𝐜𝐡𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝐭𝐰𝐨

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"Who says all windows have a good view?"

Ella's pov:

Il suo fiato mi provoca una scia di brividi lungo il midollo osseo.

Ma da dove cazzo è uscito questo?
Mi blocco su uno scalino e serro i pugni.
Sento il sangue ribollire nelle vene, incandescente quasi quanto il magma.
Mi limito, però a rivolgergli la mia occhiata più truce.
Fai che ho sentito male, fai che ho sentito male.

«Harris, vuole rimanere lì ancora per molto?» osserva dal parapetto delle scale il preside spazientito. Riprendo a fare le scale, decisa a ignorare quell'essere pervertito.
Scaccio dalla testa quel suo indesiderato commento.
Altrimenti potrei non rispondere alle mie fottute azioni.

Finalmente giungiamo nell'ufficio del preside.
Ci fa accomodare su delle poltrone di pelle nera, di fronte a una imponente scrivania in legno, segnata da una targhetta dorata con il suo nome inciso: "P. Roberts"
«Ella Bridgette Harris» Pronuncia il mio nome per intero -che odio-tamburellando nevroticamente le dita che quasi mi ipnotizzano sul tavolo.
Con l'altra mano invece, sfila gli occhiali poggiandoli al contrario sulla scrivania.

Faccio un lieve cenno di assenso,
noto con la coda dell'occhio il ragazzo di fianco a me che trattiene una risata.
Mi mordo la lingua per evitare di sbraitargli addosso.
Il preside intanto continua: «Visto che Alexander Garcia, non fa altro che  mettere in pratica comportamenti inammissibili oltre a pulire i servizi l'accompagnerà fino alla classe e, le indicherà anche l'armadietto.»

«Può scordarselo.» ribatte Lui liberando una risata divertita.
«Ah quasi dimenticavo, non indossi nemmeno la divisa» alza un dito verso l'alto.
Sulla porta d'ingresso si abbattono due leggeri rumori. «Avanti»
Entrambi posiamo l'attenzione sulla maniglia della porta che scatta, facendo comparire una gentile signora con del ghiaccio in mano.
«Preside» dice lasciando il ghiaccio istantaneo in mano al ragazzo.
«Grazie» risponde l'anziano mentre la donna esce.
Il ragazzo lo posa su una tempia scolpita da una sbucciatura già
tendente al viola, che prima d'ora non avevo notato.

«Mi scusi ma io posso cavarmela anche da sola» Riprendo il discorso convinta che sia la cosa migliore per tutti.
«Garcia sará contento, non si preoccupi signorina Harris.»
«No, non ho voglia di farle da babysitter.» sbuffa il ragazzo. Cessa il contatto tra il ghiaccio e la sua pelle. Affonda i polpastrelli nella bustina di ghiaccio, essi si colorano di bianco, come se cercasse di placare un'emozione in grado di fargli perdere il controllo.

«Garcia non si discute. E tra l'altro non è una bambina.»
«Ma per chi mi ha preso? una cazzo di guida turistica?» digrigna i denti.
«Mi stai rispondendo male?» assottiglia gli occhi l'uomo anziano.
«Ho solo esposto la mia opinione, se non sbaglio rientra nel regolamento della scuola» ghigna lui con tono provocatorio.

«Nel regolamento della scuola rientra anche il divieto di risse, divieto di saltare le lezioni e l'obbligo della divisa. Comunque ne riparleremo in privato. Garcia. Fammi il piacere di comportarti bene. Specialmente con la signorina.»

Non vedo l'ora di liberarmi da questo stronzo maleducato e iniziare a seguire le mie lezioni e non le sue risse come un cane rabbioso o le sue litigate con il preside come se fossero una coppia di sposini.

«Potete andare» aggiunge, dopo aver appuntato qualcosa nella sua agenda, mi passa un post-it con il mio numero di armadietto e l'elenco delle
classi. Lo stropiccio tra le dita cercando di alzarmi -la pelle della poltrona poltrona si è ormai incollata alla mia-.
Dopo qualche istante riesco ad alzarmi in piedi e ci dirigiamo verso la porta d'uscita. Appoggio la mano sul pomello della spessa apertura di legno tirandola verso di me, ma essa sembra non volersi aprire.

𝑴𝒖𝒓𝒅𝒆𝒓 𝒊𝒏 𝒕𝒉𝒆 𝒎𝒐𝒐𝒏𝒍𝒊𝒈𝒉𝒕Donde viven las historias. Descúbrelo ahora