𝐜𝐡𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝐞𝐢𝐠𝐡𝐭

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"an (almost) quiet day"

Alexander's pov:

Con tutte le forze che ho, mi tiro su. Di scatto. Ansimo con violenza, il mio respiro si spezza così tante volte che cercare di respirare diventa una guerra.

Ci impiego diversi secondi per rendermi conto dove mi trovo. L'unica luce è quella della luna, che filtra da dietro le tende. Non ho mai amato dormire con le tapparelle chiuse, mi fa sentire imprigionato con i miei demoni, e io necessito aria fresca che possa congelarli. Le lenzuola bianche mi avvolgono il corpo, in modo delicato. Sono fredde, eppure sembra di essere in una sauna.
Credo di essermi addormentato di colpo, ieri sera ero estenuato.
Il mio respiro ancora non accenna a regolarizzarsi e il cuore martella sul mio petto cercando di liberarsi dal macigno di dolore che porta.

Appoggio una mano sul materasso, dietro di me per fare leva e alzarmi. Solo nell'istante in cui posiziono il dorso della mano contro il lenzuolo mi rendo conto di quanto sia umido.

In preda al nervosismo e all'ennesima ventata di calore che mi attraversa il corpo, scalcio le coperte per liberarmene all'istante.
Non so perché io mi senta così inquieto. Appena le lenzuola smettono di surriscaldare il mio corpo, vengo invaso da una sensazione di piacere immensa.
Balzo all'in piedi e studio la porta-finestra.
Le tende del mio balcone si muovono molto animatamente, e anche la mia pianta. Fuori soffia aria gelata e con altissime probabilità mi ammalerò. Ma è già tanto se porto ancora i boxer. Non ho intenzione di farmi avvolgere la pelle da nessun tessuto, almeno finché io non mi sia calmato.

Nonostante l'equilibrio scarseggi in questo momento faccio un passo verso la mia scrivania, e mi allungo il più possibile non avendo la forza di compierne un altro. Arraffo il mio pacchetto di sigarette e apro la porta finestra, uscendo sul terrazzo.
C'è ancora più vento di quanto mi aspettassi, e sento il petto nudo asciugarsi dalle goccioline di sudore.
Almeno, tutta questa aria sta schiarendo il cielo dalle nuvole. Le tiene distanti dalla luna. Questa notte è piena, e brilla così tanto da accecarmi.

Abbasso lo sguardo sulle strade deserte. Tiro fuori una sigaretta e si accende dopo esser stata attraversata con insistenza dalla fiamma di un accendino.
Aspiro e il sapore del tabacco mi scorre lungo la gola.
Perché cazzo sono così agitato?
Cerco di fare mente locale. Ragionando su ciò che ho fatto e cosa ho pensato prima di addormentarmi.
Il sogno, come la tempesta che distrugge una città.
Ho sognato mia madre, ecco perché.
L'ultima volta che l'ho sognata è stato tre mesi fa. Ho dei ricordi molto sbiaditi di quel sogno. Succedeva qualcosa di strano, non ricordo esattamente cosa, ma penso di non averlo mai vissuto nonostante mi sarebbe piaciuto tanto viverlo sulla mia stessa pelle.

Nel sogno, mia mamma mi accompagnava a giocare in un campetto, non ricordo se fosse di basket o calcio, so solo che mi divertivo da morire. Ricordo persino di essermi svegliato ridendo.
Penso sia il mio sogno preferito.
A essere onesto non ho dei ricordi perfettamente vividi nemmeno della mia infanzia.
Stanotte non so di preciso cosa io abbia sognato di lei, sicuramente qualcosa di terribile.
Eppure eravamo su una spiaggia...e questo sono certo di averlo vissuto. Non si tratta di un sogno in questo caso. Probabilmente è colpa di quel gatto che si arrampicava sull'albero. I suoi occhi, erano identici a quelli di mia madre. Mi avrà fatto rievocare questo ricordo.
È uno dei ricordi più preziosi che ho di lei.

Ancora non si spiega questa sensazione che si è impadronita di me stesso. Libero il fumo soffiandolo fuori dalla mia bocca con violenza.
Probabilmente è meglio che io non lo ricordi. Anche se sono terribilmente curioso.
Faccio un altro tiro di sigaretta e provo a rievocare il ricordo. Sono consapevole che possa essere un'arma a doppio taglio.
Niente.
Come un buco nero. Non mi ricordo assolutamente niente.
So solo che qualunque cosa sia, è stata dettata dalla serata.
Lentamente sento l'ansia divorarmi da dentro. Talmente forte che inizio a credere nella combustione spontanea.

𝑴𝒖𝒓𝒅𝒆𝒓 𝒊𝒏 𝒕𝒉𝒆 𝒎𝒐𝒐𝒏𝒍𝒊𝒈𝒉𝒕Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora