"Allora stasera ti porto il cappuccino per farmi perdonare, ora scappo che Yuki mi aspetta" gli sorrisi e lui ricambiò prima di andarsene verso il box dell'Alpha Tauri.

"Katerina tu mi devi delle spiegazioni"

"Ci devi" si aggiunse una voce dal forte accento spagnolo dietro di me e pensai che per me era la fine. Cominciai a raccontare a Daniel e Carlos quello che avevo detto a Charlotte poche ore prima e a ogni parola loro facevano come un saltino di gioia ed erano abbastanza imbarazzanti, nemmeno le mie amiche alle elementari avevano così poco autocontrollo.

"Quindi a te piace?" guardai Carlos e scossi la testa, affondando i miei occhi sul fondo del caffè.

"Anche se fosse? Non potrebbe funzionare. Insomma, guardami faccio la giornalista e lui il pilota"

"Quindi stai insinuando che io e Isa non avremmo futuro?" lo guardai male per un secondo pensai che forse aveva ragione, però era diverso.

"Isa non lavora con te Carlos" Daniel roteò gli occhi e si alzò dallo sgabello puntandomi un dito contro

"Se tu non provi  non lo saprai mai ok? Io già vi amo alla follia da quando vi scannavate quindi adesso tu ti togli dalla testa questa fissa e te la vivi come viene."

"D'accordo Daniel,ci proverò. " E abbracciai entrambi i miei migliori amici. Quando avevo bisogno c'erano, e quando pensavo di non averne bisogno mi facevano capire che un amico fa sempre bene anche quando non è necessario. 



Quella sera ero sdraiata sul letto del mio hotel mentre leggevo la biografia di Kimi Raikkonen: Lo sconosciuto. Lo stile di scrittura mi faceva impazzire, sembrava di essere con Kimi, averlo davanti e essere nei panni di Kari Hotakainen, lo scrittore finlandese che mi stava rapendo nelle sue parole. Sentii bussare qualcuno e non staccando gli occhi dal libro urlai 'Avanti!? e poco dopo la serratura si aprì e qualcuno entrò. Ero troppo concentrata a finire le ultime righe e qualcuno posò un vassoio con due bicchieri e due cornetti davanti a me. Sorrisi chiudendo il libro e alzai lo sguardo verso il pilota francese che stava impalato davanti a me come uno stoccafisso.

"Gasly puoi sederti non ti mordo" lui si buttò a capofitto nel letto quasi ribaltando il vassoio ma lo presi in tempo prima di ridurre le lenzuola marroni cappuccino.

"Dovremmo uscire domani sera" lo guardai mentre addentavo una brioche alla nutella e gli porsi il cappuccino.

"Pensavo fosse solo una copertura con i miei genitori" Mi guardò tirandosi su a sedere appoggiando la testa all'indietro sulla testata del letto.

"Beh renderla più verosimile non ci farebbe male"

"Potresti anche semplicemente chiedermi di uscire senza usare queste scuse" non so da dove tirai fuori quelle parole. Tenevo lo sguardo fisso sugli occhi di Kimi Raikkonen sulla copertina del libro e evitavo in ogni modo lo sguardo di Pierre che sentivo sulle mie spalle. 

"Avresti accettato?" Potevo sentire il suo respiro sul mio collo e la sua mano spostò il mio libro dal letto e fui obbligata a guardarlo. Quegli occhi freddi che vedevo sempre si erano sciolti, erano diventati più intimi e comunicavano con i miei. Sentivo una connessione con Pierre che non mi sapevo spiegare.

"Per scoprirlo dovresti chiedermelo" sorrise e mi spostò un capello dal viso.

"Katerina Romano vorresti farmi il piacere di uscire con me"

"Libererò la mia agenda per te Gasly"

"Ne sono onorato"

La sottile linea tra odio e amore || Pierre GaslyWhere stories live. Discover now